Riportiamo la lettera che Giorgio Israel ha scritto al CORRIERE della SERA, uscita nella pagina delle lettere questa mattina.
A chiusura del "caso Crosetto", trasformatosi in "affair Luzzatto", pubblichiamo un commento dello stesso Giorgio Israel. Il suo inserimento nella polemica ci pare esemplare per capire fino a che punto l'ideologia politica possa far precipitare a livelli inaccettabili la normale diversità di opinone. Nè ci stupisce che questo uso, di storica radice comunista, venga oggi ancora adoperato per agitare acque parrocchiali che andrebbero invece mantenute il più possibile neutrali. E pulite.
Ecco la lettera di Giorgio Israel al CORRIERE della SERA di oggi 16-09-05:L'articolo di Paolo Conti ( Corriere, 15 settembre) a proposito delle dimissioni di Amos Luzzatto, contiene alcune gravi inesattezze che mi riguardano e mi attribuisce un influsso spropositato (la mia opinione avrebbe un «peso enorme») che potrebbe gratificarmi ma non ha fondamento. Non è vero che io sia «l' esponente di punta dell'ala romana della lista "Per Israele"», di cui non sono mai stato candidato. Questo è un dato di fatto. Non è vero che io sia «uno dei possibili candidati alla successione di Luzzatto».
Apprendo questa notizia dal Corriere per la prima volta, dato che nessuno, tantomeno io stesso, ha mai avanzato tale prospettiva. Poi, certo, ho le mie opinioni e le esprimo senza reticenze proprio perché non ho alcun incarico nelle istituzioni comunitarie ebraiche. Malgrado non sia un professionista della politica, non sono così ingenuo da non capire che, se fossi davvero candidato, dovrei guardarmi dal rilasciare dichiarazioni nette che diano il destro a qualcuno di «bruciare» la mia «candidatura»...
E'chiaro che questo è quel che è avvenuto e, per parte mia, trovo il comportamento di coloro che hanno informato Paolo Conti comicamente inutile, oltre che scorretto. Se Paolo Conti avesse chiesto anche la mia opinione, avrebbe evitato di farsi usare propinando una storia di fantasia e si sarebbe occupato soltanto delle questioni di merito su cui si svolgerà l'autentico confronto al prossimo Congresso dell'Ucei tra posizioni indubbiamente differenziate.
Nel merito, ritengo che un presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche debba pronunziarsi con nettezza assolutamente imparziale contro qualsiasi manifestazione di antisemitismo, che venga da destra o da sinistra, e debba tenere per sé le sue simpatie politiche personali. Mi auguro che così sia nel futuro, ma non mi sono mai candidato per farlo.
Giorgio Israel
Ecco la risposta di Paolo Conti:
• Mi scuso per l'inesattezza sull'appartenenza del professor Israel alla lista «Per Israele»: sono stato male informato. In quanto alla sua possibile candidatura alla presidenza dell'Unione, non credevo di far torto riportando i molti attestati di stima di chi lo vede come un personaggio di rilievo dell'ebraismo italiano del tutto degno di assumere, un domani, quell'incarico.
Paolo Conti
Di seguito il commento di Giorgio Israel:Dunque Informazione Corretta è tanto influente che una nota di poche righe sull’intervista di Amos Luzzatto, Presidente dell’UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche) è capace di provocare un terremoto ai vertici della stessa UCEI. Questo risulterebbe dalla lettura di diversi articoli comparsi sulla stampa.
