Hamas tratta con l'Europa per uscire dall'elenco delle organizzazioni terroristiche
Spagna e Francia la sponsorizzano
Testata: Corriere della Sera
Data: 18/04/2005
Pagina: 15
Autore: Davide Frattini - Guido Santevecchi
Titolo: Lista dei terroristi, Hamas tratta con l'Europa
Il CORRIERE DELLA SERA di lunedì 18 aprile 2005 pubblica a pagina 15 un articolo di Davide Frattini su scandalose trattative tra l'Unione Europea e Hamas, che vuole essere cancellata dalla lista europea delle organizzazioni terroristiche.
Mentre non ha nessuna intenzione di rinunciare definitivamente alla violenza.

Ecco il testo:

La sala di un istituto di ricerca tra i palazzoni bianchi del centro di Gaza. Attorno al tavolo, il chirurgo Mahmoud Zahar, considerato il nuovo leader di Hamas, e un diplomatico francese. Un'ora di incontro per discutere il futuro politico del movimento fondamentalista, che ha deciso di partecipare alle elezioni legislative palestinesi del 17 luglio. Quel che il negoziatore europeo vuol capire è se Hamas è pronta a smantellare le milizie armate e, in caso di vittoria, a far parte del governo. Quel che Zahar vuol capire è se l'Unione è pronta a togliere Hamas dalla lista delle organizzazioni terroristiche.
« Stiamo intensificando i contatti con gli europei — spiega un dirigente di Hamas, che ha chiesto l'anonimato — per far capire che siamo flessibili » .
Nelle scorse settimane, si sarebbero svolti a Gaza altri incontri come quello di lunedì scorso, con un inviato britannico e uno danese. All'inizio di marzo — ha raccontato il quotidiano Asharq al Awsat — una missione spagnola sarebbe andata a Beirut e Damasco in visita ai dirigenti palestinesi all'estero.
Hamas ha creato una squadra segreta che conduca le trattative con gli europei. « I diplomatici hanno chiesto — continua il dirigente da Gaza — come ci comporteremmo, se vincessimo le elezioni. Vogliono comprendere se Hamas è pronta a trasformarsi in un partito politico, a riconoscere il trattato di Oslo e a fermare la lotta armata. La nostra risposta è stata che, per ora, le nostre linee guida non cambiano, ma che non siamo talebani » .
A Bruxelles i sostenitori del dialogo — guidati da Madrid e Parigi — starebbero spingendo perché Hamas venga cancellata dalla lista nera. E questa strategia preoccupa gli israeliani, convinti che il movimento cerchi solo di ottenere un periodo di calma per riorganizzarsi dopo gli omicidi mirati che hanno falciato la sua leadership ( lo sceicco Yassin e Abdel Aziz Rantisi uccisi tra marzo e aprile 2004) e ricominciare con gli attacchi terroristici. Il gener a l e A h a r o n Z e e vi Farkash, capo dei servi zi segreti militari, ha spiegato alla commissione Esteri e Difesa della Knesset: Hamas pensa di adottare il « modello irlandese » , un'ala politica stile Sinn Fein entrerebbe in Parlamento ed eventualmente nel governo, mentre una fazione armata si strutturerebbe come l'Ira. « Gli occidentali — spiega lo sceicco Hassan Yussef, leader di Hamas in Cisgiordania — non ammetteranno mai ufficialmente queste riunioni, ma vogliono esplorare quali posizioni potremmo assumere » .
Hamas in blocco — senza distinzioni tra « politici » e « militari » — era stata messa al bando dall'Europa in un Consiglio dei ministri degli Esteri a Riva del Garda il 6 settembre 2003, sotto presidenza italiana. L'opposizione francese e di altri Paesi era caduta dopo un attentato kamikaze venti giorni prima a Gerusalemme — 23 morti, tra cui molti bambini — rivendicato dall'organizzazione. « L'Europa vuole mandare ad Hamas un segnale di estrema fermezza » , aveva detto Franco Frattini, allora ministro degli Esteri e oggi commissario alla Giustizia Ue.
I primi approcci con Hamas sarebbero avvenuti all'inizio dell'anno, quando Michel Rocard, ex primo ministro francese, è arrivato a Gaza e in Cisgiordania alla guida degli osservatori europei, durante il voto presidenziale che ha eletto Mahmoud Abbas. Tornato a Bruxelles, Rocard avrebbe raccontato di essere stato contattato da dirigenti del movimento per una serie di incontri, ma di esser stato fermato da Javier Solana, Alto rappresentante per la politica estera.
I francesi sono convinti che dialogare con Hamas possa far emergere i moderati nell'organizzazione. Gli israeliani sono sicuri che questi incontri indeboliscano Abbas: « Se accetti di parlare con i terroristi, colpisci la legittimità dell'Autorità palestinese » , hanno commentato al quotidiano Yedioth Aharonoth fonti del governo. Che devono aver letto l'intervista concessa da Mahmoud Zahar, al Times di Londra, dal suo nascondiglio a Gaza: « Nessuno può negare che stanno lasciando la Striscia e parte della Cisgiordania grazie ai grandi sacrifici di Hamas nella lotta armata. Non grazie ai negoziati, agli americani o agli europei » .
Guido Santevecchi, troppo ottimista circa l'utilità del negoziato, nell'articolo "Prima rispettino i diritti umani. A Gaza." segnala un problema spesso trascurato.
Hamas persegue la tirannia e il terrore anche all'interno della società palestinese.

E' un ulteriore problema che gli europei diovrebbero porsi.

Ecco l'articolo:

Dialogo e realismo sono sempre un gran sollievo, soprattutto in regioni dove la parola è spesso sovrastata da esplosioni, urla di dolore e minacce. Nel conflitto tra palestinesi e israeliani, solo nella « seconda intifada » scoppiata nel settembre del 2000, tra atti di terrorismo e reazioni dell'esercito i morti sono stati quasi cinquemila: 3.689 i palestinesi e 1.057 gli israeliani. Delle vittime israeliane i principali responsabili materiali sono stati i miliziani terroristi di Hamas. Lo sceicco Yassin, fondatore dell'organizzazione, amava predire la distruzione di Israele entro l'anno 2025: nel credo ideologico di Hamas è scolpita « la costruzione di una Palestina islamica dal Mar Mediterraneo al fiume Giordano » , vale a dire la cancellazione dello Stato ebraico costituito nel 1948. Hamas, che oltre al braccio militare ha una struttura politica che di fatto controlla la striscia di Gaza, è stato definito organizzazione terroristica dai Paesi europei. Lo sceicco Yassin è stato fatto a pezzi da un missile israeliano piombato su Gaza nel marzo 2004.
E dopo la morte di Arafat a novembre del 2004, la leadership palestinese è passata con libere elezioni a Mahmoud Abbas. Hamas ha boicottato quel voto. Ma ora vorrebbe partecipare alle elezioni politiche previste in estate. E cerca di uscire dall'isolamento. Gli europei faranno bene ad ascoltare i negoziatori islamici. Ma non devono concedere cambiali in bianco, neanche in nome della realpolitik e della promessa di abbandonare il terrorismo e il proposito di distruggere Israele, che pure sono passi fondamentali.
Pochi giorni fa, a Gaza, una ragazza di vent'anni è stata uccisa da una squadraccia di Hamas perché « usciva con un uomo » .
Prima di fare concessioni, l'Europa deve ottenere assicurazioni che gli aspiranti ex terroristi rispettino i diritti civili e umani del loro stesso popolo. Altrimenti Gaza resterà, comunque, il regno del terrore.
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