Tre versioni di Filippo Landi
l'inconfondibile campione della disinformazione televisiva
Testata:
Data: 26/09/2005
Pagina: 1
Autore: Filippo Landi
Titolo: Notizie da Israele e Anp
Filippo Landi nell’edizione del Tg3 delle 12,00 del 24-9-2005




Questa mattina nella città di Gaza la gente si è riversata in strada in preda al panico. Il rumore di due enormi esplosioni ha fatto pensare ad un nuovo attacco aereo israeliano.


In realtà gli aerei hanno sorvolato il cielo di Gaza superando il muro del suono e spaventando la popolazione, ma senza sganciare bombe.


Nella notte invece 3 edifici erano stati colpiti: laboratori artigianali di armi secondo l’esercito israeliano. L’ordine d’attacco è stato impartito dallo stesso ministro della difesa Mofaz. "Occorre – ha detto – una risposta dura e inequivocabile ai razzi lanciati nella notte in gran numero dai miliziani di Hamas contro la cittadina israeliana di Sderot. 5 tra gli israeliani i feriti leggeri ma la popolazione è impaurita e chiede di bloccare questi attacchi.

Truppe israeliane si stanno ammassando al confine con Gaza anche se per il momento non lo hanno attraversato. Hamas da parte sua continua a rifiutare la responsabilità della strage tra i palestinesi del campo profughi di Jebalya, ed accusa gli israeliani.

I responsabili del partito Fatah quello del presidente Abu Mazen hanno invece attribuito proprio ai miliziani di Hamas la causa sia pure accidentale dell’esplosione e della strage.

Hamas nella notte ha invece cercato soprattutto agli occhi dei palestinesi di compiere una sua vendetta, lanciando i razzi Qassam contro la cittadina di Sderot e la località di Kissufim".
L’inizio del servizio di Landi è tutto teso a mostrare ai telespettatori il clima di terrore che sta attraversando in queste ore Gaza. L’accurata descrizione dei sorvoli dell’aviazione israeliana è accompagnata dalle immagini di case distrutte e di bambini palestinesi seduti in mezzo alle macerie. Solo dopo aver mostrato una folla di ragazzi palestinesi che fugge precipitosamente nella notte, compare il ministro della Difesa israeliano a spiegare le motivazioni degli attacchi, ossia le decine di razzi Qassam caduti nella notte sulla città di Sderot, e lanciati da Hamas adducendo come pretesto la strage del giorno prima a Jebalya, da Hamas stessa provocata. Nel servizio di Landi l’ordine logico dei fatti è invertito. Prima vengono mostrati gli effetti dall’attacco della IAF, e solo dopo viene precisato che la notte precedente Sderot e Kissufum sono state bombardate da Hamas.



Quello però che lascia interdetti, più del testo del servizio, è la scelta delle immagini.

Nelle immagini da Gaza abbondano, come spesso capita nei servizi di Landi, bambini ed adolescenti palestinesi possibilmente ripresi in mezzo a muri o strade sventrate. Gli israeliani sono invece rappresentati da : il ministro Mofaz circondato dalle sue guardie del corpo e con sullo sfondo un telo mimetico dietro il quale si intravedono numerosi soldati e la bandiera di Israele; un cittadino di Sderot, che, in sandali e pantaloncini corti da spiaggia osserva da un giardino una finestra rotta; ed infine una colonna di carri armati Merkava, che per la loro imponenza servono ormai da anni a raffigurare la potenza di Tsahal. Il messaggio che arriva ai telespettatori è quello solito, trasmesso migliaia di volte negli ultimi anni: da una parte i poveri bimbi palestinesi, e dall’altra l’arcigna potenza militare israeliana. In questo contesto per i bambini ed adolescenti israeliani di Sderot, costretti da anni a vivere nell’incubo dei razzi Qassam, non c’è evidentemente posto.

Ancora una volta, poi, non si può non notare le capacità linguistiche di Landi. Oltre a non chiamare i membri di Hamas con il loro vero nome, e cioè terroristi, neppure quando lanciano razzi su centri abitati adducendo a pretesto una strage di palestinesi da loro stessi provocata , Sderot, una città di più di ventimila abitanti, diventa una "cittadina", quasi che il diminutivo servisse a diminuire l’impatto dei missili Qassam.



