Terroristi progettavano attentato alla Knesset, attaccati soldati israeliani a Hebron
ma riprende il dialogo tra Israele e Anp
Testata:
Data: 08/03/2005
Pagina: 11
Autore: Aldo Baquis - un giornalista
Titolo: Volevano piazzare una bomba dentro la Knesset - Israele e Anp, riprende il diaologo
LA STAMPA di martedì 11 marzo 2005 pubblica a pagina 11 un articolo di Aldo Baquis sulle rivelazioni dei servizi di sicurezza israeliani relative a un progettato attentato alla Knesset, "Volevano piazzare una bomba dentro la Knesset".
Ecco il testo:

«Gli ordini venivano dall'estero, volevano colpire la Knesset». Il presidente del parlamento Reuven Rivlin, Likud, è ancora agitato per le rivelazioni dei servizi di sicurezza secondo cui un arabo della Galilea progettava un attentato nella cittadella della democrazia israeliana. «La Knesset - dice - rappresenta un simbolo. Se fossero riusciti nel loro intento, sarebbe stato un attacco strategico contro Israele». L'allarme di Rivilin scaturisce dal fatto che alle minacce dei terroristi islamici si sono aggiunte, negli ultimi mesi, anche quelle della destra eversiva israeliana: pur di impedire il ritiro da Gaza, essa sembrerebbe pronta a mettere nel proprio mirino perfino il premier Ariel Sharon.
Secondo Yizhak Shadar, il responsabile alla sicurezza della Knesset, queste ultime minacce sono state tuttavia ingigantite dalla stampa israeliana. Con alle spalle una brillante carriera nel Mossad, il servizio di spionaggio israeliano, Shadar ritiene che la principale minaccia incombente sul parlamento di Gerusalemme venga proprio da elementi ostili ad Israele.
Ancora un anno fa lo Shin Bet, il servizio di sicurezza israeliano, scoprì il progetto di colpire il simbolo della democrazia israeliana facendo sfracellare un elicottero sul suo tetto. Da allora il tetto del parlamento è stato rafforzato. Si temono ancora, ha spiegato la radio militare, attacchi di razzi o colpi di mortaio.
Ma l'episodio che ha così sconvolto ieri il presidente Rivlin riguarda una nuova falla nei severi dispostivi di sicurezza che proteggono il lavoro dei 120 deputati, mentre ogni giorno entrano nel palazzo circa duemila ospiti o visitatori e duecento manovali addetti a lavori di ammodernamento. Secondo lo Shin Bet un giovane manovale arabo avrebbe cercato nelle settimane scorse di farsi assumere dalla compagnia adetta ai lavori allo scopo di studiare da vicino la consistenza di nuovi muri in cemento in fase di costruzione e la possibilità di provocarne il crollo.
Il giovane ha ieri negato di aver progettato alcun attentato. «Non sono nemmeno mai stato alla Knesset», ha detto ai giornalisti. Il suo difensore, Riad Anis, lo ha definito «un ragazzo un po’ scombussolato, colpevole solo di aver mostrato interesse per l'Islam e di aver conversato con una persona che non conosceva». Ma nessun contatto con il terrorismo, né locale né internazionale.
Nella ricostruzione dei servizi segreti, l'accusato - la cui identità non è stata rivelata - ha incontrato tre volte un palestinese dei Territori nella Moschea al-Aqsa di Gerusalemme. In parallelo ha scoperto un interesse per diversi siti internet, in particolar modo per quelli che insegnavano come produrre ordigni artigianali. «Ha anche fatto esperimenti nel suo villaggio della Galilea», assicura la polizia. Il giovane lo nega. Il suo arresto è avvenuto a Gerusalemme, alla uscita della moschea al-Aqsa, il 13 febbraio. Con lui è stato arrestato anche il suo interlocutore palestinese, di cui non si conosce l’identità, né la eventuale affiliazione politica.
Secondo Rivlin, i due sarebbero in qualche modo collegati a un gruppo terroristico attivo all'estero. Il parlamentare del Likud Ehud Yatom, un ex responsabile dello Shin Bet, ritiene che la vicenda sia di estrema gravità: «Ci sono giorni in cui tutta la leadership politica-militare di Israele si trova nei corridoi della Knesset. Non voglio nemmeno pensare quali conseguenze potrebbe avere un attentato nel Palazzo».
Molto più cauti invece i parlamentari arabi, secondo cui anche in passato vicende in apparenza clamorose rivelate dallo Shin Bet e dalla polizia si sono poi concluse in un falso allarme. Alcuni anni fa un altro arabo israeliano fu neutralizzato su un volo della El Al diretto ad Istanbul mentre - secondo la hostess - cercava di irrompere nella cabina di pilotaggio armato di un temperino. I giornali israeliani dissero allora che aveva cercato di imparare il pilotaggio su siti internet e che voleva far schiantare l'aereo su due grattacieli di Tel Aviv. Nessuno di quei sospetti ha mai più trovato conferma. Un giornale scrisse anche che aveva lasciato un messaggio di addio alla madre: in realtà - si sarebbe appreso in seguito - aveva solo trascritto su un foglio il testo di una melanconica canzone libanese allora in gran voga.
Se dunque il manovale arabo della Galilea rappresentasse o meno una minaccia strategica immediata per la Knesset resta ancora da vedere. Ma il suo presidente Rivlin e il responsabile della sicurezza Shadar non hanno dubbi: in via generale le minacce terroristiche che incombono sull'edificio sono più che reali. Per cui le perquisizioni dovranno essere rafforzate, e così pure i lavori di rafforzamento, e così pure la protezione per i deputati più in vista. Uno di questi, l'ex ministro degli Esteri David Levy (Likud) ha già sfiorato la morte quando un commando palestinese progettò una imboscata che avrebbe dovuto sorprenderlo mentre viaggiava nella valle del Giordano, fra Gerusalemme e la città di Bet Shean, presso Tiberiade, dove abita.
AVVENIRE pubblica a pagina 24 il breve articolo "Israele e Anp, riprende il diaologo":
Due soldati israeliani sono stati feriti dal fuoco di un palestinese davanti alla Tomba dei Patriarchi nella Casbah di Hebron. Secondo un portavoce dell'esercito, il palestinese ha sparato mentre si trovavano di guardia all'accesso riservato ai musulmani. Altri agenti hanno risposto al fuoco, mettendo in fuga l'attentatore. Nella Casbah l'esercito ha imposto il coprifuoco. Malgrado l'incidente, il dialogo tra Israele e anp, che era stato interrotto il 25 febbraio scorso dopo l'uccisione di cinque israeliani in un attentato suicida a Tel Aviv, è ripreso ieri a livello di ministri. A incontrarsi a Gerusalemme sono stati il ministro dell'Interno israeliano Ofir Pines e il suo omologo palestinese Nasser Yussef. Inoltre secondo la radio pubblica israeliana, il ministro della Difesa Mofaz si incontrerà oggi - sembra al valico di Erez, tra la Striscia e Israele - con il presidente palestinese Abu Mazen.
Dovrebbe essere discusso il graduale trasferimento al controllo dell'Anp di cinque città cisgiordane, a cominciare da Tulkarem e Gerico. Fonti palestinesi hanno reso noto che già oggi l'Anp potrebbe assumere il controllo di Tulkarem. La notizia non ha ancora conferma ufficiale in Israele.
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