LA STAMPA di giovedì 24 febbraio 2005 pubblica a pagina 24 un articolo di Fiamma Nirenstein , "Antisemitismo benzina per i terroristi", sull'aggressione all'Ambasciatore d'Israele in Italia, Ehud Gol.
Ecco il testo:Attenzione: l’attacco all’ambasciatore israeliano Ehud Gol all’università di Firenze non è un episodio locale, e nemmeno regionale come sembra suggerire l’analoga vicenda all’università di Pisa un paio di mesi or sono. Non è neppure un fatto nazionale. Si tratta invece di una perversione ideologica che si è andata diffondendo come una tabe dall’inizio della seconda Intifada dal Medio Oriente all’Occidente, quattro anni e mezzo fa, prima grande tappa la Conferenza dell’Onu di Durban, e che è diventata né più né meno che il combustibile ideologico mondiale della grande guerra terrorista in cui ci dibattiamo.
Come l’antisemitismo fu la benzina, la droga, dei grandi totalitarismo del ventesimo secolo che volevano conquistare il mondo, così l’antisemitismo attuale è la mosca cocchiera, con l’antiamericanismo, dell’ideologia dello scontro mondiale in corso. Esso prescinde dagli eventi reali, proprio come l’antisemitismo di Hitler: Israele resta diabolica, anzi lo diviene sempre di più qualsiasi cosa faccia. L’odio pregiudiziale contro Israele non è affatto legato alla politica di Sharon, di nuovo chiamato a Firenze «assassino» e «terrorista» mentre si impegna in un difficile processo di pace che per ora gli procura enormi difficoltà politiche e odio da destra. Non si accorge della rischiosissima liberazione di migliaia di prigionieri palestinesi che forse torneranno al terrorismo, né degli alleviamenti economici mentre i kassam sono tornati a cadere su Israele anche ieri.
L’odio per lo Stato degli ebrei è la benzina antisemita di cui i terroristi e i loro amici riempiono i loro motori e le sue due menzogne base sono di stampo classico anche se applicate a Israele, l’ebreo collettivo, invece che ai singoli: la prima, che Israele sia avido del sangue del nemico (blood libel) che uccida per il proprio gusto bambini e innocenti in genere; il secondo, che le sue guerre non siano di difesa contro un mondo ostile, ma piuttosto astuti passi compiuti di concerto con l’altro grande nemico, gli Stati Uniti, per conquistare il mondo, le sue ricchezze, il suo petrolio, le sue terre. Gli europei che imbracciano cartelli che demonizzano Israele e gli Usa e li paragonano a Hitler, col solito trucchetto di chiamare vittime gli aggressori, sono esattamente sulla stessa linea degli hezbollah di Nasrallah, che ha detto in un discorso trasmesso dalla televisione Al Manar il 18 febbraio: «Israele è il nostro nemico; è un’entità illegale e aggressiva che non ha futuro nella nostra terra. Il suo destino è manifestato nel nostro motto "Morte a Israele"... e l’amministrazione americana è dietro Israele che razzia i nostri tesori, il petrolio, le risorse, causando povertà fame, ignoranza... Il nostro motto che non abbiamo paura di ripetere anno dopo anno è morte all’America». Questo è il veleno che scorre direttamente dalle organizzazioni terroriste nelle vene dei movimenti che vanno a gridare «Sharon assassino»: cercare di mettere a tacere Gol in quanto rappresentante di Israele è una piccola messiscena di una grande battaglia. Loro ve lo confermerebbero di sicuro, dalle loro organizzazioni studentesche, le loro Ong, i loro giornali.
A pagina 8 il quotidiano torinese pubblica un articolo sulle reazioni del mondo politico italiano, dal titolo un po' troppo ottimista: "Il mondo politico al completo si scusa con Gol".
Anche il "compagno Diliberto"?
