Cia e Mossad vanno sempre bene per la parte dei cattvi
"rivelazioni" fondate sul nulla circa il ruolo dei due servizi segreti nel caso Moro
Testata:
Data: 06/07/2005
Pagina: 1
Autore: Massimo Solani
Titolo: Moro mi disse: Br infiltrate da Cia e Mossad
L'UNITA' di mercoledì 6 luglio 2005 pubblica in prima pagina un articolo di Massimo Solani sulle dichiarazioni del'ex vicesegretario Dc Giovanni Galloni.

A distanza di quasi trent'anni dal sequestro e dall'omicidio di Aldo Moro ad opera delle Brigate Rosse Galloni "ricorda" che Moro gli disse di sapere che Cia e Mossad avevano infiltrati nelle BR.

Seguono speculazioni acrobatiche sul ruolo dei due servizi segreti durante il sequestro del politico democristiano.

"Rivelazioni" evidentemente fondate sul nulla (una presunta affermazione di Moro, non suffragata da prove, che Galloni, unico testimone, riferisce decenni dopo), ma poichè coinvolgono Cia e Mossad tali da provocare l'immediato risveglio dei riflessi complottisti del quotidiano che fu del PCI.
Che spara la notizia in prima pagina e all'interno, a pagina 12, fa delle affermazioni di Galloni sulle presunte affermazioni di Moro una verità oggettiva: "Moro sapeva: "Cia e Mossad infiltrate nelle Br" è il titolo, del tutto privo di dubbi e riserve.

Ecco l'articolo:

MISTERI D’ITALIA «Non posso dimenticare un discorso che ebbi con Moro poche settimane prima del suo rapimento. Discutevamo delle Br, delle difficoltà di trovare i loro covi, e lui mi disse: "La mia preoccupazione è questa: io ho per certo la notizia che i servizi segreti sia americani sia israeliani hanno degli infiltrati all’interno delle Br. Però non siamo stati avvertiti di questo, perché se fossimo stati avvertiti probabilmente i covi li avremmo trovati"». A parlare è Giovanni Galloni.
L’ex vicepresidente del Csm ed ex vicesegretario vicario della Dc, in una intervista rilasciata al programma "Next" di Rai News 24 è tornato a fare rivelazioni sui rapporti fra i servizi segreti esteri e i terroristi delle Brigate Rosse. Uno dei buchi neri
mai chiariti della storia del dopoguerra italiano. «Nei 55 giorni del sequestro avemmo grandi difficoltà a metterci in contatto coi servizi americani per trovare la prigione di Moro - ha spiegato Galloni, amico e stretto collaboratore del presidente della Dc - mentre invece quando poche settimane dopo fu catturato dalle Br James Dozier (il generale della Nato rapito a Verona il 17 dicembre 1981 e liberato il 28 gennaio 1982 a Padova con un blitz dei Nocs ndr) le prigioni furono ritrovate nel giro di quindici giorni».
Rivelazione che aggiunge dettagli tutti da approfondire ad una vicenda che in oltre 30 anni non è mai stata chiarita a sufficienza. Se davvero ci fossero stati degli infiltrati di Cia e Mossad nelle fila delle Br, durante i 55 giorni del rapimento dagli 007 americani o israeliani sarebbero dovute arrivare informazioni utili per risalire al covo di via Montalcini. «Questo è possibile - risponde l’ex ministro Galloni - tanto è vero che Mino Pecorelli tre giorni prima del rapimento di Moro scrisse una notizia un po' ambigua sulla sua agenzia (Op, Osservatorio Politico ndr) dicendo che si sarebbe verificato un nuovo fatto gravissimo in cui sarebbero state implicate personalità di grande rilievo. Lo disse tre giorni prima dell'agguato di via Fani... Pecorelli aveva imbroccato la strada giusta. E io, pur senza averne le prove, faccio risalire il suo assassinio (del 20 marzo 1979, ndr) al fatto che lui minacciasse di rivelare da dove aveva attinto quelle notizie. E allora fu fatto fuori, probabilmente dai servizi segreti».
Una versione diversa e più dettagliata rispetto a quella che lo stesso Galloni fornì di fronte alla commissione parlamentare sulle stragi il 22 luglio del 1998. «Moro mi disse: "La cosa che mi preoccupa è che credo che i Servizi segreti americani e israeliani abbiano elementi sulle Brigate rosse che ci sarebbero utili per le nostre indagini, ma non ce li hanno detti"» spiegò allora Galloni. E ancora, sulle misteriose rivelazioni dell’agenzia Osservatorio Politico: «È vero o no che tre giorni prima del sequestro Moro in modo criptico, che non si capisse, la famosa agenzia giornalistica Op di Pecorelli riportò di fatto il preannuncio di questo rapimento? - spiegò - Da dove prendeva queste notizie Op, che era notoriamente legata ai Servizi segreti deviati italiani o quelli americani? (...) Probabilmente quel che mi disse Moro aveva un suo fondamento».
Frasi che contribuiscono a rendere ancora più fitto il mistero che avvolge da trenta anni ruotano la vicenda del rapimento e della morte di Aldo Moro e che nemmeno le inchieste giudiziarie e i processi hanno contribuito a chiarire. «I magistrati che sono stati coinvolti nei processi - ha spiegato ieri Galloni - sostengono di non avere avuto dalle Br dichiarazioni pienamente convincenti. I brigatisti interrogati ci dicono di aver raccontato tutto ma sappiamo che non è così. Qualcosa ci hanno taciuto, resta da capire che cosa hanno voluto coprire».
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla redazione de L'Unità. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.
lettere@unita.it