Intolleranza e violenza contro l'Ambasciatore d'Israele: come ne scrivono i quotidiani italiani
rassegna stampa sui fatti di Firenze
Testata:
Data: 23/02/2005
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: Intolleranza e violenza contro l'Ambasciatore d'Israele: come ne scrivono i quotidiani italiani
Niente su IL RIFORMISTA ed EUROPA. Ampi articoli di cronaca, sostanzialmente corretti, sul CORRIERE DELLA SERA, IL FOGLIO, LIBERO, LA REPUBBLICA, IL GIORNO, IL MESSAGGERO e L'UNITA'.
Due articoli piuttosto brevi, ma corretti, su AVVENIRE e su LA STAMPA .
Due trafiletti su LIBERAZIONE e IL MANIFESTO che minimizzano, definendo semplicemente "contestazione" il tentativo di sopprimere la libertà di parola per i rappresentanti di Israele, e si mantengono del tutto neutrali nel raccontare i fatti, senza nessuna espressione di condanna o di indignazione.
Così, in sintesi, i quotidiani di mercoledì 23 settembre 2005 danno la notizia del tentativo di impedire una conferenza dell'Ambasciatore d'Israele in Italia Ehud Gol all'università di Firenze.
Vediamone ora alcuni nello specifico.
Il CORRIERE DELLA SERA pubblica, accanto alla cronaca dell'avvenimento, " Via l'ambasciatore d'Israele Fischi e insulti all'università", un 'intervista a Francesco Pancho Pardi, docente alla Facoltà di Architettura ed esponente della sinistra.
Pardi condanna l'episodio, non senza ambiguità. Dichiara di poter "capire", ma non "condividere" la contestazione. Che il "timing" della contestazione gli sembra assurdo: " è innegabile che qualcosa stia cambiando", come dire che se fosse avvenuto prima degli ultimi cambiamenti politici l'episodio sarebbe stato ancor più "comprensibile".
Nega inoltre che l'antisemitismo abbia qualcosa a che fare con l'atto di intolleranza, infatti "I dirigenti israeliani dovrebbero rendersi conto che il modo in cui sono trattati i palestinesi difficilmente stimola indulgenza tra i giovani".
In realtà sono la disinformazione e l'ideologia a generare, tra giovani e meno giovani, condanne ossessive di Israele e "indulgenza" verso la violenza terrorista.
Atteggiamento, come riconosce lo stesso Pardi, che non si lascia modificare da nessun fatto nuovo.
Circostanza questa che induce a ritenere che, in fondo, l'antisemitismo potrebbe anche non essere del tutto estraneo alla vicenda.
In ogni caso, la scelta del CORRIERE di dare voce solo a Pardi appare poco felice.

Ecco l'intervista di Marco Immarisio, da pagina 14: "Hanno sbagliato. Senza se senza ma" :

DAL NOSTRO INVIATO FIRENZE — Professore, gli studenti hanno sbagliato? « Hanno sbagliato. Senza se e senza ma » . È stato un suo collega a pretendere che l'ambasciatore israeliano fosse messo nella condizione di parlare.
« Ha fatto non bene, benissimo.
L'università è il luogo del confronto, sia culturale che politico. In quelle aule, ognuno deve esprimere le proprie opinioni » .
Francesco « Pancho » Pardi è prigioniero di casa sua, in Val di Pesa. Bloccato dalla neve, può solo ascoltare quello che è successo nella sua università. Insegna a Firenze, alla facoltà di architettura, è toscano, è un uomo che appartiene a quella che viene etichettata come sinistra « radicale » , sempre piuttosto critica nei confronti di Israele. Cosa pensa di questa contestazione? « Posso capirla, ma non la condivido. Era meglio se non la facevano.
Impedire di prendere la parola, ma dai. Ci avrebbero guadagnato a rimanere lì, e fare domande, esercitando il loro diritto di critica » . L'ambasciatore Gol dice che tra gli studenti toscani esiste un pregiudizio contro Israele.