Ecco il testo:Un coro unanime di deplorazione. All'indomani dell'aggressione verbale subita dall'ambasciatore di Israele Ehud Gol, duramente contestato a Firenze da alcuni studenti della facoltà di Giurisprudenza - dove era ospite per una lezione sul tema «Prospettive di pace in Medio Oriente» - la quasi totalità dei politici italiani ha manifestato solidarietà al diplomatico e condannato esplicitamente l’accaduto. Un fatto non del tutto nuovo: all’università di Pisa, a ottobre, al consigliere dell’ambasciata d’Israele, Shai Cohen, era stato addirittura impedito di prendere la parola. Il primo a farsi vivo era stato, nella stessa serata, il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, stigmatizzando «l’indegno episodio di violenza e sopraffazione», seguito dal sindaco di Firenze Leonardo Dominici e dal presidente della Regione, Claudio Martini.
Ieri è stata la volta del premier Silvio Berlusconi, amico personale di Gol che, tuttavia, aveva detto di non volerlo coinvolgere per non fare dell’accaduto un fatto politico. Di buon mattino, insieme al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il presidente del Consiglio l’ha chiamato per manifestargli vicinanza e solidarietà.
Anche il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Gianfranco Fini, in questi giorni in visita nei Balcani, ha telefonato ieri sera a Gol esprimendo «totale e affettuosa solidarietà per l'inqualificabile episodio di intolleranza cui è stato fatto oggetto a Firenze». E ancora, si è fatto vivo il presidente della Regione Lazio, Francesco Storace. «Mi auguro - ha aggiunto - che un segnale di solidarietà arrivi da tutti i presidenti di regione». Parole di riprovazione e di polemica sono arrivate dal presidente dei senatori della Lega Nord, Ettore Pirovano, «Questo gesto di intolleranza è un boomerang contro chi, in alcuni ambienti politici, predica bene e razzola male quando si parla di Israele».
«Atteggiamenti squadristici e incivili che indicano lo squallore morale e politico di chi li compie. La stragrande maggioranza degli italiani è amica di Israele e del suo popolo». Così il segretario dei Ds Piero Fassino ha voluto rimarcare la distanza che separa la sinistra di governo dai ragazzi del «Collettivo» di Firenze. «A nome di tutta la Margherita» Francesco Rutelli ha espresso biasimo per «un gesto di intimidazione e di intolleranza che l'intera comunità democratica rigetta». Il presidente dello Sdi, Enrico Boselli,ha portato la solidarietà di «tutti i socialisti democratici italiani». Per i sindacati il segretario confederale della Uil, Paolo Pirani, ha sottolineato come la condanna debba «accompagnarsi alla solidarietà personale e politica nei confronti del governo di Israele, impegnato, insieme alla nuova dirigenza palestinese, in un difficilissimo processo di pacificazione».
Intanto sull’accaduto è arrivato in procura un rapporto della Digos che sta analizzando i filmati realizzati dalla polizia scientifica durante la conferenza per identificare i contestatori. Nel rapporto, comunque, non si ipotizza alcun reato. Lo stesso Gol ha usato toni concilianti definendo l’episodio prova di ignoranza più che di antisemitismo: «In Italia c'è una grande simpatia verso Israele, che si esprime non solo fra gli uomini politici e nell'attuale governo, ma anche in altri ambienti».
LIBERO a pagina 4 pubblica un'intervista di Tommaso Montesano a Ehud Gol, "Diliberto abbraccia chi ci vuole morti", che riportiamo:di TOMMASO MONTESANO ROMA - È successo ancora. Come quattro mesi fa, come lo scorso anno. E sempre in Toscana, nella " rossa" Toscana. Israele? Per la sinistra radicale non deve parlare. Peggio, non dovrebbe esistere. In piazza, nelle manifestazioni pacifiste, sui siti Internet, in Parlamento, nelle università, avanza un nuovo antisemitismo. « Antisemitismo » , denuncia Ehud Gol, ambasciatore d'Israele in Italia, « che nasce dall'estrema sinistra » . Gol, in maniche di camicia e cravatta blu, è seduto sul divano nel suo ufficio dell'ambasciata. Il televisore è acceso con il volume abbassato, i giornali con il resoconto della contestazione subita due giorni fa a Firenze sono sul tavolo. Tra i primi a chiamarlo per esprimergli solidarietà, la mattina, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il sottosegretario Gianni Letta e il ministro degli Esteri, Gianfranco