Israele inizia a rispondere alle violazioni palestinesi della tregua
rassegna di cronache sui quotidiani italiani
Testata:
Data: 18/07/2005
Pagina: 18
Autore: la redazione
Titolo: Israele inizia a rispondere alle violazioni palestinesi della tregua
Il CORRIERE DELLA SERA di lunedì 18 luglio 2005 pubblica apagina 13 un articolo di Lorenzo Cremonesi intitolato "Sharon schiera l'esercito davanti a Gaza".
Vi si legge:

Venerdì erano stati colpiti dai razzi ad alta precisione sparati dagli elicotteri almeno tre attivisti della Jihad in Cisgiordania e quattro di Hamas a Gaza. Ieri un altro leader di Hamas, Sayad Sayam, è stato ucciso da un cecchino israeliano a Khan Yunis, nelle zone meridionali di Gaza
Tre "attivisti" della Jihad e quattro "attivisti" di Hamas: Cremonesi non ancora realizzato che l'"attivista" di un'organizzazione terroristica è un terrorista.
E un "leader" di un organizzazione terrorista è un capo terrorista,
Per contro, un soldato israeliano che colpisce un bersaglio legittimo come un capo terrorista è un tiratore scelto, non un "cecchino".

La possibile risposta militare all'aggressione terroristica è descritta da Cremonesi come un grave pericolo per l'Anp. Il compito di lanciare l'allarme è lasciato a Saeb Erekat, che, falsamente, dichiara:

Ogni azione militare metterà in dubbio il ritiro israeliano da Gaza e sarà un colpo mortale per il processo di pace.
Falsamente,perché Sharon ha dichiarato che il ritiro non subirà rinvii e perché è chiaro a tutti che il colpo mortale al processo di pace viene dal rifiuto dell'Anp di combattere i gruppi terroristici.

Sabato 16 luglio 2005 il CORRIERE pubblica a pagina 15 la cronaca di Cremonesi "Israele riprende la caccia a Hamas", in realtà incentrato sugli scontri tra palestinesi. Vi si legge, ad opera di un terrorista di Hamas che ha preteso, per rilasciare l'intervista, la copertura di un nome falso, il seguente racconto:

Cinque nostri militanti stavano tornando a Jabalia in auto dopo aver sparato missili. Ipoliziotti hanno cercato si arrestarli. Loro non si sono fermati, avviene spesso. Ma questa volta almeno tre agenti hanno sparato, ferendo amorte un nostro compagno e più leggermente gli altri due.
Alcune righe dopo, le orrende dichiarazioni impersonalmente attribuite ai "ranghi di Hamas" , che chiariscono quale minaccia tale organizzazione rappresenti per la stessa Autorità Nazionale Palestinese, che irresponsabilmente ha scelto di non diarmarla:
Non chiediamo di arrestare tutti i poliziotti che hanno partecipato agli scontri. Abbiamo però individuato i tre che hanno aperto il fuoco contro la nostra vettura. Presto li prenderemo e li puniremo sparando loro alle ginocchia. Un'esistenza da handiccapati sarà una punizione sufficiente.
Completa il quadro questa notazione di Cremonesi.
Tornando verso Erez, il punto di apssaggio per Israele, glia genti palestinesi applaudono ogni volta che si ode lo scoppio di un missile
Dunque coloro che dovrebebro garantire il cessate il fuoco per lo più applaudono ai terroristi. Questi ultimi si sottraggono abitualmente al controllo delle forze di sicurezza palestinesi, che abitualmente nulla fanno per per impedirglielo. I pochi poliziotti che si comportano diversamente, facilmente individuabili essendo "mosche bianche", sono esposti a crudeli ritorsioni terroristiche.

LA REPUBBLICA pubblica a pagina 17 un'intervista di Fabio Scuto al terrorista della Jihad islamica Khalid al Batish, che riportiamo:


