Quella degli arabi contro Israele e gli ebrei non è mai "discriminazione"
minimizzazioni e distorsioni
Testata: Metro
Data: 22/09/2005
Pagina: 1
Autore: un giornalista
Titolo: Risposta a una lettera
Ad una lettrice che mercoledì 21 settembre 2005 chiedeva perché lei col timbro israeliano sul passaporto per un viaggio fatto 5 anni fa non sarebbe potuta andare in un paese arabo prima di tanti altri anni ecco cosa risponde Metro del 22 settembre:
22/09/2005 10:04

Il fatto che, con visto di Israele sul passaporto, una persona non possa entrare in alcuni Stati arabi, non è un problema di discriminazione, è semplicemente un fatto di leggi diplomatiche e internazionali. Con i Paesi confinanti (Egitto, Siria, Libano, Giordania,) Israele risulta ancora formalmente in guerra, non essendo mai stato siglata una tregua, anche se con l'Egitto la situazione sta cambiando. Altri Stati arabi non riconoscono l'esistenza dello Stato di Israele, quindi non possono accettare nel proprio Paese chi ha visitato l'"entità sionista". I consigli sono due: all'aeroporto, ai controlli basta dire don't stamp, e non mettono il visto; per chi il "marchio" c'è l'ha, gli rimane solo da rifare il passaporto. MARCO P.
Invece, si tratta realmente di un problema di discrimanazione tanto che in alcuni paesi arabi, come la Siria, viene richiesto a chi proviene da paesi occidentali il certificato di battesimo. Mentre Israele non fa nessuna difficoltà se si hanno timbri dei paesi con cui e' formalmente in guerra (pensate invece cosa si scriverebbe se si comportasse come i suoi vicini arabi). Guerra che, ricordiamo, è stata scatenata dai Paesi arabi che non accettano Israele proprio per razzismo. Nessun altro motivo si può addurre al loro odio indiscriminato.
Con l'Egitto e la Giordania invece, contrariamente a quanto afferma METRO, si può entrare anche col passaporto pieno di timbri israeliani.

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