Intervista a Marwan Barghouti, che rivendica il terrorismo e pone condizioni per la pace che negano il diritto all'esistenza di Israele
mentre l'Anp assicura che fermerà con la forza chi cercherà di violare la tregua
Testata:
Data: 29/04/2005
Pagina: 15
Autore: Davide Frattini - la redazione
Titolo: "Abbas, hai dodici mesi per cacciare i corrotti" - "Fermeremo con la forza chi viola la tregua"
Il CORRIERE DELLA SERA di venerdì 29 aprile 2005 pubblica a pagina 15 un'intervista di Davide Frattini a Marwan Barghouti.
Il terrorista palestinese detenuto in Israele rivendica la legittimità e l'efficacia dei metodi terroristici e torna ad affermare che la soluzione del conflitto israelo-palestinese è impossibile senza l'accettazione del "diritto al ritorno" dei profughi palestinesi, cioè senza la scomparsa di Israele per via demografica.

Ecco il testo:

Sta finendo Omertà di Mario Puzo. E' uno dei libri ( otto ogni sei mesi) che la Croce Rossa fa arrivare al prigioniero palestinese più celebre nelle carceri i s r a e l i a n e .
Marwan Barghouti divora tutto quello che gli portano, anche la storia di un padrino mafioso che decide di andare in pensione. « Se posso scelgo saggi di politica internazionale — racconta dalla cella — per capire quel che sta succedendo nel mondo, gli sviluppi per la democrazia, i diritti delle donne. In questo periodo ho letto Noam Chomsky, uno studio sulle élites del sociologo palestinese Jamil Hilal, le poesie di M a h m o u d Darwish » .
Porta la barba rada di sempre e indossa l ' u n i f o r m e marrone dei carcerati. Vive in una cella di due metri per un metro e mezzo — spiega l'avvocato — e nei prossimi tre mesi non potrà ricevere visite dai familiari. E' stato condannato nel maggio 2004 a cinque ergastoli più quarant'anni con l'accusa di essere coinvolto negli omicidi di cinque israeliani. Su cosa fare di lui in futuro si dividono i servizi segreti — per lo Shin Bet è l' « architetto del terrore » nella seconda Intifada, risponde alla defini zione di « prigioniero con il sangue sulle mani » da non rilasciare mai — e gli analisti dell'esercito: vedono nel capo del Fatah in Cisgiordania un possibile interlocutore, un pragmatico che potrebbe fermare gli estremisti.
Per i palestinesi è un leader della nuova generazione — ha 46 anni — di quelli che combattono la corruzione. Il presidente Mahmoud Abbas ha detto di aver bisogno di dieci mesi per mettere ordine nella casa palestinese.
« Si prenda anche un anno. Se attuerà il piano di riforme, starò al suo fianco, come la maggior parte dei pales t i n e s i . Ma non deve fare compromessi, non ci devono essere eccezioni. Chi viene cacciato da una poltrona dopo anni di cattiva amministrazione non può essere premiato con qualche ruolo in un ministero. Sono sorpreso da questo tipo di accordi, producono solo altra burocrazia che non funziona » . Pentito? Avrebbe dovuto candidarsi alle presidenziali? « La decisione è stata giusta, nel nome della riconciliazione nazionale.
Ma non ci sono dubbi che l'Autorità palestinese e il Fatah devono essere riformati. Spero che il prossimo congresso del Fatah rappresenti un passo concreto per consolidare la democrazia e punire i funzionari corrotti. Sarà anche un'opportunità per i giovani di prendere la guida dell'organizzazione » . Nelle scorse settimane l'Autorità ha dovuto fronteggiare una rivolta interna. Squadre delle Brigate Al Aqsa, legate al Fatah, hanno sparato per le strade. Come dovrebbe intervenire il governo di Ramallah? « Negli anni passati l'Autorità ha fallito, non è riuscita a creare il nucleo di uno Stato palestinese democratico. Ora deve rifondare le sue istituzioni: politiche, finanziarie, di sicurezza. Ci vo gliono elezioni legislative basate su una legge che abbia un ampio consenso e che garantisca la partecipazione delle donne: non ci sarà democrazia senza ruolo delle donne. Il problema della violenza è l'esempio più forte del fallimento dell'Autorità. Bisogna farla finita con i centri di potere personali nelle forze di sicurezza e qualcuno dei co mandanti del passato dovrebbe essere processato » . I militanti possono essere assorbiti nelle forze di sicurezza? « Non devono aspettarsi un premio per la lotta e il sacrificio. Non hanno combattuto per interessi personali, ma per l'indipendenza. Hanno diritto a vivere dignitosamente » . Hamas è pronta a partecipare alle legislative di luglio.
