Oil for food: nuove prove contro Annan
lo scandalo continua a imperversare sull'Onu
Testata:
Data: 16/06/2005
Pagina: 12
Autore: Maurizio Molinari - Christian Rocca - Dimtri Buffa
Titolo: Scandalo Oil for Food Nuove ombre sul ruolo di Annan - Buonanotte Onu - Kofi Annan e Oil for Food: sapeva tutto del figlio Kojo
LA STAMPA di giovedì 16 giugno 2005 pubblica a pagina 12 l'articolo di Maurizio Molinari "Scandalo Oil for Food Nuove ombre sul ruolo di Annan", che riportiamo:


Due memo del 1998 gettano nuova luce sul coinvolgimento di Kofi Annan nello scandalo «Oil for Food» obbligando la commissione di inchiesta di Paul Volcker a riaprire il dossier sul ruolo del Segretario generale delle Nazioni Unite.
I due memorandum vennero spediti nel giro di pochi minuti per e-mail il 4 dicembre del 1998 da Michael Wilson, allora vicepresidente della società svizzera «Cotecna Inspection S.A.» per la quale lavorava Kojo Annan, figlio del Segretario generale. Nel primo e-mail, di cui è stato il «New York Times» a svelare l'esistenza, Wilson affermava di aver incontrato a Parigi Kofi Annan per parlargli della partecipazione della «Cotecna» ad una gara d'appalto del programma «Oil for Food» e nel secondo si diceva sicuro di riuscire ad ottenerlo in ragione di un'«efficace ma silente opera di lobby» nei circoli diplomatici di New York.
A ciò bisogna aggiungere che Wilson nel secondo e-mail sottolineava l'importanza del ruolo di Kofi Annan nel riuscire ad ottenere il contratto mentre le norme della «Oil for Food» non prevedevano un ruolo diretto del Segretario generale nelle gare. Da qui il sospetto di conflitto di interessi nei confronti di Kofi Annan che potrebbe aver violato i regolamenti Onu e favorito la «Cotecna» - che poi ottenne l'appalto del valore di dieci milioni di dollari l'anno - in ragione del fatto che aveva Kojo fra i suoi dipendenti.
A Paul Volcker, dall'aprile scorso alla guida della commissione indipendente di inchiesta della «Oil for Food», non è restato altro che annunciare «l'urgente esame dei memo» e quindi la riapertura del dossier su Kofi Annan, che era stato chiuso in marzo con il rapporto interinale nel quale gli si rimproverava solamente «superficialità» sul caso che coinvolge il figlio. Il portavoce del Segretario generale, Fred Eckhard, si è limitato ad affermare che Annan «non ricorda di aver incontrato» Wilson a Parigi nel 1998 e che «non esistono documenti» su tale episodio, ma proprio queste lacune hanno spinto Reid Morden, direttore esecutivo della commissione inquirente, a far sapere che sarà necessario ascoltare Annan. E' prevedibile che la commissione tornerà anche a convocare Kojo, a cui ha già rimproverato scarsa collaborazione.
Come se non bastasse il Segretario generale è alle prese con un progetto di riforma dell'Onu che sembra impantanato. Le proposte da lui fatte in marzo per rinnovare le Nazioni Unite incontrano forti resistenze, soprattutto da parte del Terzo Mondo. Dall'ultima bozza redatta dal presidente dell'Assemblea Generale, Jean Ping, emerge infatti che non c'è accordo non solo sulla nuova composizione del Consiglio di Sicurezza ma anche su definizione di terrorismo, risoluzione sull'uso della forza, criteri per la creazione del Consiglio sui Diritti Umani, fondo per promuovere la democrazia e volume degli aiuti da destinare ai Paesi in via di sviluppo.
Contestate dal Terzo Mondo e appoggiate con debole convinzione dagli europei, le proposte di Kofi Annan hanno ricevuto invece un indubbio sostegno dal Congresso di Washington, la cui commissione bipartisan sulla riforma si è espressa ieri in favore dei cambiamenti suggeriti, chiedendo tuttavia al Segretario generale di rompere gli indugi, «fare in fretta», essere più energico e determinato nel battersi contro le resistenze di un'organizzazione «che continua a mancare di trasparenza».
«Il bisogno di riforme interne sta diventando sempre più pressante perché nonostante gli sforzi di pochi Stati membri l'Onu continua ad essere inefficiente, gestita male e troppo politicizzata» si legge nel testo del Congresso firmato dal repubblicano Newt Gingrich e dal democratico George Mitchell, secondo cui «l'Onu non potrà uscire da queste difficoltà senza la leadership americana». Fra scandali e polemiche il Palazzo di Vetro è riuscito a dare un segnale di innovazione includendo - per la prima volta in 53 anni - un israeliano fra i ventuno vicepresidenti dell'Assemblea generale.
