Come il linguaggio trasforma i fatti
gli israeliani "muoiono", i palestinesi "vengono uccisi"
Testata: Corriere della Sera
Data: 14/07/2005
Pagina: 1
Autore: un giornalista
Titolo: Notizie da Israele e Anp
Dal CORRIERE DELLA SERA on line del 14 luglio 2005
Netanya. Un soldato israeliano è morto stamani per le ferite riportate nell'attentato suicida di martedì a Netanya. Il militare, Maor Jean, è stato dichiarato clinicamente morto dai medici, che hanno deciso di staccare il respiratore che lo teneva artificialmente in vita. Sale così a cinque il numero dei morti nell'attentato che aveva provocato anche 30 feriti.


Nablus. Un palestinese è rimasto ucciso questa mattina a Nablus durante un raid dell'esercito israeliano L'uomo si chiamava Mohamed Safwat al-Ghazi, aveva 26 anni ed era un militante delle Brigate dei martiri di Al Aqsa. I soldati israeliani nel corso della stessa operazione hanno anche arrestato un altro componente del gruppo
Quello che colpisce è la "scelta mirata" dei termini usati: gli israeliani muoiono (quasi fosse un accidente del destino) ..i palestinesi restano uccisi (il che sottolinea un preciso e deprecato intervento umano)

L'israeliano è subito presentato come un "soldato" (benchè sia morto in seguito ad un attentato suicida indiscriminato) Poi come miltare. Il palestinese, colpito durante uno scontro a fuoco, è inizialemente appunto soltanto un "palestinese", poi soltanto un "uomo", infine un " militante" ( non un terrorista) delle Brigate dei martiri di Al Aqsa.

Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla direzione del Corriere della Sera. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.

lettere@corriere.it