"Antigiudaismo", un altro alibi dell'antisemitismo
Franco Cardini risponde a Pierluigi Battista sull'introduzione al Corano commentato da Hmaza roberto Piccardo, ma non convince
Testata: Corriere della Sera
Data: 23/05/2005
Pagina: 35
Autore: Pierluigi Battista - Franco Cardini
Titolo: Il no di Franco Cardini al commento antisemita - Citazioni
Il CORRIERE DELLA SERA di sabato 21 maggio 2005 pubblica un editoriale di Pierluigi Battista sul Corano con note antisemite di Roberto Hamza Piccardo, prefato dallo storico Franco Cardini.

Ecco il testo:

Si apprendono informazioni molto inquietanti dalla lettura dell'ultimo libro di Carlo Panella, Il complotto ebraico ( Lindau).
Si scopre che nel commento al Corano più venduto in Italia, quello di Hamza Roberto Piccardo, pubblicato dall'editore Newton Compton con una prefazione di Franco Cardini, sono contenute le seguenti affermazioni. La prima: « I Figli di Israele fecero una scelta miope e meschina; ingrati verso il loro Signore, furono condannati a esercitare nel corso dei secoli quella funzione antitradizionale e reietta che ha procurato loro tante peripezie e dolore » . La seconda: « Nella loro prassi commerciale, gli ebrei consideravano, e tuttora considerano, del tutto lecito l'inganno e la truffa ne confronti dei non ebrei » . La terza: « Allusione a quegli ebrei che furono trasformati in scimmie e porci per aver trasgredito il riposo sabbatico » .
Si legge ancora nel commento al Corano ( attenzione: nel commento, non nel Cora no) di Hamza Roberto Piccardo: « Ipocriti e ebrei non cessavano di accusare il Profeta » .
E ancora: « È grazie a queste falsificazioni che la gran parte del popolo di Israele è diventato il campione di quella doppiezza morale in base alla quale nei confronti dei non ebrei è accettabile e impunita qualsiasi nefandezza, mentre la rettitudine morale è un obbligo soltanto verso i correligionari » . Ora, ferma restando l'intangibilità della libertà di stampa e di opinione, è lecito o è illiberale pregare il signor Piccardo di espungere questi passi virulentemente antisemiti presenti nel suo commento? È lecito o è illiberale chiedere a una prestigiosa casa editrice come la Newton Compton di premere sul suo autore per cancellare frasi che incitano all'odio antiebraico? È lecito o è illiberale pretendere da uno studioso serio e rispettoso delle religioni come Franco Cardini una decisa presa di distanze da un testo che tradisce la lettera del Corano per farne un libello di propaganda antisemita?
Lunedì 23 maggio 2005 il quotidiano ospita la replica di Franco Cardini, che utilizza in modo apologetico la nozione di "antigiudaismo".
L'"antigiudaismo" delle note di Piccado, però, è violentissimo: riguarda maledizioni divine, caratteri perversi stabilmente acquisiti dalla collettività ebraica e una perenne disposizione al complotto politico antimusulmano. Non è sostenibile che si tratti solo di polemica teologica. Come non è sostenibile che il divieto del prestito a interesse tra ebrei sia equivalente alla liceità della frode verso i non ebrei, secondo la falsa accusa di Piccardo. Ancora: non è sostenibile la difesa dell'edizione del Corano prefata da Cardini con l'argomento che anche in altri testi sacri ( o del tutto profani come le Toledoth Jeshù) si trovano passi che possono essere piegati alla promozione dell'intolleranza contro gli ebrei o contro altri gruppi religiosi.
Il problema infatti non è il testo coranico, ma le precisa scelta esegetica di Piccardo, che usa il testo come giustificazione dell'odio antiebraico.

Per questi motivi la risposta di Cardini è del tutto insoddisfacente, e bene fa Battista a controreplicare giudicando preoccupante e deludente la sottovalutazione da parte del medievista dell'"evidente impronta antiebraica di alcuni passaggi del Commento al Corano di Piccardo".