Dal FOGLIO (a pagina 1 dell'inserto) sullo stesso argomento l'articolo di Christian Rocca: "Buonanotte Onu":
New York. E’ una settimana mica male,
questa, per le Nazioni Unite e per il suo
claudicante segretario generale. Due messaggi
di posta elettronica, scoperti per caso
in un archivio di Ginevra, hanno messo Kofi
Annan nei guai, al punto che la Commissione
indipendente d’inchiesta su Oil for
food ha subito comunicato che riaprirà "urgentemente"
il caso. Contemporaneamente,
ieri, una task force bipartisan creata dal
Congresso americano ha presentato un progetto
di riforma dell’Onu, sostenendo che
"le Nazioni Unite hanno bisogno di riforme
e di un rafforzamento, viceversa rischiano
il declino di credibilità e il loro futuro sarà
a rischio". Oggi, poi, il Congresso voterà
una proposta di legge, già approvata in
Commissione, che blocca automaticamente
fino a metà dei finanziamenti americani al
Palazzo di Vetro, se non saranno approvate
un mucchio di radicali riforme. In settimana,
infine, dovrebbe finire l’ostruzionismo
del Partito democratico nei confronti di
John Bolton, l’ambasciatore all’Onu nominato
da George Bush e ancora in attesa di
conferma del Senato.

La notizia è comparsa due giorni fa in un
breve articolo di Judith Miller sulle pagine
interne del New York Times, e il giorno dopo
è stata ripresa con scarso rilievo dai
giornali italiani. Eppure è clamorosa, perché
smentisce tutta la linea difensiva
di Annan nello scandalo
Oil for food, il programma
petrolio-incambio-
di-cibo
gestito dall’Onu
fino alla caduta
del regime di Saddam.
Oil for food
avrebbe dovuto
sfamare la popolazione
irachena, vendendo
una parte del petrolio di Saddam bloccato
dall’embargo Onu, ma in pratica ha rafforzato
il regime e ha creato il più grande giro
di corruzione e di contrabbando della storia
(21 miliardi di dollari). La società che
avrebbe dovuto controllare il corretto funzionamento
della parte alimentare del programma,
la Cotecna, pagava regolarmente
il figlio di Annan, Kojo. I due Annan in un
primo momento hanno negato i pagamenti,
poi le inchieste hanno provato che Kojo ha
ricevuto uno stipendio fino a pochi mesi fa,
in teoria per non fare niente. Il dubbio che
si trattasse di una contropartita per l’assegnazione
dell’appalto è diventato molto forte
quando si è scoperto che la Cotecna vinse
l’appalto perché la sua offerta era meno
onerosa di quella dei concorrenti, salvo
però aumentarla, fino allo stesso prezzo degli
sconfitti, pochi giorni dopo la firma del
contratto. Kofi Annan si è difeso dicendo di
non aver mai saputo dell’interesse di Cotecna
per l’Iraq, anzi di averlo appreso soltanto
ad appalto assegnato. La Commissione
indipendente presieduta da Paul
Volcker gli ha creduto, cioè non ha trovato
prove di corruzione di Annan, al punto che
il segretario ha detto di essere stato "assolto"
dalle accuse. I membri della Commissione
hanno dovuto precisare che no, non è
stato affatto del tutto esonerato e un giornalista
di Al Jazeera, alla conferenza stampa
di presentazione del Rapporto Volcker,
ha chiesto: "Come pensate possa essere
credibile che padre e figlio non abbiano
mai parlato di un affare multimilionario in
cui erano entrambi coinvolti e da cui dipendeva
la vita di 25 milioni di persone?".
Ora sono comparse queste due e-mail a
smentire Annan. Sono state trovate negli
archivi della Cotecna da una delle cinque
inchieste federali americane che indaga su
Oil for Food. Sono state scritte da un dirigente
di Cotecna e indirizzate ai vertici della
società una settimana prima della gara
d’appalto. L’anno è il 1998. Il dirigente è Michael
Wilson, ghanese come il segretario,
grande amico di famiglia degli Annan e
d’infanzia di Kojo. Wilson chiama Kofi Annan
"zio". Nella prima e-mail, Wilson ha
scritto ai suoi capi di aver incontrato il segretario
generale e il suo staff a Parigi, e
questi gli hanno dato consigli sulla gara e
la rassicurazione di "poter contare sul loro
sostegno". Un portavoce Onu ha confermato
che quel giorno Annan si trovava a Parigi,
ma ha detto che il segretario non si ricorda
di quell’incontro avvenuto una settimana
prima che la Cotecna ottenesse il
contratto.

Una task force bipartisan, guidata dagli
ex leader repubblicani e democratici Newt
Gingrich e George Mitchell, ha presentato
un rapporto con le proposte di riforma delle
Nazioni Unite, un organismo giudicato
"fossilizzato" e incapace di autoriformarsi
con l’attuale leadership. Tra le raccomandazioni
contenute nelle 154 pagine del rapporto
ci sono l’istituzione di una forza di intervento
rapido per prevenire genocidi,
stragi e gravi violazioni dei diritti umani;
una commissione indipendente di controllo
dei conti; un sistema di votazione che
sulle questioni finanziarie dia più potere
alle nazioni che contribuiscono maggiormente
al bilancio. La task force ha suggerito
di far partecipare soltanto le democrazie
ai lavori della Commissione sui diritti umani
e ha chiesto alla Casa Bianca di nominare
un ambasciatore ad hoc per organizzare
il gruppo delle democrazie dentro l’Onu e
quindi promuovere i diritti democratici
dentro i paesi membri. Oggi, infine, il Congresso
voterà la "U.N. Reform Act of 2005"
che, se approvata, introdurrà riforme finanziarie
e strutturali nel sistema Onu. Se
almeno 32 delle 39 riforme Onu suggerite
dalla legge non saranno approvate, gli Stati
Uniti ritireranno automaticamente metà
della propria quota annuale che, nel 2006,
sarà di 439 milioni di dollari.