Fini. Ambasciatore, ci risiam o. . . « Quattro mesi fa all'università di Pisa a Shai Cohen, consigliere dell'ambasciata, non fu permesso di aprire bocca. Perché lui, al contrario di me, che sono ambasciatore, non era scortato dalla polizia. Era solo. E per questi estremisti è stato un gioco da ragazzi bloccarlo » . E martedì è toccato a lei. « Sa qual è l'aspetto più grave di quello che è accaduto a Firenze? Che hanno iniziato a contestarmi prima ancora che io iniziassi a parlare. Non ho avuto neppure il tempo di dire una parola. Capisce? Neanche una parola. A loro, del resto, non interessava parlare. L'importante era urlare " fascisti!", " assassini!", " Palestina rossa!". Rossa poi. Rossa con che? In che modo? Con il sangue degli israeliani? » . Perché questo clima? « Per la combinazione tra odio e ignoranza. Tutto l'antisemitismo degli ultimi duemila anni è frutto dell'ignoranza. Non è, però, la prima volta che accade in To s c a n a » . Lei ha un precedente anche a Siena... « Lo scorso anno ero al palasport per assistere alla partita di basket tra Montepaschi e Maccabi Tel Aviv. Il pubblico si è comportato in modo orribile con il Maccabi. E non dal punto di vista sportivo. Consideri poi che io non tifo per loro, ma per l'Hapoel di Gerusalemme. Beh, a Siena mi sono bastati due minuti di gioco per diventare un tifoso del Maccabi » . Tre episodi in un anno. Semplice coincidenza? « Con tutto il rispetto, credo che in Toscana sia giunto il momento di affrontare il problema. Io ho visitato tutte le regioni d'Italia e in tutte ho avuto l'opportunità di rappresentare il punto di vista d'Israele. Nelle altre regioni non ho mai dovuto affrontare un clima d'odio come quello di martedì a Fire n z e » . I toni degli studenti fiorentini, però, sono gli stessi che si sentono nelle manifestazioni pacifiste e che si leggono sui siti Internet no global. « Altri esempi di ignoranza. L'odio totale non è normale, è una malattia. Ma questi non sono i sentimenti del popolo italiano. Ho avuto il privilegio e l'opportunità di visitare ogni parte del vostro Paese e ho sempre trovato una grande amicizia. A destra come a sinistra. Si tratta di gruppi marginali » . Gruppi che però trovano una sponda in alcuni partiti rappresentati in Parlam e n t o. « Oliviero Diliberto è pieno di odio. Esattamente come i ragazzi di Firenze. È legittimo criticare lo Stato di Israele, ma c'è una grande differenza tra questo e l'odio totale. Quello che ha dimostrato Diliberto pochi mesi fa » . Si riferisce alla visita del segretario dei Comunisti italiani in Libano? « Diliberto ha incontrato Hasan Nasrallah, leader di Hezbollah. L'idea di Nasrallah è quella di distruggere Israele. E il leader del Pdci è stato fianco a fianco di una persona il cui sogno è quello di distruggere lo Stato ebraico. Non c'è grande differenza tra Diliberto e questi settor i » . Ambasciatore, lei Diliberto l'ha mai incontrato? « No » . Parteciperebbe ad un dibattito con lui? « No. Lui non accetterebbe il mio diritto di parlare. Come non accetta il diritto di Israele ad esistere come Stato indipendente in Medio Oriente. Ma lui è solo un nome, un piccolo esempio » . Che però guida un partito deter minante per un possibile governo di centrosinistra. Ed è già stato anche ministro. Magari lei sarà costretto ad i n c o n t r a rl o. . . « Tanto meglio per lui » . Una volta in Italia antisemitismo faceva rima con estrema destra. Il quadro è c a m b i at o ? « Oggi c'è un nuovo antisemitismo che nasce dall'estrema sinistra e anche da alcuni settori radicali della Chiesa cattolica. Mel Gibson, ad esempio, è antisemita. Il suo film " The Passion" è antisemitismo puro. Poi ci sono gli antisemiti di vecchia data: i gruppi di estrema destra e i radicali islamici » . È sorpreso dall'antisemitismo della sinistra? « Come ho detto, l'antisemitismo è una malattia che ha più di duemila anni di vita. E ha avuto varie oscillazioni. L'importante è che noi ebrei, e lo Stato d'Israele, continueremo ad esserci » . Quali sono, invece, i rapporti con il governo Berlusconi? « Ottimi. Palazzo Chigi non ha cambiato i suoi rapporti con il mondo arabo a causa dell'amicizia con Israele. Ha capito che è possibile essere vicini allo stesso tempo a noi e ai Paesi arabi. Così è molto più facile giocare un ruolo chiave per il futuro del Medio Oriente » .
