Vignette antisemite alla festa di Rifondazione comunista
la denuncia di Yasha Reibman
Testata: Corriere della Sera
Data: 20/07/2005
Pagina: 20
Autore: Gian Guido Vecchi
Titolo: «Vignette antisemite alla festa del Prc» Polemica a Milano
Yasha Reibman denuncia l'antisemitismo di vignette sul conflitto israelo-palestinese esposte alla festa di Rifondazione comunista a Milano.
Son anche queste "legittime critiche al governo israeliano"?
Ecco l'articolo:MILANO — Ignari del diluvio che si sarebbe scatenato di lì a poco su Milano, si sono dati appuntamento per bere una birra all'aria aperta. MazdaPalace, lunedì, ultima serata della Festa di Liberazione, e gli amici che ti guardano un po' imbarazzati, «ci siamo seduti nel posto sbagliato, scusaci». Così Yasha Reibman, portavoce della comunità ebraica milanese, s'è guardato attorno e ha visto il «muro» preparato dai giovani di Rifondazione comunista sulla cancellata del palazzetto: assi di legno a simulare la barriera di Sharon, solidarietà alla Palestina, scritte del tipo make peace not wall! e insomma niente di insolito, non fosse per le vignette che decoravano la parete, «quelle vignette impressionanti».
Reibman non ha il tono polemico, semmai un po' scosso, «il soldato israeliano che solleva il palestinese con una ruspa o l'altro che posa un mattone sul muro hanno il naso adunco, l'aria malvagia: sono raffigurati secondo i più classici stereotipi antisemiti. Io non accuso nessuno. Ma ciò che colpisce chi come me continua a dire da anni "stiamo attenti, si fomenta l'antisemitismo", è che i giovani comunisti, se va bene, non se ne avvedono. Per questo dico: rendetevene conto. Qui si sta passando il segno, i semi che vi avevamo segnalato germogliano e oggi state riproponendo le stesse immagini che c'erano sulla Difesa della razza onei giornali nazisti». Alcune vignette hanno scritte in arabo, «probabile vengano dai giornali di quelle dittature che fomentano il fondamentalismo contro Israele e gli ebrei usando gli stessi cliché che l'Europa ha esportato e oggi vede tornare indietro». Su un volantino dei giovani comunisti compare pure un cartina sullo sfondo della bandiera palestinese «e tutta l'area, sia lo Stato d'Israele sia i territori palestinesi, è ricoperta dalla kefiah: tutto è Palestina, Israele è cancellato. Dov'è la differenza con la politica della jihad?».
L'anno scorso Reibman si era trovato d'accordo con Fausto Bertinotti nel proporre un seminario congiunto sul sionismo, «aveva detto cose importanti, condiviso la proposta, lo stesso spirito che a Milano ha portato a dialogare la comunità ebraica e il Leoncavallo». Finora non si è mai fatto.
Augusto Rocchi, segretario milanese di Rifondazione, è stupito: «Davvero non so, può darsi che i giovani abbiano ritagliato articoli di giornali arabi contro il muro, ma di certo non c'era nessun proposito antisemita. Da tempo c'è stata una evoluzione importante: nessuna confusione tra le politiche del governo israeliano e il popolo. All'inizio, su quel muro, c'era anche una bandiera di Israele, perché pensiamo debbano convivere due Stati e due popoli, senza muri. Qualcuno protestava, ma poi ha capito...». E il seminario sul sionismo? «Io ci terrei molto che avvenisse presto e che si cominciasse ad organizzarlo a Milano, invito la comunità ebraica a vederci già a settembre per studiare insieme le forme di un confronto e di un dialogo».
L'accusa: sono immagini impressionanti Le scuse: organizziamo un incontro
con Yasha Reibman
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