IL FOGLIO di giovedì 15 settembre 2005 pubblica in prima pagina l'articolo "Strage di manovali in Iraq", che riportiamo:Baghdad. La guerra dei terroristi islamici
continua in Iraq con stragi di musulmani
a opera di musulmani. La macabra
fantasia dei carnefici wahabiti-salafiti si è
scatenata ieri a Baghdad, organizzando
una nuova trappola infernale. Una "sceneggiata"
che ha sterminato una folla di
manovali sciiti che si erano recati a cercare
lavoro in piazza Uruba, nel quartiere di
Kadhimiya, sulla sponda occidentale del
Tigri. Verso le sette di mattina un uomo, alla
guida di un minibus, ha fatto cenno ai
giovani di avvicinarsi per essere scelti e
andare a lavorare, secondo il millenario
costume della "carovana", in funzione sino
a pochi anni fa anche nel meridione italiano.
Una volta che il minibus è stato attorniato
dalla calca dei manovali, l’uomo ha
azionato il detonatore di una carica di 200
chili di tritolo: 114 i corpi straziati e 156 i
feriti. La forza dell’esplosione ha mandato
in fiamme una palazzina di due piani e fatto
bruciare decine di macchine parcheggiate
nelle vie adiacenti. La mattinata di
sangue di Baghdad è poi continuata con altri
attentati con autobomba: uno nel quartiere
occidentale di Adil (ovest), un secondo
nel sobborgo sud-orientale di Baghdad
Jadida e il terzo in quello nord-orientale di
Shula, con un bilancio di almeno 18 morti
e una quarantina di feriti.
I terroristi iracheni hanno subito rivendicato
questa "gloriosa azione" con un testo
su Internet, che offre molti spunti di interesse.
Il gruppo di Abu Musab al Zarqawi,
il leader di al Qaida in Iraq, infatti, comunica
che la strage di manovali sciiti è stata
organizzata dalla brigata Abu al Bara bin
Malilk e spiega: "Vogliamo congratularci
con la nazione islamica e informarla che la
battaglia per vendicare i sunniti di Tal Afar
è iniziata; le nostre brigate hanno adempiuto
con gioia attraverso il martirio ai precetti
della loro religione".
Il messaggio è, quindi, duplice. Il primo
è che al Qaida si vendica di una forte
sconfitta incassata con l’operazione di rastrellamento
del suo santuario nella città
di Tal Afar, nell’Iraq nord occidentale: l’esercito
iracheno, in questi giorni, ha messo
fuori combattimento circa 500 terroristi
tra uccisi e imprigionati. Le autorità di
Baghdad hanno chiuso per ragioni di sicurezza
la frontiera con la Siria e scatenato
un’offensiva che ha l’obiettivo di
chiudere i conti con i terroristi che s’infiltrano
dal confine siriano. Dopo Tal Afar
le forze irachene e americane stanno
stringendo la morsa intorno a Rabiyah e
Sinjar, vicino al confine siriano. E’ un intervento
diverso da quello di Fallujah
dell’inverno scorso, perché diretto politicamente
in prima persona dal premier
sciita, Ibrahim Jaafari, e militarmente
eseguito da seimila soldati iracheni, appoggiati
da quattromila americani.
I sunniti coinvolti per il referendum
Il secondo messaggio è che al Qaida ritiene
un "precetto della propria religione"
sterminare sciiti – che siano affamati manovali
non ha il minimo interesse per i terroristi
– e che porta avanti questa consegna
con particolare virulenza alla vigilia del
voto popolare del 15 ottobre sul testo costituzionale.
La decisione delle maggiori organizzazioni
sunnite di partecipare, questa
volta, alla consultazione elettorale – invece
di invocare il boicottaggio – legittima
l’intero processo democratico e l’attuale
governo iracheno. Non è infatti vero che il
voto sunnita può garantire quei due terzi
di voti negativi in tre province che affosserebbero
l’intera Costituzione: questa maggioranza
granitica è a portata di mano soltanto
dei curdi e degli sciiti, come dimostra
anche il caso della stessa Baghdad, in
cui circa la metà della popolazione è sciita
e buona parte della restante è, semplicemente,
laica.
Il massacro di manovali disoccupati è
parte di una strategia a più stadi, volta a punire
i falsi musulmani (gli sciiti, agli occhi
dei wahabiti-salafiti di al Qaida, sono idolatri,
perché venerano non soltanto il Dio unico,
ma anche gli imam). Poi, risponde alla
capacità d’iniziativa d’ordine che il governo
a premiership sciita sta sviluppando con la
pulizia della zona di frontiera con la Siria.
Infine, tenta di innescare una spirale di
vendette di sciiti contro sunniti – sempre disinnescata
però dalla leadership sciita sia
religiosa sia laica – che attutisca il colpo di
una Costituzione plebiscitariamente approvata
nonostante un "no", forte ma minoritario,
della componente sunnita.
LA STAMPA on line di mercoledì 14 settembre pubblica l'articolo "Alba di sangue in Iraq: due attacchi, almeno 100 i morti".
Ecco il testo:
Un'autobomba è stata fatta esplodere questa mattina nella zona nord di Baghdad. Secondo una fonte della sicurezza irachena, sono almeno 92 le persone uccise dall'esplosione dell'autobomba, mentre i feriti sarebbero 162 ma il bilancio è destinato a salire. L'esplosione è avvenuta alla 6.30 locali (le 4.30 in Italia) vicino a piazza Oruba, nel quartiere di Kazimiyah, dove, secondo il maggiore della polizia Musa Abdel Kerim, numerosi muratori si erano riuniti per raggiungere i cantieri dove sono in costruzione edifici. Un gran numero di feriti sono stati portati negli ospedali di Kazimiyah e di Yarmouk.
Singolare il commento al riguardo di Gad Lerner ai microfoni di Radio Montecarlo: il triste avvenimento, ha spiegato, è la conseguenza di una guerra sciagurata (quella di Bush, naturalmente) che ha abbattuto il regime di Saddam Hussein, e della persistenza delle truppe di "occupazione". La conclusione, per Lerner, è che occorre smettere di inseguire castelli in aria con l’approvazione di una costituzione democratica per il Paese e prendere invece atto dell’inflessibile volontà dei "guerriglieri" (così li ha testualmente definiti!) di "liberare" l’Iraq dagli imperialisti stranieri. A Lerner non sembra passare per la testa che i cittadini iracheni hanno sfidato la morte pur di avere una costituzione degna di un Paese civile, né che il 95% delle vittime dei terroristi (come ricorda puntualmente Magdi Allam) siano lavoratori, donne, vecchi e bambini, colpevoli unicamente di aspirare ad una vita migliore dopo decenni di dittatura sanguinaria.Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione de Il Foglio, La Stampa e al sito web di Radio Monte Carlo. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita
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