Addio Gush Katif
Deborah Fait sul prossimo esodo degli ebrei da Gaza
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Data: 04/07/2005
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: Addio Gush Katif
Mancano 41 giorni al Pullout.
E' questo il termine che preferisco per parlare del prossimo esodo degli ebrei da Gaza.
Pullout, tirar fuori, sara' questo quello che accadra'. Li tireranno fuori dalle loro case, dalle loro serre, dalle loro terre e li porteranno da qualche altra parte per ricominciare una nuova vita lontano dai palestinesi e dalle loro bombe ma anche lontano dalle loro radici.
I nostri ultimi pionieri, a 41 giorni dalla loro tragedia, stanno ancora piantando un raccolto che non vedranno mai , piantano disperatamente, cocciutamente, sapendo benissimo che ogni cosa, ogni germoglio verra' distrutto insieme alle case e alla qualita' della vita che avevano creato le mani dei loro nonni e dei loro genitori e di loro stessi, la generazione del pullout arancione che segnera' la fine del Gush Katif.
In questi giorni abbiamo assistito, increduli, disgustati, arrabbiati, alle azioni violente di un gruppetto di ebrei fanatici e abbiamo visto con terrore tre di essi, tre teppisti, tre delinquenti conosciuti alla polizia, rispondere con sassaiole al tiro di sassi di loro coetanei palestinesi, andati la' per vendicare una parolaccia contro Maometto scritta su un muro da un fanatico ebreo.
E' la versione ufficiale e si sa che i musulmani queste cose non le lasciano passare impunite.
Abbiamo visto dunque, con raccapriccio, ragazzi ebrei con le pietre in mano mirare alle mascelle di giovani palestinesi e abbiamo notato che, di colpo, i media italiani hanno scoperto una cosa risaputa in Israele da molti anni: le pietre in faccia fanno male.
Un male cane, possono spaccare la testa, rompere le mascelle e persino uccidere. Solo che quando per anni e anni ce le beccavamo noi le pietre in faccia i media, soprattutto quelli di sinistra e di estrema sinistra, parlavano quasi con affetto di ragazzini colle fionde, novelli Davide, che coraggiosamente fronteggiavano il grande esercito israeliano.
Che dietro alle fionde ci fossero i kalashnikoff dei loro fratelli e padri non aveva importanza.
Ebbene, mercoledi' scorso, i media italiani hanno cambiato l'antica versione dei "sassolini" e l'hanno trasformata in una piu' severa, cioe' i sassi sono diventati pietre che, in mano a "fanatici ebrei" , fanno malissimo e diventano linciaggio.
Giusto, solo che la nuova versione non li ha fatti vergognare della vecchia.

Ho letto anche la parola "animalesco" riferita al comportamento dei giovani ebrei
L'ho letta queste parola e ho visto nero perche' non era mai stata usata prima.
Mai!!!!
Non era mai stata usata quando palestinesi decapitavano israeliani ed eravamo ancora dentro al fu processo di pace, ne' quando linciavano bambini tredicenni , ne' quando furono trovati i loro corpi smembrati, ne' quando a due riservisti furono tolti il cuore e le budella in una stazione di polizia a Ramallah.
Non ho letto la parola "animalesco" nemmeno quando i due poveretti furono trasformati in poltiglia da una folla in delirio di uomini, donne e bambini.
Ve la ricordate la foto del palestinese alla finestra colle mani insanguinate urlante la sua felicita' per aver appena addentato il fegato di uno dei due soldati? Non ricordo di aver letto parole di eccessiva condanna per quella foto testimoniante la spaventosa barbarie palestinese.
Tutto, volutamente, passava sotto silenzio.
Del terribile linciaggio di Ramallah i media hanno parlato solo a causa dello scandalo di Riccardo Cristriano e della sua lettera all'ANP " io non vi avrei mai traditi, non avrei mai mostrato quelle immagini come ha fatto Mediaset, io sono dalla vostra parte". Piagnucolava.
Disgustoso.

Noi protestavamo, piangevamo, urlavamo al Mondo "ma non vedete cosa ci stanno facendo?" E il Mondo ci rispondeva andando ad abbracciare l'ideatore diabolico di quel inferno, quello che aveva educato i palestinesi alla barbarie. Lui riceveva gli omaggi, i suoi ci ammazzavano i bambini, bombardavano ininterrottamente i villaggi e gli insediamenti ebraici, terrorizzavano Israele con decine di attentati al giorno ma il Mondo ci voltava le spalle, minimizzava e andava a coccolarsi Arafat, il demonio.
Mai una parola di pieta' per i nostri morti e per i nostri vivi che piangevano, cadevano in depressione, si suicidavano. Mai una parola per quello che stava passando Israele. MAI MAI MAI.
Uno schifo.
Vi ricordate quando un cecchino palestinese aveva mirato alla testolina di Shal'evet, sei mesi, freddandola tra le braccia del papa'?
"E' la risposta all'occupazione" fu il perverso e sadico commento.