Ecco i testi della lettera e della risposta:

Sul Corriere della Sera del 21 maggio il vicedirettore, Pierluigi Battista, mi chiama in causa come autore della prefazione al « Corano » a cura di Hamza R. Piccardo ( edito da Newton Compton), nel cui commento rileva spunti antisemiti; e « pretende » da me « una decisa presa di distanze » . Già da tempo ho fatto di più.
Il « Corano » in oggetto è edito dall'Unione delle Comunità ed Organizzazioni Islamiche in Italia ( U. C. O. I. I.), non lontana — dicono — da simpatie « fondamentaliste » : che vi figuri la prefazione di un cattolico è dunque un notevole segno d'apertura.
Perciò mi meravigliai che Magdi Allam, criticandone il commento « antiebraico » e « anticristiano » ( Corriere della Sera , del 23 febbraio 2004), non notasse quel dato positivo. Ma la mia lettera inviata al riguardo al Corriere non fu pubblicata.
Intanto stanno circolando nuove traduzioni; Vittorio Feltri, su Libero , ne ha presentata una a fascicoli commentata in modo piuttosto pesante. Per questo, a Firenze, con il Gruppo Dia légein e l'Associazione delle DonneItalo Arabe, e col patrocinio di Regione, Provincia e Comune, ho organizzato il 23 aprile scorso un convegno sul problema. Vi hanno partecipato Piccardo, Mohsen Mouelhi, l'ambasciatore Mario Scialoja della Lega musulmana mondiale, gli islamologi Paolo Branca e Massimo Campanini. Avevamo invitato anche Allam e Feltri. Non sono venuti: li aspettiamo in autunno, alla presentazione degli atti del convegno.
Veniamo al commento di Piccardo, che presenta toni discutibili. Egli sta da tempo lavorando a rivederlo: cosa opportuna perché il suo « Corano » è molto diffuso negli ambienti musulmani d'Italia, il che comporta ulteriori responsabilità.
Le sue pur incaute espressioni s'inscrivono comunque nell'ambito non dell'antisemitismo, bensì in quello — riprovevole: ma da non confondersi col primo — dell'antigiudaismo, da contestualizzare nella lunga polemica fra le tre religioni abramitiche. La prima delle citazioni estrapolate da Battista esprime un giudizio sulla storia d'Israele, un Mistero che attraversa tutta la Bibbia; la seconda riguarda il divieto agli ebrei di prestare a interesse ai correligionari, il che non è né nuovo né scandaloso ( « Deuteronomio » , cap.
22, vv. 20 21); la terza rinvia a una tradizione musulmana relativa alla punizione divina per gli ebrei rei di aver infranto la loro stessa Legge, analoga all'esempio biblico di Dathan e Abiron inghiottiti dalla terra ( « Libro dei Numeri » , cap. 26, vv. 9 10). Rinvio per altri dati al sito web www. francocardini. net.
La citazione rapsodica dei testi sacri è sempre rischiosa. A raccoglier i passi biblici duri con il popolo d'Israele, o che descrivono situazioni di violenza, si metterebbe insieme un bel libretto « antisemita » ; stando a certe espressioni evangeliche, l'ebreo Gesù parrebbe « antisemita » anche lui. Molti scritti ebraici, cristiani e musulmani si rifanno alla plurisecolare polemica reciproca. Il rabbino Riccardo Di Segni pubblicò nel 1985 un curioso libretto, Il Vangelo del Ghetto ( Newton Compton): cioè le Toledoth Jéshu , racconti ebraici su Gesù, spesso molto violenti. Un testo usato strumentalmente dagli avversari dell'ebraismo.
Resta il fatto che, rispetto all'anticristianesimo o all'antislamismo, l'antigiudaismo è ormai tanto più riprovevole perché, dopo Auschwitz, nulla è più come prima. Tuttavia tutti i pregiudizi vanno combattuti: l'antiebraismo di Piccardo, l'anticristianesimo di Adel Smith o di Dan Brown, l'antislamismo di Oriana Fallaci e così via.
Quanto a me, non c'è da « pretendere... una decisa presa di distanze » da un bel niente. Nel 1999, presentando il libro Israele introdotto da Alain Dieckhoff ( edizioni Dedalo), definivo Israele « una parte di noi e delle nostre vicende di cui non possiamo fare a meno. Una gloria del mondo » ( p. 14). Non ho nulla né da aggiungere né da togliere a quelle parole.

Franco Cardini Spiace che Franco Cardini sottovaluti l'evidente impronta antiebraica di alcuni passaggi del commento al Corano di Piccardo. Che sorvoli sull'allusione alle « peripezie » di cui gli ebrei, vittime dello sterminio, sarebbero in realtà i colpevoli ( se la sono andata a cercare). Che non colga la non coincidenza del testo coranico col commento di Piccardo in cui si descrive la trasformazione degli ebrei in « porci » e « scimmie » . Che trascuri il rifarsi di Piccardo allo stereotipo antisemita degli ebrei « usurai » ingannatori ( testuale: « considerano del tutto lecito l'inganno e la truffa » ) . Spiace davvero. E preoccupa anche. Pierluigi Battista
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