Di Martino Cervo su LIBERO è l'articolo "Minacce in tv dal capo hezbollah che incontrò il leader comunista"MILANO - Alla fine del novembre 2004 l'onorevole Oliviero Diliberto, segretario dei comunisti italiani, ha compiuto una visita diplomatica in Medio Oriente con una delegazione del suo partito. Nel corso della visita, Diliberto ha commemorato le vittime della strage di Saabra e Chatila, luoghi teatro di un eccidio opera dell'esercito israeliano nel 1982. Poi, come riportava il giornale " La rinascita della sinistra" del 26 novembre 2004 ( il testo è accessibile on- line), « Diliberto ha avuto un faccia a faccia con il segretario generale del partito Hezbollah, sheik Nasrallah » . « Durante l'incontro » , scriveva Maurizio Musolino, « pur nelle naturali differenze esistenti fra un partito di ispirazione religiosa e il partito comunista, si sono trovate ampie condivisioni in merito allo scenario internazionale e verso le strategie politiche imperialiste messe in atto dall'amministrazione Bush » . Nasrallah teorizzava che negli attacchi terroristici ai danni dei civili che insanguinavano, allora come ora, i civili iracheni, fossero « coinvolti direttamente settori di ministeri iracheni di concerto con l'intelligence statunitense » . Poco più oltre, si leggeva come Diliberto avesse « insistito sul fatto che è interesse di tutti distinguere gli atti di resistenza da azioni puramente terroristiche » . L'ambasciatore israeliano in Italia Ehud Gol reagì duramente, esprimendo « disgusto e ripugnanza » per il « desiderio di Diliberto di intrattenere relazioni con quella organizzazione terroristica e assassina » . A sinistra si indignò il diessino Giuseppe Caldarola, che parlò di un « incidente molto grave » , augurandosi che Prodi aprisse un dossier sul caso. Ieri il Memri ( Middle East Media Research Institute), un istituto che sorveglia tv e giornali dell'area mediorientale, ha diffuso un videoclip estratto dal canale libanese Al Manar. L'emittente ha mandato in onda due discorsi del segretario di Hezbollah, sheik Hassan Nasrallah, del 18 e 19 febbraio. Nasrallah parla da un podio, agitando l'indice della mano destra. Barba, occhiali, un copricapo nero che si aggiusta con frequenza. I sottotitoli in inglese chiariscono le sue parole: « Israele è il nostro nemico. È un'entità aggressiva, illegale e illegittima. Il suo destino è manifestato dal nostro motto: " Morte a Israele" » . I fotogrammi successivi mostrano una folla che, stendendo ritmicamente il braccio destro, ripete il grido: " Morte a Israele". Tre, quattro, cinque volte. Poi Nasrallah prosegue: « Dietro Israele c'è l'amministrazione americana (...) nemica della nostra nazione e del popolo islamico, che sostiene Israele con armi, aerei, carri armati, denaro, protezione politica. (...) Il nostro motto, che non abbiamo timore di ripetere anno dopo anno è: " Morte all'America" » . Di nuovo viene inquadrata una folla che scandisce sei volte: " Morte all'America". Nasrallah riprende a parlare: « Ogni divisione, guerra civile, disintegrazione o dispersione in qualsiasi paese islamico serve al nemico sionista e ai suoi piani di egemonia, e serve il Grande Satana, l'amministrazione americana, il cui scopo principale è controllare il nostro petrolio, i nostri tesori, le nostre risorse, i nostri mercati. Vogliono ridurci a milioni di schiavi, a morti viventi » . Il secondo spezzone mostra un altro discorso di sheik Nasrallah che spiega la gioia derivante dalla morte: « Come può il sapore della morte diventare più dolce del miele? Solo tramite la convinzione, l'ideologia, la fede, il credo, la devozione. Ognuno di noi vive giorno e notte sperando più di ogni altra cosa di essere ucciso per la gloria di Allah. La morte più onorevole è quella per assassinio, e l'assassinio più onorevole e il martirio più glorioso è quando si viene uccisi per gloria di Allah, dai nemici di Allah, gli assassini dei profeti » ( termine con cui si indicano gli ebrei).
