Finalmente un servizio di Landi (quasi) corretto
ma alla Rai gli scontri interpalestinesi non fanno notizia
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Data: 05/10/2005
Pagina: 1
Autore: Filippo Landi
Titolo: Notizie da Israele e Anp
Finalmente un servizio di Landi, che, pur tra lacune ed omissioni, non mette in scena le solite manipolazioni anti-israeliane. Sono quei momenti in cui ci si illude di possibili ripensamenti da parte del vice-corrispondente Rai a Gerusalemme rispetto alle decine di servizi in cui ha dato un'immagine distorta e faziosa del conflitto arabo-israeliano.
Resta però da capire il motivo per il quale, mentre a Gaza stanno venendo al pettine tutta quella serie di problemi che erano stati nascosti con la scusa dell'occupazione israeliana, la Rai dedichi così poco spazio a questa vicende. Il servizio di Landi di cui segue il testo è andato in onda nel Tg3 delle 19,00 del 3 ottobre, ed è stato replicato più o meno con le stesse immagini e parole nel Tg1 delle 20,00. Dopo di ciò, più nulla, tranne brevi aggiornamenti dati direttamente dai conduttori dei telegiornali. Manca qualsiasi approfondimento sia nei telegiornali sia al di fuori di essi. Pare quasi che Gaza faccia notizia solo quando ci sono di mezzo gli israeliani, e quando invece non sono coinvolti, tutto diventi trascurabile e di scarso peso.

Filippo Landi al Tg3 delle 19.00 del 3-10-2005

Il corpo del loro comandante lo hanno voluto far vedere a tutta la città di Gaza. "È morto sotto i nostri occhi - ripetono a tutti - e noi poliziotti non avevamo proiettili per sparare". Oggi i poliziotti non indietreggiano.


L'inizio del servizio ha quel tocco di drammaticità che piace molto a Landi. Peccato che questo vada spesso a scapito della chiarezza. Chi ascolta, magari, dovrebbe essere prima informato che il generale in questione è Alì Makawi, ucciso il pomeriggio di domenica durante un conflitto a fuoco tra i terroristi di Hamas ed agenti della sicurezza palestinese
E volutamente il corteo delle auto costeggia una zona controllata da Hamas.
Un attimo ed è il panico. I poliziotti sparano verso un incerto obbiettivo. Si fugge e poi finalmente torna una calma carica di tensione. Davanti al Palazzo del Parlamento a Gaza i poliziotti arrivano per protestare. Inneggiano anche qui al loro comandante. Ai deputati chiedono armi, proiettili, mezzi per difendersi dagli attacchi di Hamas. "Noi versiamo il sangue - gridano - per l'Autorità Nazionale Palestinese. E voi non fate nulla per noi".
Qui sarebbe stata opportuna una precisazione: le forze di polizia palestinesi si trovano in queste deplorevoli condizioni non da adesso, ma da anni, per una precisa scelta di Yasser Arafat che preferì sempre dividere le forze di polizia a disposizione dell'ANP in varie bande, messe spesso le une contro le altre. La costruzione di una polizia efficiente non è mai stata esattamente una priorità né di Arafat né degli altri gerarchi dell'ANP. Prioritario, invece, era il rifornire di armi i gruppi terroristi che massacravano la popolazione israeliana, e rendevano impossibile qualsiasi accordo di pace. La situazione odierna è il risultato di quelle scelte scellerate. Speriamo che anche su questo aspetto Landi sia presto illuminato da qualcosa o da qualcuno. Per ora il buio è totale
Non è certo una battaglia facile quella che i poliziotti stanno combattendo. Ieri notte i miliziani di Hamas hanno lanciato anche razzi contro un commissariato, dopo che i poliziotti avevano tentato di arrestare e disarmare alcuni di loro. 3 morti e 50 feriti, il bilancio quasi di una battaglia.
Ti pareva se non comparivano i "miliziani" di Hamas: neanche quando sparano razzi contro un commissariato palestinese, seminando morte e distruzione tra i palestinesi stessi, si meritano il nome di "terroristi". Sotto questo aspetto Landi è ormai irrecuperabile


E c'è anche un contraccolpo politico. Il parlamento palestinese a maggioranza chiede oggi ad Abu Mazen di cambiare governo e primo ministro. "Bisogna prendere atto - dicono i deputati - che questi ministri non riescono a fronteggiare la situazione". E scatta in tutti anche l'attesa preoccupata di quello che potrà accadere in queste ore e in questi giorni. Stasera comincia il capodanno ebraico.
Un'anno fa il 7 ottobre ci fu la strage all'Hotel Hilton di Taba in Egitto, ma sul confine con Israele. Ed è così che oggi ai timori degli israeliani, si aggiungono le preoccupazioni dei governanti palestinesi per azioni che possono essere decise anche lontano da queste terre.
L'ultima frase del servizio è molto sibillina, ma è un passo avanti. In modo sia pure oscuro e misterioso, i telespettatori del Tg3 apprendono che le azioni terroristiche contro Israele vengono decise anche, se non soprattutto, fuori da Gaza e dalla Cisgiordania. Ancora uno sforzo e magari sentiremo dalla bocca di Landi i nomi, per esempio di Iran e Siria. Speriamo.

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