« Mah. Non saprei. Sono però sicuro che l'antisemitismo non c'entri proprio nulla » . È una questione esclusivamente politica? « Credo che sia così. I dirigenti israeliani dovrebbero rendersi conto che il modo in cui sono stati trattati i palestinesi difficilmente stimola indulgenza tra i giovani. E può certamente essere oggetto di critica » .
« Certo, la discriminante è quella.
Le occupazioni israeliane, i diritti negati al popolo palestinese. Motivi di critica ce ne sono a iosa. Ma senza impedire alla gente di esprimere la propria opinione » . « Mi colpisce, questa vicenda. Tanto più che il timing della contestazione mi sembra assurdo. È innegabile che qualcosa stia cambiando. Dopo tanto dolore il confronto politico con la Palestina finalmente è stato riaperto. Stiamo a vedere » . Non un bellissimo episodio, comunque.
« No. Io non conosco quei ragazzi.
Ma nei prossimi giorni andrò da loro, per curiosità.
Voglio capire quali sono i loro argomenti » . « Ragazzi, avete danneggiato voi stessi. Perché avete perso un'occasione per ascoltare le ragioni degli altri, di chi non la pensa come voi. Anche questo mi sembra grave » .
LA REPUBBLICA accanto alla cronaca, "E' israeliano, non deve parlare l´ambasciatore contestato a Firenze" pone, più correttamente, un' intervista di Nicola Lombarducci a Ehud Gol.
Mentre nel testo dell'intervista, però, leggiamo che alla domanda "Chiariamo subito una cosa: la considera una manifestazione di intolleranza politica o di antisemitismo?" Gol ha risposto: "È lo stesso. In questo caso si tratta solo di gente ignorante che non accetta le opinioni dell´avversario politico. E anche l´antisemitismo è figlio dell´ignoranza. Sono ragazzi accecati dall´odio che non sanno nemmeno quello che fanno. Non conoscono nemmeno le persone che credono di difendere", il titolo è "Antisemiti? Più ignoranti che altro si facciano spiegare dai palestinesi", con un'evidente distorsione.
Ecco il testo, da pagina 14:

Ambasciatore Gol, la sua voce è ancora molto alterata.
«Certo che lo è. Quello che è accaduto a Firenze è stata una dimostrazione di odio che non mi sarei mai aspettato. Una brutta esperienza, una cosa triste»
Ma non è abituato alle contestazioni?
«Macché contestazione. Qui c´è stata una decisione premeditata. Non volevano che io parlassi. Non tollerano che un rappresentante dello stato d´Israele possa esprimere il proprio parere».
Ha capito chi erano gli organizzatori?
«La Digos mi ha detto che erano un piccolo gruppo di no global. Gente che cova odio contro di noi da tanto tempo».
Chiariamo subito una cosa: la considera una manifestazione di intolleranza politica o di antisemitismo?
«È lo stesso. In questo caso si tratta solo di gente ignorante che non accetta le opinioni dell´avversario politico. E anche l´antisemitismo è figlio dell´ignoranza. Sono ragazzi accecati dall´odio che non sanno nemmeno quello che fanno. Non conoscono nemmeno le persone che credono di difendere».
Che intende dire?
«Che da anni in Medio Oriente non c´è una situazione così carica di ottimismo. Sharon incontra Abu Mazen, il mondo arabo comincia a dare segnali di apertura... E questi vengono ancora a urlare e a dirmi che Sharon è nemico della pace. Sa dove li manderei?»
Dove, ambasciatore?
«A parlare con i palestinesi che sono più ragionevoli di loro e che stanno cercando di aprire finalmente un dialogo vero con noi israeliani».
Ma lo sa che molti di quei giovani, meno di un mese fa partecipavano alle cerimonie in memoria dell´Olocausto?
«E allora le dico che sono stufo di queste cose. È facile rubare spazi sui giornali e nelle tv per mostrare solidarietà agli ebrei morti. E poi non avere un minimo di rispetto per gli ebrei vivi. Io sono un ebreo vivo e chiedo il mio sacrosanto diritto di parola».
