A pagina 11 LA REPUBBLICA di lunedì 1 agosto 2005 pubblica l'articolo di Luigi Spezia "L´Islam italiano contro il terrorismo ", che ciecamente accredita l'Ucoii come organizzazione islamica "moderata".
L'articolo tace il fatto che tale gruppo approva il terrorismo suicida diretto contro israeliani e contro occidentali in Iraq.
Ecco il testo:BOLOGNA - Un «no» al terrorismo dagli islamici d´Italia. Un «no» alle stragi e ai kamikaze da settanta associazioni e moschee iscritte all´Ucoii, l´Unione della comunità islamiche, forse il loro «sindacato» più rappresentativo, ma il documento di condanna è stato firmato anche da Abu Imad, imam della moschea di viale Jenner a Milano, considerata capofila dell´islamismo estremista, finita nelle inchieste contro gli jihadisti. «È un segnale importante - dice Hamza Roberto Piccardo, segretario dell´Ucoii - perché vuol dire che c´è un movimento verso il confronto anche in realtà musulmane ritenute radicali». Una riunione decisa d´urgenza a Bologna, nata dal clima di incertezza, dal timore e dal senso di accerchiamento che vivono oggi i musulmani.
Un terrorista di Londra è arrivato in Italia ed è passato anche da Bologna, prima di entrare a Regina Coeli. Gruppi di jihadisti tunisini qui erano stati arrestati già nel ‘97, perché aiutavano i fratelli bosniaci: uno era imam, quattro sono ancora rinchiusi a Guantanamo. Poi le inchieste milanesi e ora i musulmani d´Italia, dopo Londra, dopo Sharm, cominciano a essere presi a sputi o sono vittime di mobbing sul lavoro o vengono intimiditi con scritte sui loro negozi. «Attacchi individuali, per ora, ma preoccupanti. Diciamo di non reagire, di chiamare la polizia», dice Piccardo. Islamofobia, è un neologismo. Quindi, era necessario dare un segnale, anche perché «un attentato in Italia lo temiamo», dicono. «Una riunione decisa non per influenze esterne. E sia chiaro che il no al terrore non è scelta di oggi», dice Dachan Nour, il presidente dell´Ucoii, a capo di 150 moschee. «I nostri fratelli italiani devono sapere che sono più, non meno, sicuri se hanno un musulmani vicino».
L´assemblea è in un capannone prefabbricato incandescente, accanto alla moschea di Bologna, subito fuori città. Un documento «contro la follia omicida di una fazione microscopica del tutto estranea alla comunità islamica» da spedire a tutte le Prefetture. Poi una preghiera per la pace in Italia da recitare venerdì prossimo nelle moschee e infine una marcia per la fine di settembre. Queste le decisioni, la condanna del terrorismo vuol essere senza riserve, con tanti richiami al Corano. «Il metodo terrorista - si legge nel documento - è incompatibile con la dottrina, la giurisprudenza, la cultura islamiche. È incontrovertibile la condanna delle azioni che conducono a stragi di innocenti». Tutti i musulmani e le musulmane d´Italia vengono invitati «a non dare valenza islamica alle azioni terroristiche».
Prescrizione utile a fare terra bruciata attorno agli estremisti è l´«assoluto divieto di fornire supporto materiale o anche solo logistico, verbale o appoggio morale a persone sospette in merito alla violenza». Vanno «denunciati progetti di attentati di cui si fosse venuti a conoscenza». Rispetto al documento diffuso su Internet nei giorni scorsi è stata espunta la parte in cui si parlava di jihad. «L´abbiamo fatto per evitare strumentalizzazioni», dice Piccardo. La jihad era definita come «sforzo sulla via di Dio, inteso anche come fisico, vuoi militare» e si diceva che è importante «stabilire quale sia il jihad lecito in paesi nei quali il musulmano non è direttamente aggredito». È rimasto nel documento finale che in Europa e in America c´è «libertà e uguaglianza» e quindi «in queste condizioni, i musulmani sono tenuti al rispetto della legge generale» e alla lealtà alle istituzioni.
Sempre a pagina 11 troviamo l'articolo "Una campagna contro di noi. Che Dio faccia vincere Prodi", nel quale i dirigenti dell'Ucoii manifestano li loro vittimismo e le loro prefernze politiche.
Ecco l'articolo:
BOLOGNA - «Che Dio dia la vittoria a Prodi». L´auspicio, quasi una benedizione, arriva dal segretario dell´Unione delle comunità islamiche in Italia, dopo la riunione in cui è stato condannato senza appello il terrorismo. Hamza Roberto Piccardo, segretario di questa associazione dei musulmani d´Italia, risponde ad una precisa domanda di un cronista: «Che cosa ne pensate di Prodi, di quello che ha detto: se il centrosinistra andrà al governo, le truppe italiane saranno ritirate dall´Iraq?». Hamza non dubita un istante: «Che Dio dia la vittoria a Prodi», alle prossime elezioni. Il leader dell´Unione aveva dichiarato a Repubblica Radio che «i militari italiani saranno ritirati come truppe di occupazione, rimarremo per la ricostruzione».
Dopo quelle frasi, Prodi è stato attaccato dal premier Berlusconi, per il quale queste dichiarazioni avrebbero esposto la missione italiana a attacchi terroristici. Ma i musulmani d´Italia, o almeno quella parte rappresentata dall´Ucoii, plaudono al Professore, che ha sempre rifiutato, anche quando era presidente della Commissione europea, il concetto di scontro di civiltà tra occidente e Islam. «Quella in Iraq - spiega poi Piccardo - è una guerra ingiusta che lede gli interessi della popolazione e dello Stato italiano. L´Italia è un ponte tra due sponde del Mediterraneo e il coinvolgimento nella guerra rovina l´immagine del Paese. Avevamo guadagnato una bella immagine come amici del mondo arabo, questa sciagurata impresa l´ha rovinata. Speriamo di recuperare». Se i musulmani guardano a Prodi con speranza riguardo alla guerra, denunciano «la campagna anti-islamica» che «è presente in alcuni livelli istituzionali», come dice Dachan Nour, il presidente dell´Ucoii, che aggiunge: «Se ci criticano anche duramente, comunque vuol dire che qualcosa tra i musulmani contiamo. I nostri rapporti con le istituzioni sono ottimi, a parte qualche situazione». Di chi parla Dachan Nour? I nomi escono dalla bocca di altri dirigenti al tavolo della conferenza stampa. Nomi di partiti: «La Lega Nord, ma anche Forza Nuova».
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