Un arresto diventa un "esecuzione mirata", il terrorismo una "risposta"
dove la disinformazione su carta non arriva, ci pensa quella on-line
Testata:
Data: 08/06/2005
Pagina: 14
Autore: Umberto De Giovannangeli - un giornalista
Titolo: Razzi ed eliminazioni mirate Territori, torna la violenza - Medio Oriente, rotta la tregua: scontri nei Territori
E' intitolata "Razzi ed eliminazioni mirate Territori, torna la violenza" la cronaca di Umberto De Giovannangeli pubblicata da L'UNITA' di mercoledì 8 giugno 2005, sugli avvenimenti del giorno precedente. Titolo che contiene un errore: Israele ha inizialmete cercato di arrestare, non di uccidere il terrorista della Jihad islamica, che si è però opposto con le armi ferendo anche un soldato.
L'articolo non riporta un'importante informazione: secondo Israele il dirigente del gruppo terroristico stava preparando un attentato suicida.

Ecco l'articolo:

Giornata di sangue nei Territori. Eliminazioni mirate e razzi. Cinque morti e oltre dieci feriti rappresentano il bilancio di una delle giornate più cruente da
quando nel febbraio scorso il premier israeliano Ariel Sharon e il presidente palestinese Mahomoud Abbas (Abu Mazen) si impegnarono a sospendere le attività offensive e a intraprendere un periodo di calma.
Nei mesi trascorsi da allora si doveva cementare la ripresa del dialogo fra israeliani e palestinesi, in particolare per coordinare le modalità del ritiro israeliano da Gaza. Ma ieri, mentre notizie di incidenti gravi si susseguivano da Gaza e dalla Cisgiordania, non si è avuta notizia di alcun contatto ad alto livello fra i dirigenti delle due parti, né di attività congiunte sul terreno per riportare la calma. Sia Sharon sia Abu Mazen danno l’impressione di essere sulla difensiva e di essere trascinati dagli eventi, mentre i gruppi islamici non esitano ad assumere la iniziativa sul terreno. L’episodio più significativo della giornata è avvenuto nella cittadina cisgiordana di Kabatiya dove i membri di unità di élite hanno ucciso due palestinesi: Marwan Abu Zeid KMail, un dirigente locale della Jihad, e Nasser Zakarna, un militante delle Brigate al-Aqsa inquadrato nelle forze dell’ordine. Kmail era evaso nel maggio 2004 dal carcere palestinese di Gerico e da allora aveva preso quota nella struttura della Jihad diventando il coordinatore nella zona di Jenin sia per i contatti con l’estero, sia per iniziative militari fra cui la più recente è stata la produzione in loco di razzi Qassam. Una fonte di Tel Aviv ha rivelato che ancora il 30 maggio Israele aveva chiesto invano all’Anp di catturarlo.
Ieri mattina, vistosi circondato da militari israeliani, il miliziano islamico ha rifiutato di arrendersi e ha combattuto fino a quando una ruspa militare lo ha sepolto sotto le macerie della casa dove si nascondeva. «Israele vuole a tutti i costi una escalation», commenta Mahmud al-Hindi, un dirigente della Jihad islamica a Gaza. «Quella ruspa ha sepolto la calma nei Territori», aggiunge un portavoce della Jihad islamica, Khader Adnan.
In precedenza il braccio armato di Hamas aveva deciso di punire Israele per gli eventi dell’altro ieri alla Spianata delle Moschee di Gerusalemme, dove la polizia israeliana era dovuta penetrare per sedare tumulti. I razzi Qassam degli integralisti hanno centrato un rione della cittadina. Alcune ore dopo sono entrati in campo anche i guerriglieri della Jihad islamica che hanno bersagliato la cittadina israeliana con altri razzi. «Ci sentiamo tenuti in ostaggio dalle bande terroristiche palestinesi», denuncia il vice sindaco di Sderot Shay Ben Yaish. Il generale Israel Ziv, intervistato dalla radio militare, ha confermato che quella sensazione è corretta perché in questa fase Israele «non intende reagire», per non destabilizzare Abu Mazen. Nel primo pomeriggio Hamas e la Jihad islamica hanno colpito assieme diversi obiettivi all’interno delle colonie di Gaza. In serata si calcolava che in tutto - fra mortai, razzi Qassam e razzi anti-carro - i palestinesi abbiano lanciato oltre una ventina di ordigni. Uno di essi ha centrato le serre della colonia di Ganey Tal e ha provocato una carneficina esplodendo fra manovali al lavoro. Due i morti (un cinese e un palestinese) e sei feriti, tutti palestinesi. In mattinata, qualche chilometro più a sud, soldati israeliani di pattuglia avevano colpito un presunto contrabbandiere proveniente dal territorio egiziano. A quanto pare si tratta di un ragazzo di 17 anni, originario di Rafah. In questo clima già esasperata è giunta in serata la notizia proveniente dal carcere di Megiddo (nord Israele) secondo cui tre copie del Corano sarebbero state dissacrate dai secondini israeliani. «Puniremo i sionisti per l’affronto intollerabile nei confronti dell’Islam» minaccia e Hamas.
Peggiore quello che si leggeva il 7 giugno 2005 nell'edizione on-line del quotidiano , nel richiamo articolo "Medio Oriente, rotta la tregua: scontri nei Territori", che riportiamo:
Rotta per un giorno la tregua tra Israele e i movimenti armati per la liberazione della Palestina. La Jihad Islamica e Hamas hanno rivendicato il lancio di quattro razzi negli insediamenti di Ganei Tal e Netzer Hazani, che hanno provocato la morte di un lavoratore palestinese e uno cinese. L'azione sarebbe una risposta all’uccisione di Maraweh Ikmil da parte delle forze speciali di Israele, considerato un terrorista e raggiunto nel suo villaggio di Qabatiya.
Gli attacchi terroristici palestinesi sono solo "risposte" alle provocazioni israeliane. Lo dice la Jihad, lo ripete l’Unità (per la quale i gruppi del terrore palestinese sono in realtà "movimenti armati per la liberazione della Palestina"). Di conseguenza, l’attacco con razzi Qassam su Sderot, precedente all’uccisione del leader locale della Jihad, viene omesso dalla cronaca.

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