Sul CORRIERE della SERA di oggi un ritratto di Arik Sharon di Davide Frattini.DAL NOSTRO INVIATO GERUSALEMME — Tre tori del Golan, comprati a una fiera nel nord del Paese. Il prezzo? Abbastanza buono, 4 mila dollari il più caro. Quando Ariel Sharon abbassa il telefono ed esulta eccitato, Miguel Moratinos vuole sapere. Con il ministo degli Esteri spagnolo hanno parlato del ritiro da Gaza, del successo internazionale del premier israeliano, di Hamas che va disarmato. Eppure è il primo vero sorriso rilassato: i figli Omri e Gilad sono appena tornati dall'asta, gli hanno detto che i tre animali sono vigorosi, la continuità della stirpe è assicurata.
Sharon non ha dimenticato il Ranch dei Sicomori neppure davanti all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. «Se non fosse stato imposto dalle circostanze, non sarei diventato un soldato. Avrei coltivato la terra, il mio primo amore». Ed è tra quei campi che andrà a rigenerarsi, tornato da New York. Dove ha pronunciato — commentano gli editorialisti — il discorso della sua vita. «C'era dentro tutto — ha scritto Ben Caspit su Maariv —. Il bastone e la carota, visione, immaginazione, fermezza, riconciliazione, determinazione, speranza». I palestinesi hanno sentito solo il bastone: «Per noi è il premier più pericoloso dai tempi di Ben Gurion, un misto di forza e odio razzista. Devo riconoscere che è stato più coraggioso di Rabin» ha dichiarato il ministro dell' Informazione Nabil Shaat.
La residenza ufficiale a Gerusalemme gli mette malinconia. «E' alla fattoria che viene per ricaricare le batterie» ha raccontato la nuora Inbal, 33 anni, sposata con Gilad da dieci. E' lei che cucina l'agnello arrosto come lo faceva Lily (la moglie di Sharon morta nel 2000), è lei che ogni venerdì cambia i fiori disponendo quelli raccolti nei campi, è lei che compra cravatte e camicie per il suocero. Il tavolo di legno al centro della cucina dove mangiano tutti insieme nei fine settimana — Omri arriva con le due figlie Dania e Aya, Inbal e Gilad hanno tre maschi, Rotem, Yoav e Uri — è stato disegnato da Lily. Come il resto della casa nel deserto del Negev, ricostruita dopo un incendio (il quotidiano Haaretz ha calcolato che vale attorno agli 11 milioni di dollari, che farebbe di Sharon il premier più ricco nella storia di Israele). Lily, sposata nel 1963, era la sorella più giovane della prima moglie, morta in un incidente d'auto un anno prima. E' seppellita sulla collina degli Anemoni, la pietra circondata da piante lasciate crescere in sorvegliata libertà. «Era tutto il mio mondo — ha detto di lei Sharon, 77 anni —. Potevo parlare di qualsiasi cosa, non ho mai dovuto nasconderle nulla. La musica che ascoltavamo insieme ancora riempie le mie orecchie».
Quando resta a dormire alla fattoria, è circondato dai tre nipotini, che si addormentano con lui guardando il calcio alla televisione. «La mia infanzia — ha ricordato — è stata molto breve, perché a 17 anni mi sono unito alle truppe dell'Haganah e ho lasciato i miei genitori. Non si sono mai fatti piegare, forse ho ereditato i loro geni. Mia madre teneva un'enorme scure sotto il letto. Un giorno gliela chiesi per abbattere un albero in cortile. Le domandai perché la nascondesse, mi rispose "perché tu hai preso la pistola per pulirla e non l'hai riportata"».
«Il ranch è il suo elemento — spiega l'amico Uri Dan, si sono conosciuti nel 1954 — perché lo riporta alla fattoria dei genitori a Kfar Malal. Sapere di avere un luogo così dove tornare gli ha dato la carica per affrontare le tragedie. Prima la morte di Margalith, poi quella dell' unico figlio che avevano avuto, Gur: si è sparato a 11 anni giocando con una pistola. Mi sono chiesto come sia rimasto in piedi dopo la perdita di Lily».
Omri è il figlio che più sembra assomigliargli, anche per la corporatura. Coinvolto nelle zuffe interne del Likud (è stato incriminato per finanziamento illecito), è uno dei consiglieri del padre. I giudici austriaci stanno invece indagando — ha rivelato il Jerusalem Post —per determinare se un prestito concesso a Gilad dall'uomo d'affari Cyril Kern nel 2002 sia in realtà una tangente pagata al premier. Delle inchieste giudiziarie — racconta la nuora Inbal — al ranch non si parla. Tra una settimana è Yom Kippur e la famiglia si prepara al digiuno. Anche Sharon, che dice «non sono religioso ma sono un ebreo. E con la mia stazza non mangiare è facile».
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