«Da noi della Jihad islamica non verranno mai né parole né gesti per dividere il popolo palestinese. Questi scontri armati fra gruppi palestinesi fanno solo il gioco degli israeliani. Per questo la mia organizzazione ha fatto tutto il possibile per fermare la battaglia nelle strade fra la polizia dell´Anp e gli uomini di Hamas». Non si schiera Khalid al Batish, "numero 1" della Jihad islamica, nella battaglia che per due giorni ha visto per la prima volta spararsi addosso polizia palestinese e militanti di Hamas nelle strade di Gaza City. Batish è l´uomo la cui testa è stata chiesta espressamente dal premier israeliano Sharon, «il prima possibile e con ogni mezzo», al generale Halutz, capo di Stato maggiore dell´esercito israeliano: la Jihad è l´organizzazione che ha rivendicato la strage di martedì scorso a Netanya. «Ci siamo adoperati subito - dice a Repubblica - perché la battaglia fra palestinesi cessasse, abbiamo contattato i leader di Hamas che hanno accettato di ritirare i loro uomini dalle strade, così come abbiamo chiesto al ministro degli Interni Nasr Yousef di ordinare ai suoi di cessare il fuoco. La situazione a Gaza City ora è relativamente più calma».
Signor Batish, il ministro Yousef vuole che la sua organizzazione cessi gli attacchi contro le colonie di Gaza, che tra un mese saranno sgombrate. Perché continuate ad attaccarle, visto che a marzo era stata stabilita una tregua?
«La Jihad islamica ha siglato un accordo di tregua al Cairo assieme al resto delle fazioni palestinesi e alle autorità palestinesi. Ma l´accordo dava la possibilità alla resistenza palestinese di difendersi e di rispondere all´aggressione israeliana. Tutto il mondo è testimone delle violenze contro i palestinesi. Gli attacchi della Jihad islamica non sono connessi al ritiro israeliano da Gaza».
E l´attentato kamikaze a Netanya di martedì scorso, in cui cinque innocenti sono morti in un centro commerciale?. Niente può giustificare tutto questo.
«I nostri attacchi sono un´autodifesa».
Dopo quella strage sette vostri uomini sono stati eliminati dall´esercito israeliano e altri 26 sono stati arrestati nella più dura operazione contro di voi da molto tempo. Voi attaccate, poi c´è la rappresaglia, poi un altro attentato, sarà così all´infinito …
«Fintanto che gli israeliani occuperanno le nostre terre, noi avremo il diritto di combatterli».
Queste posizioni stanno facendo vacillare il presidente Abu Mazen, che perde credibilità ogni giorno accusato di debolezza dagli israeliani. È questo il vostro scopo?
«Non è vero, non ci pensiamo neanche. È la continua violazione della tregua da parte degli israeliani che lo sta indebolendo. Se la comunità internazionale è interessata a tenere in piedi la leadership di Abu Mazen, deve intervenire e fare pressioni sugli israeliani perché si fermino. Non c´è molto tempo».
Il ministro degli Interni Yousef vuole la consegna delle vostre "armi pesanti", dei missili Qassam. Come rispondete?
«Questi razzi sono utilizzati nella resistenza all´occupazione israeliana: nel momento in cui avverrà il ritiro dalle nostre terre occupate automaticamente non ci sarà più bisogno di queste armi. D´altra parte i combattenti della resistenza palestinese di Gaza verranno integrati nelle file dell´Esercito nazionale palestinese sotto il controllo dell´Anp».
Sarà difficile in questa situazione di caos e di violenza gestire il passaggio dei poteri nella Striscia di Gaza.
«Noi siamo per imporre la legge e l´ordine e riorganizzare le strutture civili nella Striscia con le autorità locali, ma i continui attacchi degli israeliani e la ripresa degli omicidi mirati dei nostri attivisti crea uno stato di continuo disordine».
Cosa farete dopo il ritiro israeliano?
«Arriviamo prima, possibilmente vivi, al 17 agosto, e vediamo poi in che cosa effettivamente si concretizzerà questo ritiro. Da quello dipenderà il nostro atteggiamento».
Il suo, tra i gruppi palestinesi, è quello meno numeroso, forse 500 persone in tutto. Alle ultime elezioni municipali vi siete presentati e avete raccolto meno del 3% dei voti. Pensa davvero di essere così importante, di poter tenere "sotto scacco" un possibile accordo di pace?
«Queste sono sue opinioni. Il peso politico della Jihad islamica lasciamola decidere al popolo palestinese, saranno sempre gli elettori a stabilire la nostra popolarità».
Notiamo che Scuto non oppone mai alle menzogne di Batish, il terrorismo della sua organizzazione sarebbe la risposta alle "aggressioni israeliane", la semplice, ma conclusiva, constatzione che la Jihad islamica non ha mai rispettato nessun periodo di calma, ha continuato ad organizzare attentati suicidi e lanciare razzi a compiere agguati contro civili e soldati israeliani.


Sabato 16 luglio 2005 REPUBBLICA pubblica a pagina 20 una cronaca di Marco Ansaldo "Gaza, un giorno di guerra Sharon ordina "Colpire la Jihad".
La risposta israeliana al terrorismo viene definita nell'articolo "rappresaglia", gli attentati terroristici minacciati da Hamas "vendetta" (Hamas compie i suoi crimini per conseguire l'obiettivo della distruzione di Israele, non per "vendetta" all'autodifesa degli aggrediti).
Hamas stessa è definita "Movimento" (con la maiuscola) "di resistenza islamica".

