57° annivesario dell' indipendenza di Israele
l'intervento di Ehud Gol, ambasciatore d'Israele in Italia
Testata:
Data: 12/05/2005
Pagina: 14
Autore: Ehud Gol
Titolo: Israele e il nuovo dialogo con il mondo arabo
Il CORRIERE DELLA SERA di giovedì 12 maggio 2005 pubblica a pagina 14 un intervento dell'Ambasciatore d'Israele in Italia, nel 57° anniversario dell'indipendenza del paese.


Ecco il testo:

Israele festeggia oggi 57 anni di indipendenza, una libertà conquistata a un prezzo molto pesante, con la vita di migliaia di giovani, ragazzi e ragazze. Assume una valenza simbolica anche il fatto che, quest'anno, tale ricorrenza cada così vicino agli eventi celebrativi dedicati alla fine della Seconda guerra mondiale, avvenuta 60 anni fa. Molti degli scampati al fuoco dell'immane catastrofe abbattutasi sul nostro popolo, l'Olocausto, hanno poi preso parte alla guerra d'indipendenza, unendosi alla lotta di pochi uomini contro intere armate arabe che cercavano di annientarci.
Riguardando a quei giorni, oggi più che mai sappiamo bene che lo Stato d'Israele non sorse grazie alla Shoah ma nonostante la Shoah, affrontando in maniera meravigliosa tutte le difficoltà e gli ostacoli che gli si ponevano innanzi.
Purtroppo, dalla nascita dello Stato, non abbiamo conosciuto pace e tranquillità e, oltre alle guerre che ci siamo trovati costretti ad affrontare nel corso del tempo, abbiamo dovuto fronteggiare, negli ultimi quattro anni, anche una terribile intifada che è costata la vita a tante persone e ha colpito duramente l'economia del Paese.
Ma, al di là delle difficoltà, l'anno trascorso dal 56 ˚ giorno dell'indipendenza può assolutamente essere definito come un anno di cambiamenti drastici e di nuove speranze.
Gli ultimi mesi sono stati colmi di eventi che hanno influito in maniera molto positiva sulla situazione nella nostra regione. Non vi è alcun dubbio che la scomparsa di Arafat dalla scena politica abbia dato una spinta decisiva verso la moderazione e la comprensione tra le due parti. Per decenni Arafat ha svolto un ruolo estremamente negativo che ha portato morte e distruzione e, senza di lui, il futuro è più promettente, non solo per noi israeliani ma soprattutto per il popolo palestinese. Le elezioni democratiche per l'Autorità palestinese, tenutesi a gennaio, annunciano infatti una nuova primavera, fondendosi con i nuovi venti di democrazia che spirano su tutto il Medio Oriente, dall'Afghanistan a est all'Iraq a ovest, dal Libano a nord all'Egitto a sud. Senza dubbio il processo di democratizzazione nella nostra regione non soltanto sarà d'aiuto per i popoli interessati, ma influirà in maniera diretta anche sui vari conflitti, compresa la questione israelo palestinese.
Stiamo marciando nel la giusta direzione per la soluzione di questo lungo e complicato conflitto. Israele si è assunta dei rischi enormi con l'approvazione, da parte del governo e della Knesset, del piano di disimpegno dalla Striscia di Gaza e da parti della Samaria settentrionale. Oggi, con Abu Mazen ( Mahmoud Abbas, ndr) esiste un dialogo che non era possibile avere con il suo predecessore e al contempo è in corso una svolta positiva nelle relazioni con il mondo arabo e nell'atteggiamento di questo verso Israele.
Gli ambasciatori di Egitto e Giordania sono ritornati in Israele e i Paesi del Maghreb e del Golfo mostrano molta più disponibilità a un dialogo con noi. È ormai loro chiaro, come lo è a noi, che la chiave per la soluzione dei problemi della regione è solo ed esclusivamente in un contesto tale che possa assicurare cooperazione regionale, sia nella guerra al terrorismo internazionale sia su temi critici per tutti noi, come la qualità dell'ambiente, le comunicazioni e le infrastrutture.
Dopo anni di stagnazione economica, il mercato israeliano ha iniziato a mostrare segni di ripresa e cenni di nuova crescita. Alla vigilia del nostro 58 ˚ anno di indipendenza, noi crediamo che saremo in grado di procedere verso la pace nella nostra regione, rafforzando la collaborazione, in tutti i campi, con i nostri vicini, molti dei quali iniziano a prendere atto della nostra esistenza.
L'Italia, quale Paese tra i maggiori amici di Israele, ha contribuito sinora al rafforzamento di queste relazioni e siamo certi che continuerà a farlo anche in futuro .
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