Pera e Berlusconi al ricevimento per il 57° anniversario della nascita di Israele: inflessibilità con l'antisemitismo negli atenei e amicizia verso lo stato ebraico
le cronache di tre quotidiani
Testata:
Data: 13/05/2005
Pagina: 23
Autore: Maurizio Caprara - un giornalista
Titolo: Monito ai rettori: "Inflessibili sull'antisemitismo" - Pera ai rettori: inflessibili con l'antisemitismo - Berlusconi: Sharon vero leader Israele non ha amico migliore di me
Il CORRIERE DELLA SERA di venerdì 13 maggio 2005 pubblica a pagina 16 un articolo di Maurizio Caprara sul ricevimento per il 57° anniversario della nascita dello Stato di Israele, organizzato giovedì 12 maggio dall'Ambasciata israeliana in Italia.


Ecco l'articolo:

Mentre Silvio Berlusconi si avviava verso l'uscita, in quel punto della sala delle feste dell'Hotel Excelsior la folla era fitta quanto può esserlo su un autobus in un'ora di punta.
Due imprenditori ebrei sono riusciti a spingersi fino al presidente del Consiglio. « Non mollare » lo ha esortato Ever Arbib, uomo atletico dai capelli brizzolati, stringendogli la mano. « Silvio, non ci abbandonare » ha ribadito Giacomo Foà, anche lui in abito scuro.
È finita così una delle serate pubbliche più rilassanti, e forse anche più incoraggianti, che il presidente del Consiglio può aver vissuto in questa stagione di centrodestra in ebollizione, weekend elettorali poco felici, conti dell'economia problematici.
Accolto dal battito di mani di almeno una dozzina di persone stimolate dall'applauso di Arbib, ebreo di origine libica, Berlusconi ha trovato da subito un clima propizio nel ricevimento per il 57 ˚ anniversario della nascita dello Stato di Israele. Favorito dalla disponibilità riservatagli in questi anni da diversi giovani dirigenti della comunità ebraica romana, ha catturato senza fatica la scena.
C'erano quasi duemila persone, alla festa organizzata dall'ambasciatore Ehud Gol e da sua moglie Sharon. Forse non erano mai state così tante. Poco prima di Berlusconi erano usciti il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini e il ministro degli Esteri Gianfranco Fini.
Oltre al sottosegretario Gianni Letta, erano nei paraggi vari ministri: Antonio Martino, Mario Landolfi, Giorgio La Malfa, Carlo Giovanardi. Poi il vicepresidente del Consiglio Giulio Tremonti. Il presidente della Confindustria Luca di Montezemolo. Il capo del Sismi Nicolò Pollari. Personaggi dello sport come il campione di tennis Nicola Pietrangeli. Tra i dirigenti dell'opposizione, numerosi: il segretario dei ds Piero Fassino e, dello stesso partito, il sindaco di Roma Walter Veltroni, il vicepresidente del Senato Cesare Salvi e il vicepresidente della Commissione Esteri della Camera Umberto Ranieri; il presidente della Margherita Francesco Rutelli. Tra i diplomatici, non solo l'ambasciatore americano Mel Sembler.
Per la prima volta, segno dei tempi, anche gli ambasciatori di Egitto e Giordania. « Il dissenso politico e intellettuale è legittimo. Gli atteggiamenti antisemiti sono inaccettabili. Chiedo in particolare ai rettori italiani di mostrarsi inflessibili verso i fenomeni di antisemitismo » ha detto il presidente del Senato Marcello Pera nel suo saluto al microfono. Una risposta a Gol, autore di una lettera al ministro dell'Istruzione Letizia Moratti per segnalare una serie di intimidazioni contro gli interventi di diplomatici israeliani in dibattiti nelle università di Firenze, Bologna, Pisa e Torino.
Berlusconi, dopo, si è presentato così: « Gli israeliani sanno che in Europa non hanno un amico più appassionato di me » . Ha elogiato Ariel Sharon e ricordato la Shoah. Durante la recente visita ad Auschwitz, ha detto, « ho vissuto nella mia carne quei terribili fatti » . E ha annunciato: « Quest'estate ci porterò i miei figli. Perché devono vedere l'aberrazione a cui si è arrivati » . Applausi.
« Sono d'accordo » è stato più tardi il commento di Fassino sull'appello di Pera ai rettori. A mezza bocca, parecchi amici di Israele di centrosinistra giudicavano ingombrante la presenza del Cavaliere. La signora Sharon Gol, con diplomazia, ha sottolineato: « Bella serata. Con tanta gente, di tutte le idee » .
LA STAMPA pubblica a pagina 18 un articolo che riporta in modo più dettagliato le importanti dichiarazioni del presidente del Senato Marcello Pera.

