Il bluff "antiterrorista" dell'Ucoii, filiazione italiana dei Fratelli Musulmani
intervista a Magdi Allam
Testata: L'Opinione
Data: 29/07/2005
Pagina: 3
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: Allam: "L’Ucoii fuori legge? Un'ipotesi da valutare seriamente
Da pagina 3 de L'OPINIONE di venerdì 29 luglio 2005 riprendiamo un'intervista di Dimitri Buffa a Magdi Allam, che mette in guardia dalle condanne del terrorismo provenienti da chi giustifica gli atentati suicidi contro israeliani, americani e occidentali in Iraq (strage di Nassirya compresa).

Ecco il testo:

Magdi Allam è un egiziano
trapiantato in
Italia quando aveva
meno di 20 anni. Un giornalista
e un intellettuale che ha
avuto una chance all’inizio
degli anni ’80 di venire a studiare
in un paese dove esiste
quella libertà che non è mai
esistita in Egitto. Di quel bellissimo
paese distrutto dalle
folli ideologie pan arabiste di
un despota, per altri versi laico
e quasi illuminato come era
Gamal Nasser, Allam ci ha
parlato in bellissime pagine
del suo ultimo libro "Vincere
la paura". Quelle stesse ideologie,
e altre che sono state
partorite da cattivi maestri dell’Islam,
come Sayyd Qutb,
capo politico militare dei fratelli
musulmani giustiziato
proprio da Nasser nel 1966,
oggi inquinano il mondo islamico
e sono alla radice del terrorismo.
L’Egitto deve la propria
arretratezza e una povertà, che
negli anni ’50 che Magdi
Allam racconta nel suo ultimo
libro sarebbe apparso difficile
immaginare, alla testardaggine
con cui un dittatore megalomane
mobilitò un intero
popolo nel falso obiettivo di
annientare lo stato d’Israele.
In realtà dopo la guerra dei
Sei giorni nel 1967 e dopo la
successiva "riperdita" nel
1973 nel conflitto ribattezzato
"di Yom Kippur" (le armate
egiziane, siriane e giordane
attaccarono nel giorno sacro
degli ebrei) fu l’Egitto ad
autodistruggersi. E da allora
non si è più risollevato. La
radice del male oscuro dei
paesi arabi è tutta lì e il successivo
diffondersi del fanatismo
religioso fu una diretta
conseguenza di quegli errori.
Al pan arabismo si è sostituito
un ancora più velleitario pan
islamismo. Che i governi
autocratici che prima facevano
riferimento al blocco dei
paesi del patto di Varsavia
dovettero subire e confinare
nelle moschee. Oggi quell’Islam
deformato dall’ideologia
e dal fanatismo ce lo abbiamo
in casa. E questo ce lo dice, a
volte un po’ inascoltato dalle
istituzioni, Magdi Allam. E fa
spesso l’esempio dell’Ucoii,
ovverosia la filiazione italiana
di quegli stessi fratelli musulmani
che così tanto male e
dolore hanno fatto per l’Islam
e nei paesi islamici. L’Italia
oggi ospita molti profughi di
quella setta ricercati in Siria e
in Egitto.
E alcuni di loro sono ai
vertici proprio dell’Ucoii. Per
cui a molti è apparsa sospetta
e un po’ opportunistica "la
fatwa" lanciata qualche giorno
fa proprio da questa organizzazione
settaria che ha
invitato i propri adepti a
denunciare chi prepara atti terroristici.
Di tutto ciò L’opinione ha
voluto parlarne proprio con
Magdi Allam. Esperto riconosciuto
del mondo islamico. Un
giornalista che ha dato tanto
all’Italia in termini di consapevolezza
di queste situazioni. Dopo avere tanto ricevuto
quando giovanissimo venne
qui da noi a completare i propri
studi.
Lui è il prototipo di quel
musulmano moderato che
tutti si ostinano a cercare e
nessuno sembra trovare. E
questo perché è diventato un
cittadino modello come ogni
laico o religioso che vive in
Italia dovrebbe sforzarsi di
essere. Oggi in molti si ostinano
a non guardare in faccia
la realtà in nome del politically
correct che mina anche le
nostre istituzioni culturali
come le università, oltre a
quelle politiche per ragioni
elettorali. La presenza e la
testimonianza del lavoro di Magdi Allam rappresenta
ogni giorno una sfida per questa
ipocrisia.