Di Hamza Boccolini su LIBERO è l'articolo "I siti filo Al-Qaeda esaltano l'aggressione", che riportiamo:ROMA - Gli studenti no global dell'Università di Firenze sono diventati per un giorno paladini di Hamas e Al- Qaeda, almeno stando ai siti internet islamici legati ai gruppi fondamentalisti in lingua araba. La notizia dell'aggressione che un gruppo di studenti dell'università toscana ha eseguito contro l'ambasciatore israeliano Ehud Gol non è passata inosservata ai seguaci di Osama Bin Laden, che l'hanno ripresa come esempio della lotta in favore del popolo palestinese. Titolava infatti la prima pagina del sito islammemo. cc: « Protesta studentesca contro l'ambasciatore sionista in Italia » . Leggendo l'articolo i simpatizzanti di Al- Qaeda hanno appreso che « solidarizzando con il popolo palestinese che subisce lo sterminio di massa operato dall'esercito occupante, gli studenti italiani dell'università di Firenze hanno protestato con forza contro la presenza dell'ambasciatore sionista in Italia che voleva tenere una conferenza dentro il loro ateneo costringendolo ad andarsene. Sulla vicenda è intervenuto anche il sito www. palestine- info. info, notoriamente legato al movimento di Hamas, secondo il quale « gli studenti che hanno definito Sharon assassino hanno impedito all'ambasciatore sionista di iniziare la sua lezione, fino a quando non sono intervenute le forze speciali per allontanare i manifestanti dalla conferenza che è proseguita ancora per un ora in una situazione di alta tensione » . In entrambi gli articoli è stato sottolineato come i contestatori abbiano difeso l'onore del popolo palestinese, tanto da finire all'interno dei forum islamici accanto alle rivendicazioni di Al- Zarqawi e alle richieste dimorte di Giuliana Sgrena.
Su L'UNITA', a pagina 24 Furio Colombo, ex-direttore del giornale, scrive ora una "Lettera a Ehud Gol, Amabasciatore di Israele".
Dopo quattro anni di disinformazione,in gran parte diffusa dalla stessa UNITA' diretta da Furio Colombo, e quindi non estranea al clima di pregiudizio e ostilità diffuso negli ambienti della sinistra estrema. Su Furio Colombo si veda il ritratto di Federico Steinhaus su Informazione Corretta di oggi.
Ecco il testo:Caro Ambasciatore,
desidero dirLe la solidarietà più viva per quanto accaduto all'Università di Firenze. Non è solo questione di libertà di parola e di rispetto degli ospiti. Si tratta di sapere (e il buco della disinformazione appare grande), di ascoltare, in nome del nostro impegno di democrazia (che dovrebbe essere vivissimo a sinistra) e della democrazia di Israele, rappresentata dal suo Ambasciatore. E si tratta di parlare. Come può un gruppo di studenti scegliere di esprimersi con grida e striscioni in un'aula universitaria in cui è aperto e possibile il confronto, il dibattito, la rappresentazione delle proprie idee e del proprio punto di vista, tanto più utili quanto più espressi in modo che tutti possano capire e a cui possano partecipare?
Eventi importanti sono avvenuti e stanno accadendo in Medio Oriente, eventi che possono finalmente cambiare la vita e la storia di Israele e dei Palestinesi, dare vita a due Stati che potranno vivere in pace, cambiare dunque anche la nostra storia. Sia il governo di Israele che quello della Anp sono in contatto e in questo nuovo rapporto stanno investendo impegno, prestigio e futuro. Non saperlo e ignorarlo produce un pauroso vuoto politico e fa nascere l'ansia legittima del pregiudizio.
Dobbiamo pensare che si tratti di un episodio isolato, oltre che profondamente sgradevole, e che non tornerà più a ripetersi. Non perché qualcuno lo impedisca, ma perché prevalga, oltre al valore del confronto democratico, la buona informazione e il buon senso.