A proposito di parole, anche lei c´è andato pesante. Ha detto: "Siete tutti terroristi come Arafat".
«Non ricordo cosa ho detto esattamente ma ero molto arrabbiato. Me lo consentirete, dopo quindici minuti di insulti e fischi. E poi riguardo ad Arafat voglio precisare una cosa: io lo considero un terrorista. E avrò pure il diritto di dirlo. Se qualcuno lo considera un mito è affar suo. Io dico che se tutto il mondo adesso parla di finestre di opportunità in Medio Oriente è perché Arafat non c´è più. E una mia idea legittima come sono legittime le idee di chi critica Sharon e Israele. Quello che non è accettabile è l´intolleranza».
Secondo lei c´è un allarme antisemitismo in Italia?
«Non credo proprio. Conosco bene l´Italia e anche il resto d´Europa. Posso dire che come ebreo mi sono sempre sentito rispettato e benvoluto nel vostro paese più che in ogni altro. Ovunque tranne che in Toscana, naturalmente».
Le sembra il caso di generalizzare? Tutta la Toscana?
«E´ l´unica regione dove mi siano mai capitate contestazioni ed episodi tristi come quello di ieri. Non è la prima volta. E sempre da parte di frange dell´estrema sinistra».
Questo livore contro lo stato di Israele, sarebbe dunque solo a sinistra?
«Naturalmente no. A sinistra anzi vedo tante aperture. Ho letto che perfino Bertinotti comincia a sperare nel dialogo».
Ci può fare una mappa degli anti israeliani di casa nostra?
«Sono pochi e sono sostanzialmente quattro gruppi: una sinistra molto estrema legata a frange no global, una destra anch´essa molto estrema e superata dalla storia, gruppi molto radicali cattolici e ovviamente di radicali islamici».
Ha chiamato il suo amico Berlusconi dopo l´incidente di Firenze?
«No perché non voglio farne un caso politico. è Stato triste ma più per quei ragazzi ignoranti che per me».
IL MESSAGGERO, in una corretta cronaca a pagina 12, intitolata "Non hai diritto di parlare", riporta in parte le dichiarazioni di Yasha Reibman, che noi riprendiamo dall'agenzia stampa ADNKRONOS:
Milano, 22 feb. (Adnkronos) - "A volte ritornano, dopo Pisa ora Firenze". E' così che inizia il commento del portavoce della Comunità Ebraica di Milano, Yasha Reibman, riguardo alla contestazione subita stamattina dall'ambasciatore israeliano Ehud Gol che si trovava presso la facoltà di Giurisprudenza di Firenze, per un dibattito sul Medio Oriente.
"Siamo preoccupati -spiega Reibman- per il reiterarsi di questi episodi di intolleranze, che dovrebbero ancor più allarmare coloro i quali hanno contribuito, in questi anni, a creare un clima di odio nei confronti della democrazia israeliana. C'è bisogno di una presa di coscienza di quanto sta avvenendo, auspichiamo che si apra un dibattito serio prima che
la situazione sfugga di mano e vi siano gravi conseguenze".
Dalla prima pagina del FOGLIO riportiamo l'articolo "Dopo Pisa, Firenze"
Firenze. "Palestina libera, Palestina rossa". E’ cominciata così, ieri, la dura contestazione a Ehud Gol, ambasciatore israeliano in Italia, a Firenze, alla facoltà di Giurisprudenza, per tenere una lezione sulle prospettive di pace in medio oriente. Gol non aveva ancora preso parola – il rettore dell’università, Augusto Marinelli, stava completando la sua introduzione – quando alcuni
ragazzi del Collettivo di Scienze politiche gli ha intimato di andarsene. L’edificio dove si è svolto l’incontro, organizzato da e a spese del professor Stefano Mannoni (docente di Storia delle Costituzioni moderne e collaboratore del Foglio), si è riempito in pochi minuti di polizia in tenuta antisommossa,
mentre nell’aula è intervenuta la Digos, che ha portato via i membri del Collettivo, permettendo a Gol di continuare a parlare. Alcuni ragazzi hanno mostrato uno striscione rosso con la scritta "Pace e libertà per la Palestina" e hanno distribuito un testo ("l’ambasciator che porta pena") contro l’incontro.
