Il CORRIERE DELLA SERA di lunedì 13 giugno 2005 pubblica in prima pagina un articolo di Antonio Ferrari sull'esecuzione decisa dall'Anp di quattro palestinesi accusati di omicidio. Ecco l'articolo:Nelle carceri palestinesi vi sono 51 condannati a morte. Metà di essi sono accusati d'aver collaborato con Israele; gli altri di assassinio, quindi delinquenti comuni. Per quattro di questi ultimi, il presidente dell'Anp Mahmoud Abbas ( Abu Mazen) ha firmato sabato l'ordine di esecuzione della sentenza emessa da un tribunale di Gaza, dopo un rapido, e probabilmente sommario processo.
Ieri sono stati uccisi: tre impiccati e uno fucilato.
Non accadeva dal 2002, quando l'allora leader Yasser Arafat, sotto pressione da parte delle associazioni per il rispetto dei diritti umani, aveva deciso di sospendere le pene capitali e di trovare un altro impiego al boia.
A spingere Abbas verso il ripristino della massima punizione, decisione assai discutibile per una leadership che intende presentarsi come « democratica e riformista » , sono stati gli allarmati rapporti del ministro dell'interno.
Che ieri ha fatto dire al suo portavoce, Tawkiq Abu Khoussa, d'aver suggerito la linea più dura per « riportare legge e ordine nei territori, e sconfiggere il caos » . Ora, è pur vero che da troppo tempo bande di criminali comuni palestinesi scorrazzano impunite nelle città e nei villaggi della Cisgiordania e di Gaza, seminando il terrore fra la gente, e mascherandosi spesso dietro improbabili sigle politiche. Ma è altrettanto vero che il ricorso all' esecuzione della pena capitale è conseguenza della volontà di Abbas e del governo dell' Anp di non voler smantellare, con la forza quando necessario, i gruppi armati che continuano a compiere atti di violenza.
Il presidente, eletto a gennaio dopo la morte di Arafat, è convinto di poter utilizzare le armi della critica per convincere gli estremisti a trasformarsi in soggetti politici, in vista delle future elezioni palestinesi, che si dovevano svolgere a luglio ma che sono state rinviate. Per due motivi: attendere l'evacuazione dell'esercito israeliano e lo smantellamento de gli insediamenti ebraici nella striscia di Gaza; e soprattutto contenere, con l'aiuto del tempo, l'avanzata degli integralisti di Hamas, che hanno conquistato baldanzosamente quasi la metà dei comuni nelle ultime elezioni amministrative. Ma il tempo, invece di aiutare i moderati che contano su un recupero di consensi, rischia di ottenere l'effetto opposto. Hamas, infatti, sta seducendo e con vincendo numerosi palestinesi stanchi della dilagante corruzione. Il dialogo con Israele non decolla. Il primo ministro Ariel Sharon deve fronteggiare l'offensiva dell'estrema destra dei coloni, che si sentono traditi dalle sue decisioni.
Mahmoud Abbas vuol essere certo che il ritiro da Gaza non sia l'unica offerta di Israele, e invoca il rispetto della Road Map, il percorso verso la pace sostenuto da Usa, Ue, Onu e Russia.
Ma la Road Map impone anche il disarmo dei gruppi violenti e terroristici. Cosa che il vertice dell'Anp non intende fare. Verrà fatto « quando finirà l'occupazione israeliana di Gaza e dalla Cisgiordania » , ha detto il neoministro degli Esteri palestinese Nasser Al Kidwa, conosciuto come un diplomatico esperto e ragionevole, per essere stato a lungo l'osservatore dell'Olp alle Nazioni Unite. Al Kidwa, ieri, ha ricevuto la stizzita risposta del governo Sharon, che restituisce al mittente l'accusa di non rispettare gli accordi sottoscritti con la comunità internazionale.
E' paradossale che proprio alla vigilia di passi importantissimi, che po trebbero riaccendere le speranze di uscire finalmente dal tunnel, si torni a respirare un clima di alta tensione, di sospetti reciproci, con il rischio che tutto possa essere vanificato dal ritorno della violenza. L'esecuzione delle quattro condanne a morte è il maldestro tentativo di dimostrare che il vertice sa utilizzare il pugno di ferro. Ma l'infelice decisione di uccidere i quattro delinquenti comuni ( quasi un ripiego perché i « duri » pretendevano che il boia si occupasse di qualche collaborazionista), ha calamitato sull'Anp una raffica di aspre critiche da parte delle associazioni umanitarie palestinesi e israeliane. Il gruppo B'tselem condanna le esecuzioni, « perché violano il diritto alla vita » e perché la pena capitale non è nemmeno stata comminata dopo « un equo processo » . Per Mahmoud Abbas, davvero un brutto passo falso.
Osserviamo che non soltanto la Road Map impone il disarmo dei "gruppi violenti e terroristici", ma esplicitamente pone questo passo come precondizione per le successive trattative.
Inoltre definire il neoministro degli Esteri palestinese Nasser Al Kidwa "diplomatico esperto e ragionevole" è quantomeno discutibile: Al Kidwa all'Onu è stato l'abile orchestratore di campagne antiisraeliane, come quella contro la barriera difensiva: ci permettiamodi dubitare che la sua sia stata una politica "ragionevole".
A proposito delle dichiarazioni del "ragionevole" Al Kidwa riportiamo un lancio ANSA sui commenti del ministro degli Esteri israeliano Shimon Peres:MINISTRO ESTERI PALESTINESE CONTRARIO A DISARMO MILITANTI
(ANSA) - GRUSALEMME, 12 GIU - Le dichiarazioni del ministro
degli esteri dell' Autorita' nazionale palestinese (Anp) Nasser
Al Kidwa, per il quale bisogna continuare a permettere il
possesso di armi ai diversi gruppi militanti palestinesi, hanno
suscitato oggi l' aspra reazione del vice premier israeliano
Shimon Peres.
Le affermazioni di Al Kidwa, ha detto Peres alla radio
pubblica israeliana, contraddicono la posizione ufficiale dell'
Anp e il ministro le deve ora spiegare.
Se l' Anp non frenera' le ''organizzazioni terroristiche'',
ha detto Peres, saranno queste a prendere il controllo dell' Anp
e in questo caso la comunita' internazionale si comportera' di
conseguenza nei confronti dell' Autorita'.
Malgrado questa presa di posizione di Al Kidwa il governo
israeliano, secondo Peres, deve continuare i suoi incontri con
gli alti esponenti dell' Anp.
L' ufficio del premier Ariel Sharon ha intanto confermato che
l' incontro col presidente dell' Anp Abu Mazen (Mahmud Abbas)
avverra' alla data stabilita del 21 giugno e non sara' rinviato
malgrado la decisione dell' Anp di scarcerare tre attivisti
della Jihad Islamica.
Questo gesto, secondo l' ufficio del premier, dimostra
comunque la ''poca serieta'' dell' Anp nei confronti del suo
impegno di lottare contro il terrorismo. (ANSA).
Invitiamo i nostri lettori a chiedere al direttore Paolo Mieli se ritiene equilibrata l'affermazione di Ferrari su Al Kidwa (persona ragionevole).
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