Poteva rimanere un incidente circoscritto, ma poi ci è messo il sito Internet IC – commenta La Stampa. Il Corriere della Sera inizia la sua cronaca addirittura citando la nota su IC, definendo il peso di chi l’ha scritta (il sottoscritto) "enorme"… E anche secondo Europa, non è tanto per le critiche seguite all’intervista sul caso Crosetto che è scoppiata la crisi, con la minaccia di dimissioni di Luzzatto, ma per gli "attacchi interni" fra cui – guarda un po’ – viene citato principalmente quello comparso su IC. Tutto ciò, secondo il quotidiano della Margherita "in attesa dell’attacco finale"…
Va bene, IC è importante e prestigiosa, ma qui c’è qualcosa che non quadra, qualcosa di eccessivo. Forse una chiave di questo eccesso si ritrova in una vera e propria opera di disinformazione: è la presentazione del sottoscritto come uno dei principali candidati alla successione ad Amos Luzzatto, sostenuto dalla corrente più filo-israeliana (e "oltranzista") dell’ebraismo italiano, di cui viene definito come "l’esponente principale" (e ci cui, invece, non ha mai fatto parte). Addirittura, secondo Europa, di Giorgio Israel "si dice che aspiri alla successione".
In verità, alla carica di Presidente dell’UCEI non ci ho teso né ci tesi mai – avrebbe detto Petrolini – tantomeno l’ho aspirata. Si tratta di falsità che non meriterebbero commenti, se non mettessero in due luce due aspetti.
Il primo, è il solito vizio: la dietrologia. Se qualcuno esprime un’opinione è impossibile che lo faccia perché ci crede: ci deve essere qualcosa dietro, un disegno, una trama, un complotto, un’"aspirazione".
Ma – e questo è il secondo punto – se dieci righe pubblicate su IC fanno tanto scalpore dietrologico e – guarda un po’ – danno luogo alla stessa ipotesi completamente falsa, vuol dire che qualcuno quell’ipotesi alla stampa l’ha suggerita: saranno i signori "si dice" di Europa. Qualsiasi insegnante sa che l’indizio sicuro che più studenti hanno copiato da qualcuno non è che scrivano nel compito la stessa cosa giusta, ma la stessa cosa sbagliata. I signori "si dice" debbono aver davvero creduto che questa candidatura era in ballo, e perciò debbono aver pensato che, per stopparla, era utile ricorrere a una tecnica antica della "politica politicante": enfatizzarne la prospettiva, estremizzandone i connotati, in modo da "bruciarla". Però, i nostri strateghi da "gioco del piccolo uomo politico" hanno bruciato il nulla, ed hanno fatto soltanto fare una cattiva figura ai giornalisti che hanno dato loro retta, per non voler controllare le fonti, o per l’intento di denunciare un complotto oltranzista nel seno dell’ebraismo contro l’"intellettuale progressista" Luzzatto, che starebbe per culminare nell’"attacco finale" dei tanks Merkavah (naturalmente).
Ma a parte queste miserie, la sostanza dei problemi resta la stessa. Noi abbiamo appoggiato Amos Luzzatto nella sua denuncia del caso Crosetto e, al contempo, ribadiamo le critiche espresse nel commento incriminato. Constatiamo, con autentico sconforto che, in questi giorni, si sono verificati eventi gravissimi, ben altrimenti gravi del caso Crosetto. Per esempio, l’esito dei lavori delle commissioni nominate da Tony Blair per combattere culturalmente l’estremismo islamico, che hanno sortito come unica proposta l’abolizione del Giorno della Memoria della Shoah. Avremmo voluto leggere qualche intervista in merito: silenzio assoluto. Vi è stato l’incendio e devastazione delle sinagoghe a Gaza: silenzio assoluto. Questi incendi e devastazioni sono stati commentati con un editoriale a dir poco inaudito da parte del direttore di Liberazione Sansonetti, che ha tacciato di "razzismo" i critici di questi misfatti. Silenzio.
Sarebbe stato invece opportuno che la Presidenza dell’UCEI chiedesse formalmente all’Unione e al suo leader se, nel loro futuro governo, intendono nominare, per esempio, come sottosegretario agli esteri, agli interni, o addirittura come ministro, qualcuno che la pensi come Sansonetti. Il quale, nel caso di un attentato a una sinagoga in Italia – che è già avvenuto e speriamo non si ripeterà mai – magari accuserà di razzismo coloro che protestano. Sarebbe bene saperlo, per regolarsi di conseguenza. Ma niente, silenzio assoluto.
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