IL RISVEGLIO POPOLARE, organo di stampa della Diocesi di Ivrea, del 15 luglio 2005, pubblica un equlibrato articolo di Antonella Burzio e Gualtiero Santarini sulla barriera di sicurezza israeliana.
Ecco il testo:Nel corso della storia l'uomo ha costruito muri , fortezze, barriere di
ogni genere con l'obbiettivo di difendersi.
Uno degli esempi più noti è quello della muraglia cinese costruita nel 229
-221 a.C. Lunga 7000 km. fu ordinata dall'imperatore Shih Huang-ti per impedire
le incursioni delle popolazioni nomadi dell'Asia centro -orientale verso
sud.
Altro muro sicuramente molto conosciuto e che appartiene a tempi non lontani
è quello di Berlino (1961 1989). Lungo 46 km. e alto 3,5 metri sorgeva lungo
confini riconosciuti internazionalmente per impedire la fuga dei cittadini
dell'Est al mondo libero. Ricordiamo che questa costruzione è stata luogo
di esecuzioni da parte del regime della Repubblica tedesca dell'Est.
Abbiamo citato questi due esempi che rappresentano il muro più corto ( quello
di Berlino) e quello più lungo ( la muraglia cinese), ma in realtà vi sono
altre barriere, sul nostro pianeta,:come ad esempio: il muro di Ryad lungo
150 km atto a dividere lo stato dello Yemen con l'Arabia Saudita. Il muro
India-Pakistan, la barriera che segna il confine tra Botswana e Zimbauwe
per limitare il fenomeno dell'immigrazione di massa, così anche il muro
di Ceuta tra Spagna e Marocco.
Quello che ci pare utile sottolineare è che rispetto a tutte queste realtà
non vi è mai stata una particolare presa di posizione ed una analisi su
i possibili effetti negativi di tali scelte.
Attualmente il muro più discusso è senza alcun dubbio quello di Israele
in funzione dal 2003.
Gli israeliani lo chiamano "The fence " ( la siepe,in assonanza con il termine
inglese "Defence") ovvero barriera difensiva proprio perché ha lo scopo
di impedire l'ingresso di terroristi palestinesi in Israele.
In molti degli articoli che abbiamo letto il muro israeliano viene evidenziato
però come la volontà della politica di Sharon di isolare i palestinesi ovvero
di dividere due popoli.
Pochi ricordano che il muro è una triste misura per evitare il più possibile
gli attacchi dei Kamikaze.
Nella maggior parte dei casi non vengono ricordate le vite umane salvate
di tutti gli israeliani, indipendentemente dall'essere israeliti o palestinesi.
La stessa economia israeliana in seguito a questo ha tratto dei benefici
come l'aumento dei turisti stranieri: 820.000 presenze nel 2004, un incremento
del 56% rispetto all'anno 2003.
Non stiamo mettendo in discussione le conseguenze inevitabili e dolorose
che simili scelte creano ma ci par giusto anche riflettere sulle cause altrettanto
dolorose che spingono l'uomo a chiudere la porta di casa. A nostro parere
è importante che le istituzioni europee riflettano maggiormente sulla politica
di difesa dello stato d'Israele e venga attuata una campagna di sensibilizzazione
nei confronti dell'opinione pubblica occidentale.
E molto triste rilevare che al popolo di Israele nulla è riconosciuto e
nulla è perdonato.
Alla luce dei recenti fatti accaduti in Gran Bretagna, ci sembra opportuno
ricordare tutte le vittime cadute sotto la morsa della violenza e dell'odio
ed esprimiamo pertanto solidarietà alle famiglie colpite dal terrorismo.
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