Sulle aggressione e intimidazione subita dalla prof.Daniela Santus all'Università di Torino, pubblichiamo la cronaca di Costantino Moscau dal CORIERE della SERA di oggi 7 maggio 2005. E una intervista di Stefano Montefiori a Giorgio Israel sullo stesso numero del giornale.
Ecco la cronaca:Daniela Santus presa di mira due volte dai centri sociali all'università
Aveva invitato un diplomatico dello Stato ebraico. « Resterò al mio posto »
« Sono stati due episodi sgradevoli, quelli del 20 aprile e del 2 maggio all'Università di Torino. Sono stata contestata io, in quanto docente ebrea, e anche il viceambasciatore israeliano, Elazar Cohen, che avevo invitato per una lezione di economia, da un gruppo di giovani dei centri sociali, non dai miei 150 studenti, con i quali faccio lezione splendidamente: con essi affronto i problemi israeliano palestinesi senza difficoltà. Ho invitato spesso diverse personalità, anche giordane alle mie lezioni...
Un mio assistente è arabo... Di quelle contestazioni preferisco non parlare, perché voglio dialogo, non lo scontro » .
Cerca di smorzare il tono delle polemiche Daniela Santus, 40 anni, professore associato di Geografia culturale alla Facoltà di Lingue e letterature straniere di Torino, vittima del clima di « terrorismo psicologico » ( antisemita), che si va diffondendo negli atenei italiani, per usare un'espressione di Riccardo Pacifici, vicepresidente e portavoce della Comunità ebraica di Roma. La docente il 20 aprile venne accusata di propaganda sionista dal Collettivo Universitario Autonomi ( Cua), che interruppe la lezione, accese fumogeni e, pare, lanciò uova e pure pesanti insulti e minacce. Il 2 maggio la contestazione fu ripetuta, ma all'esterno dell'ateneo. Il Collettivo negò poi di essersi espresso in termini antiebraici, anche se rivendicò il diritto di « criticare duramente la politica di Sharon senza per questo essere giudicato antisemita » . LE REAZIONI — Immediate e di diverso segno furono le reazioni dei deputati Alberto Nigra ( Ds) e Gianni Vernetti ( Margherita), e del rettore Ezio Pelizzetti, che a nome dell'Università degli Studi di Torino rese pubblico un duro comunicato. Condannò « gli episodi di intolleranza, provocazioni e intimidazioni » e ribadì come « l'Università sia sempre stata e continuerà ad essere il luogo privilegiato del libero confronto delle idee, del dialogo e della reciproca tolleranza.
L'ateneo non consente discriminazioni che intacchino la libertà di insegnamento » . In realtà — come dimostra anche ciò che è successo giovedì nel campo dell'Ostiense, dove sono stati attaccati i giovani calciatori del Maccabi — il clima di « terrorismo psicologico » sembra diffondersi in modo allarmante. « Tira una brutta aria — ha detto ieri Amos Luzzatto, presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane, commentando sia la vicenda torinese sia quella dei giocatori — . Si tratta di episodi di segno diverso, che però minacciano non solo gli ebrei, ma la società civile del nostro Paese e gettano le premesse per violenze maggiori e per il rinnovo di discriminazioni e odi che durante la Se conda guerra mondiale hanno imbarbarito l'Europa. Invitiamo tutte le forze che amano la democrazia a mobilitarsi contro queste minacce ed ad operare perché la vita civile dell'Italia non sia turbata da una cultura di odio, teppismo e guerra civile » . CLIMA DIFFICILE — Questo clima aveva cominciato a manifestarsi, negli atenei, il 14 ottobre 2004, quando alla facoltà di Scienze politiche di Pisa fu impedito di parlare al consigliere d'Ambasciata d'Israele, Shay Cohen, da un collettivo di autonomi. Il 22 febbraio scorso è seguito un episodio analogo: all'Università di Firenze, l'ambasciatore di Gerusalemme, Ehud Gol, è stato accolto da fischi e insulti. E quel clima sempre più ostile ha spinto l' 8 marzo scorso l'ateneo di Bologna a cancellare l'incontro tra l'israeliana Angelica Calò e la palestinese Samar Sakkar previsto per il giorno dopo sul tema « Sotto lo stesso cielo, l'impossibile convivenza » .
