L'aggressione di Hezbollah diventa uno scontro e i volantini israeliani "violano la sovranità nazionale" libanese
quando l'ordine temporale e il senso delle proporzioni non valgono
Testata:
Data: 01/07/2005
Pagina: 8
Autore: un giornalista
Titolo: Scontri tra Hezbollah e Israele alle pendici del Golan - Si infiamma ancora la zona contesa: incursione hazbollah, raid di Israele
Per LA STAMPA di venerdì 1 luglio 2005 l'aggresione di Hezbollah a Israele diventa, nel titolo di un breve articolo a pagina 8 "Scontri tra Hezbollah e Israele alle pendici del Golan".
i terroristi di Hezbollah sono "guerriglieri", le loro postazioni "postazioni sciite".
Ecco l'articolo:Violenza ai confini settentrionali di Israele dove i guerriglieri Hezbollah libanesi non danno respiro. Il ministro israeliano degli Esteri Silvan Shalom ha inoltrato una protesta alle Nazioni Unite dopo che mercoledì un commando di guerriglieri era penetrato nel territorio sotto controllo di Israele alle pendici del Golan (fattorie Shebaa). In quell’episodio è rimasto ucciso un soldato. Ieri nella stessa zona ci sono stati nuovi scontri a fuoco e l’aviazione israeliana ha lanciato due raid aerei contro le postazioni sciite. Un guerrigliero è rimasto ucciso. Ma Israele, per ora, preferisce non spingere sull’acceleratore delle ritorsioni nella speranza che a disarmare (o a contenere) gli Hezbollah ci pensi il nuovo governo di Beirut, appena insediatosi. Le Fattorie di Shebaa sono l’unica area non abbandonata da Israele durante il ritiro del maggio 2000 delle sue truppe dal Libano meridionale, ma secondo l’Onu appartengono alla Siria, mentre i governi di Damasco e di Beirut affermano invece che fanno parte del territorio libanese.
Più corretto il titolo dell'articolo di AVVENIRE "Si infiamma ancora la zona contesa: incursione hazbollah, raid di Israele".
Peccato che in chiusura vengano riportate senza commenti le dichiarazioni del ministro degli Esteri libanesi, per il quale il lancio di volantini da parte di Israele è una violazione della sovranità del Libano. Le armi di Hezbollah, vero e proprio stato nello stato, e gli attacchi a Israele dal territorio libanese, invece, no.Si "infiamma" ancora il confine tra Libano e Israele. La giornata è stata scandita, come la precedente, dagli attacchi e le incursioni della milizia sciita dell'Hezbollah da una parte, e l'esercito israeliano dall'altra. L'ultimo attacco è stato sferrato da Israele. Un elicottero da combattimento ha lanciato nel pomeriggio di ieri due razzi nella zona contesa delle Fattorie di Shebaa, l'unica area non abbandonata da Israele durante il ritiro del maggio 2000 dal Libano meridionale.
In mattinata, i primi scontri. L'esercito israeliano - secondo quanto riferito da fonti militari e smentito invece dagli Hezbollah - ha intercettato e aperto il fuoco contro due guerriglieri che tentavano di infiltrarsi in una postazione nella zona, colpendone uno. I due combattenti - sempre secondo Israele - facevano parte di un commando che due giorni fa avevano ucciso un soldato israeliano. All'azione sono seguiti bombardamenti d'artiglieria.
Sempre nella mattinata, un elicottero israeliano ha sganciato volantini nel sud de Libano e a Beirut, sollecitando il governo libanese a prendere il controllo della sua zona di frontiera con Israele per impedire agli Hezbollah di causare «una pericolosa escalation militare». Un'azione condannata dal ministro degli Esteri libanese, Mahmoud Hammoud, che ha informato «il Consiglio di Sicurezza dell'Onu delle aggressioni che stanno avendo luogo. Consideriamo il lancio dei volantini da parte di Israele una violazione della sovranità del Libano e della sicurezza del suo territorio e dei suoi cieli».
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