Accolga, Ambasciatore, il nostro più caldo augurio di pace, che è speranza per la vita e la sicurezza di Israele e per la nascita di un democratico e libero Stato palestinese.
Furio Colombo
Ci scusiamo con i lettori e con IL RIFORMISTA per un nostro errore. Non è vero, come abbiamo scritto nella rassegna stampa di ieri, che il quotidiano non abbia scritto nulla sull'aggressione a Gol nell'edizione del 23 febbraio.
Nella quale era invece pubblicato il breve, ma corretto articolo "Israele e la sinistra", che riportiamo:Israele e la sinistra. La dura contestazione riservata ieri all'università
di Firenze all'ambasciatore 'Israele in Italia, Ehud Gol, dice che ha ragione Furio Colombo sulle responsabilità che la sinistra continua ad avere in una sistematica opera di falsificazione delle posizioni israeliane.Già pochi mesi fa, al consigliere dell'ambasciata fu impedito di tenere una lezione all'università di Pisa, e le reazioni furono poco più che locali. Anche ieri a Firenze, erano poche decine di teste vuote che gridavano Sharon assassino.Ma finché un ambasciatore d'Israele avrà bisogno della polizia antisommossa
a sua tutela per entrare in un'aula universitaria italiana, vorrà dire che noi tutti abbiamo molto da fare per spiegare ai giovani che devono cambiate testa e piantare di gridare stronzate. Sarà anche amaro dirlo, ma Arafat era l'ostacolo alla pace, sono gli stessi elettori palestinesi ad averlo affermato appena è scomparso. Non il governo Sharon che insieme ad Abu Mazen s'impegna coraggiosamente per la pace, sfidando estremismi di ambo le parti.
Segnaliamo infine, dal MATTINO di mercoledì 23 febbraio 2005 l'articolo "Contestato all’università l’ambasciatore di Israele", che ci sembra andare oltre la "neutralità" con la quale giornali come IL MANIFESTO e LIBERAZIONE hanno dato la notizia dell'aggressione.
Si noti la scelta di alcune espressioni: la "contestazione" che "è scattata al al grido di «Palestina libera»" i "ragazzi" portati "via a forza", Gol che "apostrofa" i suoi contestatori.
Scelte che, sommate l'una all'altra, sembrano manifestare in modo abbastanza esplicito indulgenza verso gli autori dell' aggressione e freddezza verso chi l'ha subita.
Ecco il testoFirenze. È scattata al grido di «Palestina libera», ieri nell’aula magna della facoltà di giurisprudenza dell’Università di Firenze, la contestazione all’ambasciatore d’Israele Ehud Gol da parte di una trentina di studenti del collettivo di scienze politiche. «Ignoranti fascisti, criminali» è stata la risposta del rappresentante diplomatico all’indirizzo dei contestatori. In un clima testo, il dibattito è andato avanti dopo che la Digos aveva portato via a forza i ragazzi. La lezione su «Prospettive di pace in Medio oriente», organizzata dal professor Stefano Mannoni, ordinario di storia delle costituzioni moderne, avrebbe dovuto essere - come si legge nella nota dell’università - un’iniziativa in grado di «riscattare episodi di deplorevole intolleranza manifestatisi nei confronti dello Stato di Israele in altre circostanze nella nostra regione». Il 14 ottobre 2004 all’università di Pisa, infatti, al consigliere dell’ambasciata di Israele Shai Cohen fu impedito di tenere una lezione sulla situazione in Medio Oriente. Ieri, la protesta è esplosa quando un gruppo di studenti ha intimato a Gol di andarsene, sono stati srotolati un grande striscione rosso con scritto «Pace e libertà per la Palestina» e tre bandiere palestinesi. La tensione è salita. A nulla sono valsi gli inviti alla calma e al dialogo. Fino a quando il professor Mannoni ha chiesto l’intervento della Digos. Durissima, poi, la reazione dell’ambasciatore Gol, durante e dopo l’intervento della polizia, una volta che una calma relativa era tornata nell’aula. «Ignoranti fascisti - ha apostrofato i suoi contestatori il diplomatico. Il presidente della Camera Pierferdinando Casini ha definito «indegna la contestazione»
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