Landi al Tg2 delle 13.00 del 24-9-05

"Nella notte aerei israeliani hanno attaccato edifici di Gaza: nascondevano laboratori artigianali di armi secondo l’esercito israeliano. L’ordine d’attacco è stato impartito dallo stesso ministro della Difesa Mofaz. "Occorre – ha detto – una risposta dura e inequivocabile ai razzi lanciati nella notte in gran numero dai miliziani di Hamas contro la cittadina israeliana di Sderot. 5 tra gli israeliani i feriti leggeri ma la popolazione è impaurita e chiede di bloccare questi attacchi.

Truppe israeliane si stanno ammassando al confine con Gaza anche se per il momento non lo hanno attraversato. Hamas intanto continua a rifiutare la responsabilità della strage di ieri tra i palestinesi del campo profughi di Jebalya, ed accusa gli israeliani.

I responsabili del partito Fatah quello del presidente Abu Mazen hanno invece attribuito proprio ai miliziani di Hamas la causa sia pure accidentale dell’esplosione e della strage.

Hamas appare in difficoltà davanti all’opinione pubblica palestinese, shockata dalla strage di Jebalya ed anche per questo ha cercato un’azione di forza dalle pericolose conseguenze lanciando i missili Qassam contro il suolo israeliano"
Il servizio per il Tg2 non contiene più il pezzo introduttivo sul rumore assordante prodotto dai jet israeliani. Nelle immagini iniziali viene come al solito mostrata una folla di ragazzini palestinesi di fronte ad una catasta di detriti, ma questa volta il tutto si riduce a pochi istanti, ed appare quasi subito il ministro Mofaz a spiegare le ragioni di Israele.

Anche qui l’ordine degli avvenimenti è stato stravolto. Prima di dà conto dell’attacco israeliano ai laboratori palestinesi di armi. Poi arriva la notizia dei razzi lanciati su Sderot.

L’elemento davvero nuovo è costituito però dalla notizia che Hamas, dopo la strage a Jebalya, è in grosse difficoltà di fronte all’opinione pubblica palestinese. La cosa non era stata detta esplicitamente ai telespettatori del Tg3 delle 12.00. Il particolare non è di secondaria importanza: la necessità di recuperare credito presso la popolazione di Gaza spiega ulteriormente il bombardamento di Sderot.



Landi al Tg1 delle 13,30 del 24-9-05




Nella notte aerei israeliani hanno attaccato edifici di Gaza: nascondevano laboratori artigianali di armi secondo l’esercito israeliano. Ed anche abitazioni di miliziani di Hamas. E’stato lo stesso ministro della Difesa Mofaz a dare l’ordine d’attacco "Occorre – ha detto – una risposta dura e inequivocabile ai razzi lanciati nella notte in gran numero dai miliziani di Hamas contro la cittadina israeliana di Sderot. 5 feriti leggeri tra gli israeliani ma tutta la popolazione è impaurita e chiede di bloccare questi attacchi.

Carri armati e soldati israeliani si stanno ammassando al confine con Gaza anche se per il momento non lo hanno attraversato. Hamas intanto continua a rifiutare la responsabilità della strage di ieri tra i palestinesi del campo profughi di Jebalya, ed accusa gli israeliani di aver lanciato un razzo.

I dirigenti del partito Fatah quello del presidente Abu Mazen hanno invece attribuito proprio ai miliziani di Hamas la responsabilità sia pure accidentale dell’esplosione e della strage.

Hamas è in difficoltà di fronte ad un’opinione pubblica palestinese, scioccata dalla strage di Jebalya ed anche per questo ha cercato di compiere un’azione di forza dalle pericolose conseguenze lanciando i razzi Qassam contro il suolo israeliano
Il servizio per il Tg1 appare molto simile a quello del Tg2. Tranne per un elemento. Landi ci aggiunge il dettaglio che l’aviazione israeliana ha colpito oltre a dei "laboratori artigianali di armi", anche "abitazioni di miliziani di Hamas".



Landi al Tg3 delle 14,20 del 24-9-05

I funerali delle vittime di ieri fa passare in secondo piano le polemiche anche tra i palestinesi sulle responsabilità. Hamas infatti continua a respingere l’accusa di aver provocato la strage tra i palestinesi del campo profughi di Jebalya, ed accusa gli israeliani di aver lanciato un razzo per uccidere i suoi miliziani

I dirigenti del partito Fatah quello del presidente Abu Mazen hanno invece attribuito proprio ai miliziani di Hamas la responsabilità sia pure accidentale dell’esplosione e della strage.