« Non possiamo immaginare il futuro del popolo palestinese senza la partecipazione del movimento islamico. E' una vittoria della democrazia e dell'unità nazionale, uno sviluppo politico importante per Hamas che dobbiamo incoraggiare » . Così il suo Fatah rischia di perdere le elezioni.
« Il successo di Hamas nelle municipali a Gaza è il risultato della sua lotta, dell'onestà dei suoi leader e del loro sacrificio. Ma anche degli errori e della cattiva gestione da parte del Fatah. Sono fiducioso: se si faranno le riforme, il Fatah riprenderà il ruolo di partito leader » . C h e c o s a propone? Le primarie per rinnovare la fazione? « Le primarie sono fondam e n t a l i . I membri e i sostenitori del Fatah hanno diritto di scegliere i candidati. Creare liste artificiali non può che portare alla sconfitta elettorale » . Lei ha letto The Missing Peace , del mediatore americano Dennis Ross. In questi mesi si stanno perdendo altre opportunità di pace? « Ho letto il libro di Ross e l'autobiografia di Clinton insieme. Mi sono convinto che ogni accordo che non garantisca la fine dell'occupazione israeliana, la nascita di uno Stato palestinese libero e democratico con Gerusalemme come capitale e il ritorno dei rifugiati non potrà resistere » . In estate gli israeliani si ritireranno da Gaza. Per Abbas rappresenta un'opportunità, un modo per dimostrare di poter amministrare la Striscia? « Il ritiro da Gaza è stato conquistato non grazie all'astuzia dei negoziatori ma alle armi dell'intifada. E' parziale. Se la situazione resta così, non porterà pace e stabilità » . Diventato presidente, Abbas ha lanciato un appello per la fine della lotta armata. Ora la tregua sembra vacillare , a Gaza sono ricominciati i lanci di razzi contro Israele.
« E' impossibile rinunciare all'opzione della resistenza fino a quando ci sarà l'occupazione. Tre mesi fa i gruppi p a l e s t i n e s i hanno deciso di garantire un periodo di calma per permettere ai negoziatori internazionali di far avanzare le trattative. Che cosa abbiamo avuto in cambio? Nuove colonie, l'assedio, i checkpoint, migliaia di prigionieri ancora nelle carceri. Ci sono elementi nella società israeliana che cercano una pace autentica, che rigettano l'occupazione. Sono i nostri interlocutori del futuro » .
Accanto all'intervista un trafiletto sulla "promessa dell'Anp": "Fermeremo con la forza chi viola la tregua", che riportiamo:
Gli agenti palestinesi potranno intervenire contro i gruppi armati che infrangono la tregua e ostacolano la preparazione del ritiro israeliano da Gaza. Di fronte al ripetuto lancio di razzi Qassam sugli insediamenti, il presidente palestinese Mahmoud Abbas ( Abu Mazen) ha minacciato ieri, per la prima volta, di far uso della forza contro chi viola l'accordo informale di cessate il fuoco raggiunto lo scorso marzo al Cairo.
Ai poliziotti Abbas ha detto di sentirsi impegnato a garantire la calma durante il ritiro dalla Striscia previsto per l'estate: « Dobbiamo assicurare loro una partenza tranquilla — ha affermato — . C'è un consenso generale su questo ( con Israele), e chiunque lo infrangerà sarà colpito con il pugno di ferro » .
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