E almeno in Italia ( ma non solo) la convivenza, o il pacifico confronto di idee sul tema Israele Palestina sembra stia diventando davvero difficile, se non impossibile. La prima a ribellarsi a questa ipotesi, però, è la stessa professoressa Daniela Santus, che ( convertitasi all'Ebraismo dalla Chiesa Valdese col nome di Ruth) ha invitato al dialogo e a chiudere la questione « Anche se — sottolinea — vedere il proprio nome affisso sui cartelli non fa molto piacere. Questo non significa che io lasci Torino o questa università — ha detto al Corriere — . Resterò qui e continuerò a insegnare » .
E l'intervista. Ecco come il CORRIERE della Sera presenta Giorgio Israel.
*MATEMATICO*
Giorgio Israel insegna Storia delle matematiche all'Università La Sapienza di Roma e dirige il Centro di ricerca e di metodologia delle scienze ( Cirms) dello stesso ateneo *STORICO E SAGGISTA* È anche autore di molti articoli e saggi nel campo della storia, della scienza e della matematica, e spesso si è occupato di razzismo e antisemitismo. Sul questo tema nel 1998 ha pubblicato con Pietro Nastasi Scienza e razza nell'Italia fascista e nel 2002 è uscito il suo saggio La questione ebraica oggi.
Noi aggiungiamo: illustre collaboratore di Informazione Corretta.
Ecco l'intervista:« Nei nostri atenei silenzio e compiacenza »
« In Europa tira un brutto vento, l'aria in Francia e in Gran Bretagna, dove è ripartito il boicottaggio degli accademici israeliani, è irrespirabile. Finora in Italia il nuovo antisemitismo aveva fatto meno presa, ma se continuiamo a sottovalutare la minaccia il virus potrebbe dilagare.
Penso soprattutto ai giornali di estrema sinistra, e agli ambienti accademici » . Il professor Giorgio Israel, docente di Storia delle Matematiche alla Sapienza di Roma, sottolinea che si tratta di « un susseguirsi di episodi, non casi isolati » . Contestazioni alle università di Pisa, Firenze, adesso Torino. Pesanti insulti ai calciatori del Maccabi durante una partita. Lei, docente ebreo all'università di Roma, è mai stato vittima di fatti analoghi? « No, e finora neanche ne sono stato testimone.
Spero che la Sapienza re sti immune, come accade a molti atenei italiani, per fortuna. Ma le reazioni a quanto sta accadendo sono troppo tiepide, e non vedo perché il silenzio non dovrebbe incoraggiare gli estremisti » . È preoccupato? « Molto, l'antisemitismo è in crescita è chi dovrebbe fare qualcosa continua con il tradizionale atteggiamento: acquiescenza, se non compiacenza » . A chi si riferisce? « Rettori, presidi, professori universitari. Non voglio fare nomi, perché si tratta di un atteggiamento culturale diffuso più che di colpe precise: il pregiudizio propalestinese e antiisraeliano è dominante, e questo legittima e rafforza i soprusi di pochi » . Compagni che sbagliano? « È un lascito del ' 68 del quale non ci siamo ancora liberati: il fatto che alcuni militanti si sentano in diritto di ri durre al silenzio persone che vogliono semplicemente esprimere opinioni, viene criticato blandamente, o neppure quello. Per un'aggressione di qualche facinoroso ci sono molti docenti che chiudono volentieri un occhio o tutti e due, perché pensano che i contestatori esagerano ma in fondo hanno ragione » . Che cosa si aspetta dai docenti? « Dare una vera prova di antifascismo, al di là delle dichiarazioni rituali da 25 Aprile, condannando con più forza tipiche aggressioni squadriste come quella subita dalla collega torinese.
Non è un caso che il suo collaboratore marocchino, e musulmano, sia stato ugualmente minacciato e tacciato di collaborazionismo. Chi cerca il dialogo viene messo ai margini, si vuole a tutti i costi radicalizzare lo scontro » . A quale scopo? « Gli autonomi danno sfogo a un vitalismo giovanile ottuso e malsano, i professori non si ribellano perché non vogliono perdere posizioni di potere acquisite in decenni di comodo antisionismo di maniera » . Non può darsi che alcuni accademici siano legittimamente critici nei confronti di Israele? « Certo, ma questo che c'entra con le aggressioni? Nessuno nega il diritto di criticare Sharon, ma l'impressione è che la situazione i n M e d i o Oriente ormai non c'entri più nulla. Si parla di ritiro da Gaza, gli attentati islamici sono praticamente cessati, le nuove autorità palestinesi ricercano con determinazione l'accordo con Israele, e in Europa si scatena l'antisemitismo. Sharon è solo un pretesto per dare voce a un odio irragionevole
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