Gli scandali dell'Onu
da oil for food alle molestie sessuali
Testata: Corriere della Sera
Data: 14/06/2005
Pagina: 16
Autore: Danilo Taino
Titolo: L'ultima ccusa americana all'Onu:
Il CORRIERE DELLA SERA di martedì 14 giugno 2005 pubblica a pagina 16 un interessante articolo di Danilo Taino sugli scandali dell'Onu, che proponiamo ai nostri lettori, dato il rilievo che il palazzo di vetro ha, o apsirerebbe ad avere sulla scena internazionale e in particolare su quella mediorientale.

Ecco il testo:

C'è una questione « etica » che sta trascinando nella polvere l'Onu e, se i Paesi che ne fanno parte non riusciranno ad accordarsi su una riforma radicale, « diventeranno enormi le pressioni sugli Stati Uniti e altri governi responsabili per proteggersi agendo indipendentemente dalle Nazioni Unite » . È di fatto un ultimo richiamo quello preparato in mesi di lavoro da una task force del Congresso americano sulla situazione del Palazzo di vetro e la sua « riformabilità » . Un'accusa — scritta da una commissione bipartisan guidata dal repubblicano Newt Gingrich e dal democratico George Mitchell e rivelata ieri dal New York Times — di mancanza di eticità professionale, la quale si concretizza in scandali finanziari, in casi di violenze e di molestie sessuali, nel cattivo management, nel morale depresso dello staff, nella mancanza di trasparenza. Ma non è ancora la richiesta di sostituire l'Onu con qualcosa di nuovo, come vorrebbe una parte del partito repubblicano.
Al cuore del problema c'è il fatto che, così come funzionano oggi, le Nazioni Unite sono indifendibili. Lo scandalo più famoso è quello Oil for Food , il programma speciale rivolto all'Iraq che usava denaro proveniente dalla vendita di petrolio per comprare cibo e medicinali ai tempi del regime di Saddam Hussein. Tangenti e corruzione erano all'ordine del giorno e una commissione presieduta da Paul Volcker ha per ora accusato di irregolarità alcuni funzionari Onu, il più importante di questi Benon Sevan, capo del programma di aiuti. Ma ha anche pesantemente criticato l'ex segretario generale Boutros Boutros Ghali per mancanza di trasparenza e conflitto d'interessi. E ha chiamato in causa lo stesso attuale segretario generale, Kofi Annan, per non essere stato attento ai rapporti di suo figlio Kojo, il quale lavorava per una società che aveva ottenuto un incarico dall'Onu. In più, il braccio destro di Annan, cioè il suo capo dello staff Iqbal Riza, ha dovuto dimettersi dopo che si è venuto a sapere che aveva distrutto documenti che coprivano tre anni di programma Oil for Food .
Ma i casi di etica zero o bassa sono anche altri. Il più recente è quello dell'ex primo ministro olandese Ruud Lubbers, il quale, lo scorso febbraio, ha dovuto dimettersi da Alto commissario Onu per i rifugiati perché accusato di molestia sessuale da una funzionaria delle Nazioni Unite di Ginevra: l'avrebbe abbracciata, non richiesto, alla fine di una riunione. Lubbers nega ma Annan, che l'ha difeso per un po' di mesi, alla fine l'ha dovuto abban donare. In tema di reati sessuali, però, il caso più devastante riguarda i Caschi blu della missione di pace nella Repubblica democratica del Congo: le denunce investigate dall'Onu sono 150 e parlano di violenze sessuali su donne congolesi, pedofilia, stu pro, sollecitazione della prostituzione. Secondo certe accuse, alcuni soldati avevano addirittura messo in piedi una specie di rete di postriboli da campo. Denunce di crimini sessuali erano in passato state rivolte ai Caschi blu a Timor Est, in Cambogia, in Kosovo. La stessa missione Monuc in Congo è stata poi accusata, da un rapporto interno dell'Onu, di « codardia » perché, di fronte ad attacchi armati, avrebbe consegnato senza sparare un colpo intere zone ai ribelli: in particolare, un comandante uruguayano avreb be ceduto il controllo dell'aeroporto di Bukavu alle forze di Laurent Nkunda e così favorito la strage di civili che seguì. Episodi che avrebbero dato l'impressione alla popolazione locale di impotenza e inaffidabilità da parte dell'Onu. Oltre a questi scandali, il Palazzo di vetro è accusato di piccola corruzione, malfunzionamento e, soprattutto, di incapacità a prevenire i casi di genocidio, Sudan in testa.
La task force del Congresso non si è però limitata a criticare l'Onu: ha accusato alcuni Stati, soprattutto sulla questione del genocidio, di avere « bloccato e sabotato l'azione delle Nazioni Unite » . Ha insomma posto un problema di funzionamento generale dell'istituzione e, per questo, appoggia le riforme proposte lo scorso marzo da Annan.
Ma sottolinea anche il problema della ricerca di un nuovo segretario generale, quando scadrà il mandato attuale a fine 2006, da scegliere sulla base delle sue « capacità manageriali » . E propone a George Bush di creare una posizione diplomatica che aiuti a costruire un gruppo di Paesi democratici organizzato all'interno del Palazzo di vetro: se la riforma dell'Onu si potrà fare, aiuterà a farla; se la riforma fallirà, potrebbe essere il nucleo attorno al quale costruire un'organizzazione alternativa ( ma questo Gingrich e Mitchell non lo dicono apertamente).
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