E da L'OPINIONE, a pagina 7, "Kofi Annan e Oil for Food: sapeva tutto del figlio Kojo", di Dimitri Buffa :
Michael Wilson a casa
di Kofi Annan lo
chiamavano "lo zio"
sebbene fosse in effetti poco
più che un segretario del figlio
Kojo nonché un suo fedele collaboratore
quando il rampollo
lavorava presso la ditta Cotecna
finita insieme a lui con tutte
le scarpe nelle indagini dello
scandalo "Oil for food". Adesso
questo "zio" rischia di fare
riaprire la posizione di Annan
padre nell’inchiesta amministrativa
dell’Onu, e forse presto
inq uella penale, sulle tangenti
del petrolio di Saddam
dato in cambio di cibo e non
solo.
Infatti in un memo scritto
il 4 dicembre 1998 Wilson
annotava che alcuni giorni
prima "in famiglia" si era
discusso, insieme allo staff di
Kofi Annan, come fare coronare
di successo gli sforzi della
ditta Cotecna per rientare nel
giro Onu da cui era stata cacciate
qualche anno addietro
dopo essere stata implicata in
un altro giro di tangenti che
quella vota riguardavano il
vecchio presidente pakistano
Ali Bhutto. "Annan ci assicurò
che noi potevamo contare su di
loro". Come è noto Cotecna di
lì a poco rientrò in ballo vincendo
una gara di appalto per
10 milioni di dollari l’anno per
predisporre le ispezioni di qualità
su tutti i cibi e le medicine
introdotte in Iraq. In pratica il
"food" in cambio in cambio del
famoso "oil". Come a dire che
a controllare erano quelli che
dovevano essere controllati e
forse sarà un caso ma nella ditta
riammessa nel giro Onu era a
stipendio il figlio di Annan.
Ma il problema che potrebbe
nascere per l’ex premio
Nobel per la pace non riguarda
le vecchie e già note vicende
quanto piuttosto una nuova che
in America fa sempre una grande
impressione: non avere
detto il vero sulla propria consapevolezza
che la ditta Cotecna
era quella che stipendiava
con cifre milionarie annue il
figlio Kojo. E avere spergiurato
di non essersi mai occupato
della riammissione della ditta
in questione nel giro degli
appalti Onu dopo la sua estromissione.
Circostanze entrambe
che, se riconosciuto per vero
l’appunto scritto dello "zio" di
Kojo, potrebbero risultare clamorosamente
false. Come ha
reagito Anann a queste rivelazioni
riportate l’altro ieri dal
New York Times e riprese dai
giornali italiani con due o tre
pigri trafiletti? Facendo dire al
proprio protavoce Fred Eckard
di non avere alcuna "recollection"
di questo meeting con
questo Mr. Wilson ma di non
potere escludere che ci sia stata
una visita privata. Un po’
pochino per sottarlo a eventuali
ire di Washington e a un
zelante supplemento di indagine
da parte di Paul Volcker qualora
la circostanza avesse ulteriori
conferme. Peraltro la
commissione d’ inchiesta indipendente,
guidata da Paul
Volcker, l'ex presidente della
Federal Reserve Usa, aveva già
diffuso a marzo un altro rapporto
provvisorio sul programma
"oil-for-food", questa volta
sul segretario generale ed il
figlio, Kojo, che ha lavorato per
la società svizzera Cotecna. I
giornalia vevano parlato di
assoluzione. Ma tale "assoluzione"
era da classificare tra
quelle del tipo "per insufficienza
di prove" ed era accompagnata
dalle critiche che l'ex
presidente della Fed aveva
rivolto ai vertici dell'Onu,
incontrando la stampa in un
albergo di Manhattan. "Quando
Annan scoprì nel 1999 dai
media che il figlio Kojo lavorava
per Cotecna e l'inchiesta
non ha trovato prove credibili
che lo sapesse prima - disse
Volcker a marzo di quest’anno
- avrebbe dovuto autorizzare
subito un'indagine indipendente".
L’altro ieri il New York
Times, certo non un giornale
vicino all’amministrazione
Bush ha tirato fuori questo
appunto di questo signor Wilson,
collaboratore di Kojo
Annan, che sembra essere la
classica "pistola fumante". Se
vero, infatti, sarebbe la dimostrazione
che il segretario Onu
sapeva da almeno un anno
prima e che aveva sinora
nascosto la circostanza. Si
vedrà in seguito se le rivelazioni
di un giornale tradizionalmente
liberal potranno essere
usate dai repubblicani americani
per chiedere la testa del
non particolarmente amato
segretario delle Nazioni Unite.
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