Il terrorismo ferma anche lo sport
ma il quotidiano non se ne occupa, se la prende invece col "muro dell'apartheid"
Testata:
Data: 07/10/2005
Pagina: 25
Autore: un giornalista
Titolo: Israele, il muro di cemento ferma nche lo sport
La GAZZETTA DELLO SPORT di giovedì 6 ottobre 2005 pubblica a pagina 25 l'articolo "Israele, il muro di cemento ferma anche lo sport", che inizia così:Lo chiamano "separation wall" è un muro alto 8 metri che divide e soffoca.
In realtà solo un piccola percentuale della barriera di separazione è in muratura ed'è alta 8 metri. Per il resto si tratta di una rete metallica dotata di sensori eletronici.Dal 2003, metro dopo metro, sta mangiando terre coltivate e pozzi d'accqua, case e libertà.
La barriera salvando vite vite umane: campi, case e pozzi possono comunque essere raggiunti attraverso i valichi di cui la barriera è disseminata.
Poco diopo il giornalista scrive che la barriera è ormai "per qui tutti il muro dell'apartheid". Non per tutti, solo per chi crede alla propaganda antiisraeliana. Entra poi nei dettagli delle "tante storie sul muro dell'apartheid", come quella del villaggio in cui la barriera è stata costruita in una scuola, impedendo agli allievi di giocare a calcio.
Va ricordato che moltissimi israeliani non possono più "giocare a calcio" a causa del terrorismo palestinese che la barriera efficacemente contrasta. Perchè la Gazzetta dello Sport non dedica un servizio ad uno dei molti mutilati israeliani che non potranno mai più praticare nessuno sport?
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta a scrivere alla redazione della GAZZETTA DELLO SPORT per esprimere la propria opinione. Riportiamo l'indirizzo web della pagina dalla quale è possibile scrivere al quotidiano. http://www.gazzetta.it/common/scrivici.jhtml