Che pensa della fatwa
antiterrorismo dell’Ucoii?
Non va bene, noi siamo in uno
stato di diritto in cui ci deve
essere una unica legge, quella
dello stato per l’appunto, e le
fatwe non devono esistere. E
nemmeno va bene che siano
gli imam a dire di denunciare
Bin Laden. Deve esistere
un’unica fonte per la legge e
la sicurezza.
Non devono esistere dei cittadini
che prendono iniziative
su quel piano: sia per dire
denunciate i terroristi e sia per
quella ancora peggiore di
istituire
delle ronde, come hanno
fatto a Cremona, contro presunti
terroristi o estremisti
islamici. Non andava bene
quando iniziative simili erano
promosse dalla Lega Nord,
vanno ancora meno bene,
vanno peggio, quando sono
promosse da sigle che immaginano
di parlare a nome di
comunità religiose. I musulmani
sono cittadini italiani o
stranieri residenti in Italia che
al pari di tutti quelli che vivono
in questo paese devono
attenersi alle stesse leggi e
affidarsi alle stesse istituzioni.
Dico no dunque alla giustizia
fai da te e no all’incitamento
sia del terrorismo sia della
delazione. Noi dobbiamo affermare una cultura della
legalità. Non una cultura dei
ghetti comunitari con leggi
proprie e propri referenti.

Nel merito l’Ucoii è credibile
quando chiede ai
suoi adepti di denunciare
i sospetti terroristi?
E’ giusto che lo stato inviti
tutti i cittadini, musulmani e
non, a fare il proprio dovere
denunciando criminali e terroristi.
Però non deve essere l’Ucoii
a dirlo perché non potrà mai
essere un interlocutore sul
piano della sicurezza o della
legislazione. Detto ciò l’Ucoii
non è in alcun modo credibile
perché è un’organizzazione
che legittima il terrorismo suicida
che massacra gli israeliani
o quello che massacra gli
americani e gli occidentali in
Iraq e ha giustificato la strage
di militari italiani a Nassyria
con un comunicato che io ho
riportato pressochè integrale
nel mio libro "Vincere la
paura". In esso tra l’altro
hanno affermato che gli italiani
in Iraq non ci devono stare
e che se ne devono immediatamente
tornare a casa. Questa
è stata la loro presa di posizione.

Se due più due fa quattro
questa Ucoii potrebbe
anche essere messa
fuori legge?
Io credo che un’iniziativa del
genere debba essere attentamente
vagliata dalle competenti
autorità italiane. Certo
non deve essere più tollerata la
presenza sul suolo italiano di
uomini e di movimenti che
sono l’emanazione di movimenti
integralisti islamici
internazionali che sono dei
veicoli per affermare degli
interessi internazionali. Parlo
dei Fratelli musulmani e degli
wahabiti. Non è più il tempo
dei sofismi e delle ambiguità.

Cioè?
Va promosso un islam italiano
in cui le moschee siano esclusivamente
luoghi di culto. Né
più e né meno. Nelle moschee
non si deve fare più politica,
nelle moschee non si deve fare
più ideologia, nelle moschee
non si deve più indottrinare,
nelle mosche non si deve più
arruolare la gente. Perché questo
è il primo passo perché
siano riscattati alla legalità i
luoghi di culto islamici .E ciò
va fatto nell’interesse di tutti
gli italiani, islamici e non.

Quindi l’iniziativa di
Pisanu di promuovere
una consulta islamica
potrebbe apparire prematura?
Diciamo che ha un senso se
attiva un processo di affermazione
di una rappresentanza
musulmana che rifletta in
modo congruo la realtà sul terreno.

Cioè?
Cioè una realtà in cui il 95%
dei musulmani non frequenta
le moschee, così come deve
riflettere l’orientamento dello
stato a un’integrazione effettiva
dei musulmani.

Vale a dire?
Significa due cose: devono
rispettare in modo assoluto le
leggi dello stato, devono condividere
i valori fondanti della
società italiana e in particolare
la sacralità della vita di tutti.
Non è più ammissibile che ci
sia ancora qualcuno che si
presta a denunciare il terrorismo
quando colpisce Londra
o Sharm el Shaik, ma lo esalta
quando colpisce Gerusalemme
o Baghdad. Con questo
doppio binario etico nella
valutazione del terrorismo
non si va da nessuna parte e
quindi non deve essere tollerato.
Ancora peggio non è
ammissibile che ci sia qualcuno
in Italia che sia esplicitamente
a favore del terrorismo
suicida.
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