Israele e' percorso da un'onda di nastri arancione, li porta anche chi sostiene il piano di Sharon , per solidarieta' . Sono legati alle antenne delle macchine, alle biciclette dei bambini, alle borsette delle donne, agli zainetti degli studenti, ai balconi delle case. Una fiamma colore delle arance e del sole di Gush Katif che percorre il paese per ricordare che presto, fra 41 giorni, gli ebrei tireranno altri ebrei fuori dalle loro case per consegnare il tutto al nemico.
Sara' giusto? Sara' un terribile errore? Sara' il preludio alla fine di Israele come dicono i pessimisti? Sara' la fine del terrorismo come assicurano gli ottimisti?
Nessuno lo sa, certamente non sara' la fine del terrorismo perche' gli arabi hanno capito fin troppo bene che questa forma di barbarie paga.
I nastri arancione sono diminuiti da mercoledi. Chi voleva esprimere la propria solidarieta' e' rimasto disgustato da quelle pietre in mano ad ebrei.
Noi vogliamo essere severi con noi stessi.
Si, li hanno presi in pochi minuti, hanno fatto solo resistenza passiva, sono tutti in galera, saranno processati e riceveranno severe condanne. I tre teppisti, nella confusione, sono riusciti a scappare ma la polizia sa chi sono e li prendera' ma questo non cancellera' quello che hanno fatto.
Che solo tre lanciassero pietre non ci consola.
Noi ci vergognamo.

Israele si vergogna, quel ragazzo che tira la pietra contro il viso del palestinese a terra ci ha straziato il cuore e molti hanno gettato via i nastri arancione.
Noi non siamo cosi', noi non siamo come loro! Abbiamo pensato.

Eppure lo sapevamo, dovevamo essere pronti a questo.
Abbiamo sopportato anni di terrore senza reagire, senza manifestazioni di odio, abbiamo sepolto i nostri cari e continuiamo a seppellirli strappandoci le vesti davanti alle bare. Abbiamo portato pazienza davanti all'indifferenza del Mondo intero.
Assistiamo con paura ai bombardamenti degli hezbollah, bombardamenti che naturalmente nessuno condanna anche se hanno ammazzato un nostro soldato di 19 anni e ferito altri.
Leggiamo che l'Iran vorrebbe tanto provare la sua bomba contro Israele.
Dobbiamo assistere alla violenza quotidiana degli stramaledetti pacifisti che vogliono distruggere la barriera salvavita perche' gli piace vederci morti in nome della loro pace islamica.
Quanto potevamo resistere senza che alcuni di noi diventassero come loro?
Gli asseragliati dentro la casa araba erano 46, i teppisti erano tre , numeri che dovrebbero far ridere gli italiani abituati alla guerriglia urbana per le partite di calcio. Numeri ridicoli anche se paragonati alle orde di pacifisti violenti che ci aggrediscono da 5 anni e che ieri hanno ucciso a sassate un poliziotto israeliano.

Dobbiamo proprio vergognarci?
No!
Tre delinquenti andati la' per far casino e sfogare il loro odio non devono far vergognare un popolo intero che nell'inferno quotidiano durato tanti anni ha rifiutato di cadere nella facile trappola dell'odio contro il nemico e non ha mai perso la propria integrita' morale.
Dobbiamo essere orgogliosi di questo, dobbiamo condannare e isolare chi sgarra ma non dobbiamo vergognarci mai.
Altri dovrebbero farlo!
Io credo che chi ha gettato via i nastri arancione se ne procurera' altri molto presto perche' tutti sappiamo che i nostri fratelli degli insediamenti ebraici sono brave persone, sono i veri, gli unici e ultimi pionieri, sono gente che lavora duramente e che ha trasformato quello che gli arabi chiamavano "sabbia maledetta" in verdi prati e immense serre.
Dobbiamo dare loro la nostra solidarieta' perche' sono nostri fratelli, perche' la propaganda araba li ha fatti odiare da tutto il mondo trasformandoli in mostri.
La parola "colono" per i giornalisti italiani di sinistra e' sinonimo di delinquente.
Bene, non sono delinquenti, non sono mostri, sono gente pacifica che per anni ha protetto il resto di Israele dal nemico arabo. Sono gente che crede ancora negli ideali in cui credevamo tutti. Sono gente, uomini, donne e bambini che stanno vivendo nella disperazione e nella paura.
Dobbiamo capirli e amarli anche per i perfidi che li odiano perche' fra 43 giorni tutti diremo "Addio Gush Katif ".
Loro piangeranno "Addio Gush Katif".

E speriamo di non dover mai dire "Addio Israele".