Un lancio AGI:(AGI/REUTERS) - Gerusalemme, 21 mar. - Che fine faranno le
centinaia di "collaborazionisti" palestinesi che con le loro
informazioni durante l'intifada hanno permesso alle forze
israeliane di individuare e colpire i capi delle formazioni
estremiste o di prevenire atti terroristici nella striscia di
Gaza e in Cisgiordania? Fonti dei servizi di sicurezza
israeliani hanno indicato che circa 1200 ex informatori che
insieme alle famiglie sono tenuti sotto protezione nel piccolo
centro di Dahaniya, nella parte meridionale di Gaza, otterranno
l'asilo nello stato ebraico e saranno trattati come cittadini
israeliani insieme ai loro familiari.
In base a un programma di riabilitazione posto sotto la
supervisione dello Shin Bet, il servizio di sicurezza interno,
agli ex informatori vengono assicurati una nuova identita', il
permesso di residenza e a volte anche la cittadinanza
israeliana. Al momento non e' chiaro quale sara' lo status
preciso dei collaborazionisti concentrati a Dahaniya, ne e'
dato sapere quale destino riserva il futuro agli informatori
ancora attivi nei territori. A volte i collaborazionisti hanno
pagato con la vita il loro "tradimento": sono stati uccisi dai
militanti palestinesi o sono stati condannati a morte dai
tribunali dell'Autorita' nazionale palestinese.
In passato il tentativo di farli vivere insieme agli arabi
israeliani non ha avuto successo perche' questi ultimi, quando
e' stata accertata la loro identita', li hanno cacciati dalle
loro comunita'. A Dahaniya vivono anche diverse centinaia di
egiziani che collaborarono con le forze israeliane durante
l'occupazione del Sinai e abbandonarono le loro case quando la
penisola, nel 1982, fu restituita all'Egitto.
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