Gol è stato apostrofato dai manifestanti con slogan: "Ambasciatore di uno Stato terrorista" e cori inneggianti all’Intifada e contro "l’assassino Sharon". "E’ scandaloso che un gruppo di ignoranti fascisti non mi permetta di parlare. Sono ignoranti che non sanno nulla né di Israele né della Palestina né della situazione in medio oriente", ha detto Gol. Il 14 ottobre all’università di Pisa
al consigliere dell’ambasciata d’Israele, Shai Cohen, fu impedito da studenti di un collettivo di tenere una lezione sulla situazione in medio oriente. Quello che è successo, ha detto Gol al Foglio, accade "due giorni dopo un passo storico del governo Sharon (il voto sul piano di ritiro da Gaza, ndr) e dopo
l’incontro tra il premier israeliano e Abu Mazen. E’ assurdo che io possa parlare in maniera civile con i palestinesi e non lo possa fare qui con rappresentanti dell’estrema sinistra. Ho fatto però passare il mio messaggio:
ora c’è una possibilità per la pace". Il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, ha condannato "l’episodio indegno di violenza e sopraffazione". Dice al Foglio Mannoni: "Adesso basta. E’ ora di finirla con questi attacchi ai sacrosanti ambasciatori degli Stati stranieri in Italia. Fortunatamente il rettore Marinelli mi ha autorizzato a chiedere l’intervento della Digos, necessario per evitare responsabilità internazionali: secondo l’ordinamento giuridico vigente avevamo l’obbligo di salvaguardare l’incolumità dell’ambasciatore, altrimenti ne avrebbe risposto il governo". Mannoni spiega che "era previsto un altro incontro, successicvo, con un delegato dell’Anp" e ritiene "fuoriluogo quanto successo. Rammarica constatare la scarsa cooperazione delle forze politiche locali". Erano stati invitati a una colazione con l’ambasciatore il sindaco Leonardo Domenici ("Un episodio grave e non giustificabile", ha detto dopo), il presidente della Provincia, Matteo Renzi e due assessori: nessuno ha partecipato. "Il presidente del Consiglio regionale Riccardo Nencini – dice Mannoni – se n’è andato via a metà lezione, senza dire una parola". "Nel momento in cui israeliani e palestinesi cercano di parlarsi – ha detto poi Nencini – un gruppo di studenti della civilissima università di Firenze contesta duramente l’ambasciatore Gol. Un bel tempismo ‘democratico’, non c’è che dire".
Su LIBERO a pagina 10 troviamo l'articolo "Aggressione no global all'ambasciatore di Israele", molto netto nel condannare l'aggressione.

Infine, riportiamo il trafiletto del MANIFESTO, intitolato "Universitari contro l'ambasciatore Gol":

Una dura contestazione ha accolto l'ambasciatore d'Israele in Italia, Ehud Gol, alla facoltà di giurisprudenza dell'università di Firenze. Gol, che avrebbe dovuto tenere una lezione sulle «Prospettive di pace in Medio Oriente», è stato incalzato da una ventina di ragazzi del collettivo politico di Scienze Politiche che lo ha invitato, ancor prima che l'ambasciatore cominciasse a parlare, ad andarsene. I giovani hanno esposto dapprima uno striscione rosso con la scritta «Pace e libertà per il popolo palestinese» accanto a bandiere palestinesi. La contestazione è salita di tono con urla «Sharon assassino». A quel punto un docente ha chiesto l'intervento della Digos, che ha poi allontanato i contestatori. «Quei giovani sono ignoranti, chissà quanti soldi pagano gli arabi per questa manifestazione» è stato il commento di Gol.
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