Hamas in ogni caso appare in difficoltà di fronte a un’opinione pubblica palestinese, shoccata dalla strage di Jebalya ed anche per questo ha cercato di compiere un’azione di forza dalle pericolose conseguenze, lanciando nella notte decine di razzi Qassam contro il suolo israeliano.

La risposta non si è fatta attendere. Già nella notte gli aerei israeliani hanno attaccato edifici di Gaza: nascondevano laboratori artigianali di armi, afferma l’esercito israeliano. Ed abitazioni di membri di Hamas. "Dobbiamo dare una risposta dura e inequivocabile – ha detto il ministro della Difesa Mofaz - ai razzi lanciati contro la cittadina israeliana di confine di Sderot. 5 sono stati i feriti leggeri tra gli israeliani ma tutta la popolazione chiede di bloccare questi attacchi.

E adesso si profila nuovamente l’ingresso dei carri armati israeliani a Gaza ma c’è anche una richiesta israeliana ai poliziotti palestinesi affinché siano loro a fermare il lancio dei razzi. In questo caso anche gli aerei e i carri armati verrebbero fermati .
Tornato sul Tg3, Landi cambia nuovamente l’inizio del servizio. L’apertura è dedicata ai funerali dei morti nella strage di Jebalya. Vengono trasmesse alcune immagini di una folla straziata dal dolore, mentre si riferisce delle accuse lanciate da Hamas ad Israele per l’esplosione. Per la prima volta viene citato un razzo israeliano che avrebbe colpito il fuoristrada esploso in mezzo al corteo. Landi non precisa che di questo fantomatico razzo come unica prova Hamas ha portato un pezzo di metallo, che sarebbe stato estratto dal cadavere di una delle vittime. Il pezzo di metallo compare però tra le mani di un portavoce di Hamas tra le immagini proposte durante il servizio.

Nell’appuntamento con il Tg3 delle 14,20 la popolazione israeliana non è più "impaurita"- come detto nei precedenti servizi -, ma chiede soltanto di far interrompere il lancio dei Qassam. Con l’"impaurito" scompare così qualsiasi riferimento alla paura e al terrore della gente di Sderot.

Viene inoltre riferita la richiesta da parte israeliana rivolta alla polizia palestinese di intervenire per fermare il lancio dei razzi. Nulla viene detto però da Landi a proposito del fatto che sono mesi, per non dire anni, che Israele chiede all’ANP interventi più decisi per fermare il bombardamento di Sderot e di altre località, senza peraltro ottenere alcun risultato.


Di fronte a questi servizi di Landi, trasmessi dalle reti RAI nell’arco di due ore e mezza, si rimane un pò interdetti. Pur riferendo sostanzialmente gli stessi fatti, ed usando più o meno le stesse parole, il corrispondente RAI da Gerusalemme pare cambiare l’impostazione dei servizi a seconda della rete. Per il Tg3 non manca mai di sottolineare con le parole e con le immagini il dolore e le sofferenze dei palestinesi ( i bambini, le abitazioni sventrate, i funerali, il sangue, il rombo minaccioso dei jet) contrapponendole, soprattutto a livello visivo, con la potenza dello Stato d’Israele impersonata dagli onnipresenti carri armati Merkava. Le sofferenze israeliane, invece, scompaiono dietro la fredda ragioneria dei feriti. Al massimo si mostra qualche vetro rotto. I carri armati ed i soldati israeliani in assetto da guerra non mancano invece mai. Per il Tg1 ed il Tg2, invece, pur rimanendo la tradizionale scaletta che vede sempre riferiti prima gli attacchi israeliani, e solo dopo le azioni terroristiche palestinesi che li hanno provocati, Landi sembra diventare più sobrio, più trattenuto.

Da notare ancora una volta che in nessuno dei servizi proposti compare la parola ‘terroristi’: gli appartenenti ad Hamas sono solo e sempre "militanti", "miliziani", "esponenti militari", "membri".

Viene inoltre ripetuto continuamente che la strage di Jebalya, provocata dall’esplosione di un fuoristrada di Hamas carico di esplosivi, è ‘accidentale’. Non viene invece mai ricordato che di questi ‘accidenti’ se ne sono visti parecchi negli ultimi anni: macchine cariche di bombe esplose in qualche strada affollata di Gaza, laboratori di armi collocati in popolosi caseggiati che saltano in aria per un errore dei bombaroli stessi, proiettili vaganti, sparati per festeggiare questo o quell’avvenimento, sono episodi frequenti in Palestina. L’esito comunque è sempre lo stesso: le organizzazioni terroristiche responsabili di questi incidenti danno la colpa ad Israele, anche se nulla c’entra. Si ottiene così il duplice risultato di rafforzare l’odio verso gli israeliani tra la popolazione palestinese, nonché di nascondere all’opinione pubblica mondiale il sovrano disprezzo per la vita umana, israeliana o palestinese che sia, da parte dei gruppi terroristici come Hamas.


