Il progetto di Eurabia, il nuovo antisemitismo e l'antiamericanismo
intervista a Bat Ye'or
Testata:
Data: 16/03/2005
Pagina: 3
Autore: Anna Momigliano
Titolo: Perché l'Europa legge la sua storia alla luce dell'Islam
IL RIFORMISTA di mercoledì 16 marzo 2005 pubblica un'intervista di Anna Momigliano a Bat Ye'or, la studiosa della "dhimmitudine", la condizione di inferiorità giuridica e sottomissione politica di ebrei e cristiani nel mondo islamico, e dell'"Eurabia".

Ecco l'articolo:

In Egitto Bat Ye'or è nata e cresciuta come una "dhimma", una "protetta" secondo la legge coranica che vede ebrei e cristiani come una minoranza da tutelare, a metà strada tra musulmani e infedeli. E sulla condizione, in pratica non molto tutelata, dei "dhimm" nei paesi arabi, è considerata da decenni una dei massimi esperti nel mondo. Dopo avere vissuto, sulla sua pelle il trattamento nei confronti delle minoranze religiose del regime egiziano (che dopo la sconfitta del 1956 ha costretto molti ebrei, lei compresa, a lasciare il paese), ha usato spesso il termine «dhimm» per riferirsi alla condizione "servile" dei paesi europei che intraprendono una politica internazionale filo araba. Del suo ultimo libro, appena uscito negli Stati Uniti, si sta già discutendo sulla stampa italiana: il titolo, Eurabia, si riferisce appunto all'alleanza che, secondo l'autrice, sarebbe nata tra l'Europa e i paesi arabi negli anni Cinquanta, dopo la guerra in Algeria, per poi consolidarsi durante la crisi energetica degli anni Settanta. «Un'alleanza - spiega al Riformista Bat Ye'or, in questi giorni in Italia - che ha dato vita a una struttura di lavoro a porte chiuse, un network complesso che sorveglia le relazioni tra Europa e paesi arabi su diversi piani: politica, economica e culturale, volta a unire Europa e Medio Oriente in un'unica entità geo-economica e geo-strategica, l'Eurabia, da contrapporsi agli Stati Uniti».
Una lettura del dialogo euro-islamico e della posizione comunitaria nei confronti dell'Islam e Medio Oriente in odore di «conspiracy theory», eppure quella di Eurabia è una tesi che sta attirando l'attenzione di media e studiosi in Europa e Stati Uniti. Un punto particolarmente originale della tesi di Bat Ye'or è l'analisi dello sviluppo dell'antiamericanismo in Europa, fenomeno che la scrittrice interpreta come una reazione a un sistema di valori nato nel vecchio continente e trapiantato nel nuovo. Diversamente da quanto si pensa comunemente, spiega Bat Ye'or al Riformista, l'antiamericanismo di matrice europea non si baserebbe tanto su un'invidia nei confronti da parte delle potenze europee in declino nei confronti del ruolo privilegiato che la storia contemporanea ha conferito agli Stati Uniti: «l'America è un paese profondamente radicato nella cultura giudaico-cristiana, e ai valori a essi connessi, che è esattamente quello che l'Eurabia vuole sradicare e sostituire con una cultura coranica». Com'è possibile che l'Europa voglia sradicare la cultura giudaico-cristiana? «Naturalmente non tutta la Comunità europea voleva seguire questo cammino, ma alcuni paesi hanno accettato che jihad culturale venisse portata avanti nel continente, e la crisi energetica ha fornito un ottimo pretesto per dare all'Europa una prospettiva islamica della Storia. Così si è giunti a una situazione in cui l'Europa non è più in grado di giudicare autonomamente, con i propri strumenti, il proprio passato, ma secondo una prospettiva araba. Così questo jihad culturale e pacifico che ha cancellato dalla memoria storica mille anni di jihad violento e genocida. Questo approccio, inoltre, non significa solo rinunciare alle proprie origini giudaico-cristiane, ma anche ai valori laici dell'Illuminismo». Il risvolto culturale dell'alleanza euro-islamica, spiega Bat Ye'or, non è altro che l'altro lato della medaglia di un'alleanza economica: «gli arabi volevano avere influenza culturale sul continente, avere professori musulmani nelle università e costruire moschee; per gli europei invece la preoccupazione principale era il rifornimento di petrolio e tutelare i propri interessi industriali sul territorio mediorientale. Ma c'era anche una volontà, culturalmente radicata, di contrastare gli Stati Uniti. L'odio verso gli States, durante gli anni della guerra, era parte della struttura nazista e fascista, cosa che non va affatto sottovalutata, dal momento che le dittature nazi-fasciste a un certo punto controllavano metà dell'Europa. Inoltre lo stesso odio è altrettanto radicato nella cultura comunista. Di conseguenza, l'antiamericanismo costituisce un collante ideale per unire il continente europeo, e come tale è stato sfruttato». Lo stesso discorso vale per l'odio contro gli ebrei. «Nell'antisemitismo confluiscono radici culturali e un'agenda politica: è chiaro che l'antisemitismo sia anche profondamente radicato nella cultura europea, nell'odio secolare nei confronti degli ebrei che ha portato al genocidio, del resto è ovvio che se quest'odio non fosse abbastanza radicato nella cultura europea il genocidio non ci sarebbe mai stato. Eppure l'alleanza euro-asiatica ha creato una cultura nuova, che è fondamentalmente antiamericana e antisemita, dominata dal culto della causa palestinese. Non solo: questa alleanza è basata sul rigetto di Israele, è nata per essa. L'obiettivo principale di Eurabia è quello di creare una cultura unica che unifichi i paesi arabi al continente».
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