Ecco il testo completo:

GERUSALEMME - Il pugno e le parole di Sharon si abbattono su Hamas e Jihad islamica. «Il ritiro dei coloni non può avvenire sotto il fuoco nemico. Prenderemo tutte le misure contro le organizzazioni terroristiche. Senza limiti». Dichiarazioni che il premier israeliano compie a cavallo di una serie di raid portati a termine dagli elicotteri su Gaza e la Cisgiordania. Sette militanti di Hamas uccisi. Colpite basi della Jihad.
La rappresaglia non si è fatta attendere dopo l´uccisione, avvenuta giovedì per il lancio di un razzo Qassam dalla Striscia di Gaza, di una ragazza di 22 anni nel giardino del suo kibbutz. Ma il Movimento di resistenza islamico non si dà per vinto. Annuncia vendetta proclamando che l´azione «aprirà le porte dell´inferno» su Israele. E soprattutto ingaggia una durissima battaglia di strada (due civili morti) contro la polizia regolare palestinese dell´Autorità nazionale (Anp), in un confronto aspro che fa temere il rischio di una guerra civile tra fazioni arabe.
La situazione in Israele e nei Territori palestinesi si inasprisce ogni giorno di più. Al punto che il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, ha annunciato il suo prossimo arrivo per tentare di sbrogliare la crisi. Il disimpegno degli insediamenti, molto contrastato in Israele, comincerà il 17 agosto. Ancora ieri un generale dell´esercito ha dichiarato che uno slittamento sarebbe opportuno. Ma Sharon vuole rispettare i tempi del piano.
L´attacco aereo israeliano su Gaza e la Cisgiordania era già iniziato giovedì notte, due giorni dopo l´attentato suicida di Netanya, il primo da febbraio in una città israeliana, con 5 morti. Nella notte 4 raid erano scattati raggiungendo anche Gaza City e Khan Younis. Poi, al mattino, gli elicotteri Apache hanno replicato l´azione, colpendo con i razzi i sette attivisti di Hamas, di cui due ricercati. Venivano così rispettate le indiscrezioni che parlavano di un´imminente ripresa dei cosiddetti «omicidi mirati». In serata, forze corazzate e truppe di fanteria israeliane avanzavano di nuovo nella Striscia su due direttrici, verso il nord e il sud del territorio dal quale Sharon ha annunciato l´intenzione di disimpegnarsi.
Hamas ha replicato minacciando «fuoco e fiamme» su Israele, e di bloccare la tregua. Ma la sua battaglia ora si rivolge anche contro i palestinesi dell´Anp. In mattinata sono infatti avvenuti duri scontri tra le forze di sicurezza e i militanti del movimento. Il disaccordo tra fazioni riguarda il rispetto della tregua con Israele. A questo proposito, di recente il ministro dell´Interno dell´Anp, generale Nasr Yusef, aveva chiesto ai gruppi radicali la consegna almeno delle armi a lunga gittata. Il rifiuto e il conseguente impiego che ha fatto scattare la rappresaglia di Sharon hanno quindi portato ad aperti confronti di strada. A farne le spese ieri sono stati due ragazzi di 15 e 17 anni.
In una Gaza dove la tensione è al massimo, è giunto anche Abu Mazen. Il presidente palestinese dovrebbe rimanere nella Striscia almeno una settimana per incontri con i dirigenti delle varie fazioni. Il tentativo è di salvare la tregua. Ma il non voler rischiare il consenso (e la vita) schierandosi contro gli ultrà, gli attira forti critiche da Israele, che sta soppesando così tutta la sua debolezza.
IL GIORNO pubblica a pagina 27 l'articolo "Gaza, Sharon minaccia un'offensiva militare", nel quale leggiamo:
La cronaca di ieri è stata marcata a Gaza da ripetuti lanci di razzi e di bombe di mortaio su obiettivi israeliani che in un caso, nell'insediamnto di Neve Dekalim, hanno provocato il fermneto di cinque persone e danni materiali.
Più pesante il bilancio sul versante palestinese.
Sul versante palestinese sono stati colpiti, per difesa, dei terroristi.
Sul versante israeliano sono stati aggrediti civili.
Ma la presentazione del GIORNO cancella questa differenza qualitativa e morale, istituendo un confronto quantitativo.

La cronaca pubblicata dalla STAMPA,"Sharon minaccia«Basta guerriglia o vi invadiamo»" contiene una frase identica quella del GIORNO.
Identica è anche la nostra critica.

Nella cronaca di Umberto de Giovannangeli pubblicata da L'UNITA' "Sharon prepara l'offensiva su Gaza "Basta terrore" i terroristi vengono definiti "miliziani" o "capi militari", i soldati israeliani impegnati nella loro eliminazione "cecchini".

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