Ecco il testo:

I rettori delle Università devono essere «inflessibili» contro il fenomeno dell’antisemitismo. Lo ha detto il presidente del Senato Marcello Pera nel suo discorso al ricevimento di ieri sera a Roma per il 57° anniversario dell’indipendenza di Israele, che ha raccolto gran parte del mondo politico italiano. Nel suo discorso al ricevimento offerto dall’ambasciatore israeliano Ehud Gol, Pera ha voluto dare il suo saluto, la stima e l’amicizia nei confronti del popolo di Israele. E citando proprio le parole dell’ambasciatore ha sottolineato che quello Stato «nacque non a causa della Shoah, ma nonostante la Shoah».
Pera ha invitato tutti i rettori degli atenei italiani a «non minimizzare», ne sottovalutare i recenti «vergognosi atteggiamenti antisemiti» nelle nostre università. «Si stanno ripresentando, riproducendo e, talvolta moltiplicando, in Europa e anche in Italia sentimenti e atteggiamenti di antisemitismo che non solo vanno condannati ma i cui responsabili vanno isolati», ha detto ancora il presidente del Senato.
Pera ha anche detto di essere «affranto e indignato» dal fatto che questi atteggiamenti si siano prodotti «laddove si preparano le future classi dirigenti italiane, vale a dire le università». «Il dissenso è legittimo - ha sottolineato Pera - ma l'antisemistimo è disgustoso».
Tra la fine di aprile e l’inizio di maggio l’università di Torino è stata teatro della contestazione di un gruppo di giovani del collettivo universitario autonomo nei confronti della professoressa Daniela Santus, colpevole a loro avviso di aver invitato il vice ambasciatore israeliano a tenere una lezione nell’ateneo.
Più attenzione alle dichiarazioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, invece, nella cronaca pubblicata a pagina 23 da LA REPUBBLICA.

Ecco il testo:

«Sharon è un vero leader. Lo ammiro molto, perché è stato addirittura capace di andare contro il proprio partito». Gli auguri al premier di Gerusalemme arrivano da «un amico appassionato» di Israele, come si è definito ieri Silvio Berlusconi al ricevimento per il 57° anniversario della nascita dello Stato ebraico.
Parterre de rois per la celebrazione tenutosi in un grande albergo di Roma, con il presidente del Senato Pera, quello della Camera Casini, i vice presidenti del Consiglio Fini e Tremonti, diversi ministri, il sindaco Veltroni, il presidente della Confindustria Montezemolo, tra i molti illustri invitati. Ma a farla da padrone nelle dichiarazioni, dopo essere stato invitato dall´ambasciatore israeliano Ehud Gol a prendere brevemente la parola, è stato il capo del governo.
«Sono un amico appassionato - ha spiegato Berlusconi - perché specialmente nei consigli europei ho sempre combattuto quando si è trattato di difendere Israele. La tragedia del vostro popolo la sento come una tragedia mia». Applausi convinti dei molti presenti in sala. «Auguri a Sharon», dunque, che ha anche saputo opporsi ai suoi, ha precisato il capo del governo riferendosi alle tensioni fra il leader israeliano e il suo partito, il Likud, sul progetto di disimpegno dalla striscia di Gaza.
Berlusconi ha poi annunciato una sua prossima visita in Polonia, per un viaggio personale. «Qualche tempo fa ad Auschwitz - ha spiegato - ho vissuto sulla mia carne i terribili fatti della Shoah. E ho deciso che quest´estate ci porterò i miei figli, perché devono vedere con i loro occhi l´aberrazione a cui l´uomo può arrivare».
A tornare sul tema dell´antisemitismo è stato quindi Marcello Pera, ricordando che i rettori delle Università devono essere «inflessibili» contro il fenomeno. «Sono affranto e indignato», ha detto il presidente del Senato, per i sentimenti di antisemitismo che si sono manifestati di recente negli atenei italiani. Fenomeni che non devono essere «soltanto condannati», ma che vanno affrontati isolando «i responsabili». «Il dissenso è legittimo - ha concluso Pera - ma l´antisemitismo è disgustoso».
Il ricevimento offerto dall´ambasciatore Ehud Gol ha comunque offerto più di un´occasione per colloqui, anche bipartisan, fra i leader politici. Nei saloni dell´hotel romano erano difatti presenti tutti gli esponenti che contano del mondo politico italiano, con l´unica eccezione del leader dell´opposizione Romano Prodi. Il centro sinistra era rappresentato dal leader dei Ds Piero Fassino, dal presidente della Margherita Francesco Rutelli e da diversi altri parlamentari.
Piuttosto lungo e con scambi di cortesie reciproche il colloquio fra Fini e Casini. Incontro fortuito, ma altrettanto cordiale, quello fra il presidente della Camera e Francesco Rutelli. I due, dopo un breve dialogo, hanno deciso di continuare a parlare in una saletta riservata, dove hanno avuto un colloquio di circa 10 minuti.
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