Landi al Tg3 delle 19,00 del 24-9-2005

L’attacco aereo ha praticamente disintegrato le auto in una vettura c’erano armi ed esplosivi; nell’altra 4 membri di Hamas: tutti rimasti uccisi. 9 i feriti, abitanti di questa zona del nord della Striscia di Gaza. Alcuni bambini che stavano giocando nelle vicinanze sono rimasti anch’essi feriti. L’esercito israeliano conferma questo attacco e l’obiettivo e cioè i miliziani di Hamas, ed ammonisce "Continueremo ad usare tutti i mezzi per difendere i cittadini di Israele". La selva di razzi Qassam lanciati la notte scorsa da Gaza contro la cittadina israeliana di Sderot ha causato fortunatamente solo 5 feriti, ma ha provocato la scontata, durissima reazione israeliana iniziata già nella notte con altri attacchi aerei.

E ora si rischia che i carri armati israeliani tornino all’interno della Striscia di Gaza. Dopo la strage di ieri a Jebalya, che ha ucciso miliziani e tanta gente comune, Hamas ha accusato gli israeliani della tragica esplosione. Di fatto Hamas sta cercando ora di allontanare da sé responsabilità e polemiche. Una responsabilità della strage che i dirigenti del partito Fatah, il partito di Abu Mazen, hanno attribuito proprio ad un tragico incidente, causato da miliziani di Hamas.

In questa situazione difficilissima le due manifestazioni per la pace che si svolgono questa sera a Ramallah e a Gerusalemme per iniziativa di esponenti politici palestinesi ed israeliani vogliono ricordare a tutti che dopo il ritiro da Gaza rimane l’urgenza di una soluzione definitiva e permanente del conflitto in corso.
I servizi di Landi sono inconfondibili: persino senza audio, si capisce subito che è lui. I primi fotogrammi valgono più di una firma. Ci sono i resti di auto distrutte, crateri, macerie, provocati ovviamente dall’inesorabile aviazione israeliana. E chi ci compare a fianco o davanti? Frotte di bambini e ragazzi palestinesi per ricordare in continuazione ai telespettatori chi sono le vittime innocenti della guerra. Intanto Landi ci tiene a precisare che oltre ai "miliziani di Hamas" – mai chiamarli terroristi, mi raccomando: è gente sensibile quella, e potrebbero offendersi – sono stati colpiti dei bambini che giocavano nelle vicinanze. E giù altri fanciulli per una strada polverosa di Gaza mentre leggono un foglietto verde. Landi non spiega cosa c’entrino, ma l’importante è dare il solito tocco di colore. Poi, a seguire, dopo una fugace comparsa dei razzi Qassam e di due terroristi di Hamas, arrivano, anche queste immancabili, le immagini di colonne di carri armati israeliani in marcia ( questa volta oltre ai Merkava ci sono pure i bulldozer ).

E le vittime israeliane del lancio dei razzi? Sono "solo 5 feriti", dice Landi, ed intanto viene fatto vedere il solito signore in braghe corte e sandali che a Sderot guarda per terra un po’ di vetri rotti. Un’immagine che nella giornata di sabato 24-9 Landi riesce a far passare per 5 volte nei vari telegiornali RAI, senza mai cambiarla. I bambini e i ragazzi israeliani che a Sderot trascorrono le giornate nei rifugi antiaerei o in cantina, per Landi semplicemente non esistono.

Ancora una volta il copione è stato rispettato: crateri da una parte e vetri rotti dall’altra; bambini innocenti da una parte, poderosi tanks dall’altra, o al massimo un tizio che sembra tornato da pochi minuti dalla spiaggia.

Nella conclusione del servizio vengono ricordate due manifestazioni per la pace a Ramallah e a Gerusalemme, uno di quegli eventi che, se va bene, si traducono nella celebrazione dell’ovvio e nell’esibizione di tanti buoni sentimenti. Se va male – e questo purtroppo è il caso più frequente - è l’ennesima ripetizione dei soliti slogan contro la barriera difensiva e contro Israele che non fa mai abbastanza per la pace. Ma questo è ciò che piace al Tg3, e Landi lo sa.


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