Sugli episodi di intimidazione contro Israele nelle Università italiane
dichiarazione di Mario Cecchi presidente dell' associazione radicale LiberaPisa
Testata:
Data: 10/05/2005
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Autore: Mario Cecchi
Titolo: Sugli episodi di intimidazione contro Israele nelle Università italiane
Pubblichaimo un comunicato stampa dell'Associazione radicale LiberaPisa, che chiede al Rettore dell'Università di Pisa un atto di concreta riparazione all'aggressione contro Shai Cohen, primo episodio della serie di atti antisemiti che si sono ripetuti nelle Università italiane contro rappresentanti dello Stato di Israele e docenti che li avevano invitati a tenere lezioni.
Ecco il testo:Associazione radicale LiberaPisa
Comunicato stampa
Pisa 10 maggio 2005
Sugli episodi di intimidazione contro Israele nelle Università italiane
Marco Cecchi, presidente dell' associazione radicale LiberaPisa dichiara:
"Dall' Università di Pisa sono partite le intimidazioni contro Israele e i suoi rappresentanti e da Pisa pertanto deve partire anche un gesto riparatore. L'Università ed il Rettore rispettino gli impegni presi ad ottobre e convochino a maggio un nuovo incontro con Shai Cohen. Altrimenti, prima della fine dell' anno, saremo noi a far ripetere l' incontro. Con le strutture che l' Università mette a disposizione delle associazioni studentesche."
Marco Cecchi, presidente dell' associazione radicale LiberaPisa, e tra gli organizzatori, nell' aprile 2002, di un "caldo" Israele Day a Pisa, ricorda gli impegni presi dal Rettore dell'Università di Pisa e dal Senato Accademico dopo i fatti di Scienze politiche del 18 ottobre 2004.
Dichiara Cecchi:
Nella seduta di martedì 26 ottobre 2004, il Senato Accademico dell' Università di Pisa ha approvato una mozione nella quale sta scritto: "Il Senato Accademico fa propria l'opportuna proposta del Rettore, avanzata in apertura della seduta, di rivolgere al consigliere Cohen un invito dell' Ateneo ad esporre nella propria sede quanto gli è stato deprecabilmente impedito, e questo anche come segno ulteriore del forte rammarico dell' Ateneo per l' accaduto." E lo stesso Rettore sul Corriere della Sera del 9 maggio ha dichiarato che "le situazioni non condivisibili vanno chiarite e combattute".
Eppure a distanza di sette mesi nessuna iniziativa è stata presa dall' Università di Pisa per concretizzare quella proposta. Inizialmente si è preso tempo per far calmare le acque, visto l' interesse nazionale sul caso. Ma la polemica è diventata se possibile ancora più calda visto che altre intimidazioni sono avvenute, per contagio, anche negli atenei di Firenze, Bologna e Torino. Non siamo di fronte a semplici contestazioni, ma a vere e proprie minacce verso coloro che rappresentano o difendono, moralmente e politicamente, lo Stato di Israele. E queste intimidazioni avvengono proprio in luoghi nei quali la libertà di espressione e di insegnamento dovrebbe essere salvaguardata. Su quanto siano labili i confini tra l'antisionismo dei Collettivi e le teorie antisemite si può anche discutere. Ma il problema principale resta quello dei metodi squadristi negli atenei e della libertà "vigilata" d'insegnamento dei docenti universitari. A questo punto, proprio da Pisa, dopo la condanna a parole, deve giungere un vero e proprio atto riparatore per adempiere la volontà del Senato accademico e per fornire un esempio anche alle altre università. E se non sarà l'Università a farlo, saremo noi a farci carico del ripristino della legalità invitando nuovamente Cohen, con i soldi destinati dall' Università di Pisa alle associazioni studentesche. Il 26 aprile abbiamo infatti presentato un progetto per un ciclo di conferenze sulla libertà e le democrazia: uno degli appuntamenti vogliamo proprio dedicarlo ad Israele ed alla nuova stagione democratica che si sta aprendo in Medio Oriente."