Il CORRIERE DELLA SERA di mercoledì 23 febbraio 2005 pubblica a pagina 6 un articolo di Magdi Allam.
Il giornalista si chiede se odio e violenza siano un insegnamento contenuto nel Corano.
E risponde, con abbondanza di argomenti e dati, di no: sono il prodotto di un'interpretazione distorta e politicizzata del testo sacro islamico, propagandata da ben precisi e identificabili cattivi maestri.
Anche italiani, come il segretario dell'UCOII Roberto Hamza Piccardo.
Ecco l'articolo:E' nel Corano la radice dell' odio nei confronti degli ebrei e dei cristiani, la causa profonda della cultura dell'intolleranza e della morte che sta sconquassando la comune civiltà dell'uomo? Provate a immaginare se i cristiani del mondo nel recitare l'invocazione finale del Padre nostro , « rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male » , ritenessero che i « debitori » siano gli ebrei e il « male » siano i musulmani.
Ebbene a gran parte dei musulmani si insegna che nell'invocazione della Fatiha , la sura che apre il Corano, « guidaci per la retta via, la via di coloro sui quali hai effuso la Tua grazia, la via di coloro coi quali non sei adirato, la via di quelli che non vagolano nell'errore! » ( Il Corano , Alessandro Bausani, Rizzoli), gli ebrei sarebbero coloro con cui Dio sarebbe « adirato » , mentre i cristiani sarebbero quelli che « vagolano nell'errore » . Se teniamo presente che la Fatiha viene pronunciata tutti i giorni nelle cinque preghiere prescritte dall'islam, si può comprendere come finisca inevitabilmente per forgiare una ideologia ostile agli ebrei e ai cristiani. Questo problema riguarda anche i musulmani d'Italia. Nell' edizione del Corano a cura di Hamza Roberto Piccardo dell' Ucoii ( Newton& Compton, 2004), la più diffusa in Italia e accreditata dalla gran parte delle moschee, compare una traduzione della Fatiha diversa da quella del Bausani: « Guidaci sulla retta via, la via di coloro che hai colmato di grazia, non di coloro che sono incorsi nella tua ira, né degli sviati » . Nel suo commento Piccardo scrive a proposito di « quelli che sono incorsi nella tua ira » : « Tutta l'esegesi classica, ricollegandosi fedelmente alla tradizione afferma che con questa espressione Allah indica gli ebrei ( yahud ) » . A suo avviso nel Corano gli yahud sarebbero " i portatori di una pratica antispirituale e antitradizionale, che usa la religione per scopi di potere e che Allah ha condannato con grande severità".
Sempre per Piccardo « gli sviati » sono « da identificare nei cristiani che accettando il dogma trinitario si sono allontanati dalla purezza monoteistica » .
Per contro Bausani ( 1921 1988), il più autorevole islamologo italiano, contesta il fatto che nella Fatiha ci sarebbe la demonizzazione degli ebrei e dei cristiani perché « tali interpretazioni, oltre a diminuire il valore universalistico della preghiera, sono anche difficilmente accettabili sintatticamente, data la forma negativa nella quale le espressioni suddette appaion nel testo » .
Stando a Bausani dietro all'ideologismo islamico c'è un errore di traduzione dell'originale arabo o comunque un'interpretazione arbitraria del Corano.
Per un altro verso se si consulta un testo di educazione islamica Lezioni di Corano ( Bakhida Abdel Latif, Dar al Thakafa, Casablanca, 2001), impiegato in molte scuole coraniche gestite da marocchini in Italia, vi si ribadisce che nella Fatiha si esorterebbero i musulmani a non intraprendere « la strada degli ebrei che si sono meritati la tua ira » e « la strada imboccata dagli infedeli che hanno smarrito la retta via » .
Alla dodicesima lezione si spiega la differenza tra musulmano e infedele: « Il musulmano è colui che crede in Dio e nel suo inviato Maometto. Gli infedeli sono gli ebrei, i cristiani, gli zoroastriani, gli idolatri » . Di tutt' altro avviso uno dei maggiori teologi riformatori dell'islam, l'egiziano Mohammad Abduh ( 1849 1905) che ha scritto sulla Fatiha ( Opere complete , Dar al Shuruk, Il Cairo, 1993): « E' una delle prime sure rivelate. All'inizio della rivelazione i musulmani non potevano invocare che gli altri si ravvedessero ma era a loro che Dio si rivolgeva perché seguissero la retta via. E i più retti erano i profeti, gli apostoli, i martiri e i pii delle precedenti nazioni. Il Corano ci chiarisce che la religione di Dio è unica in tutte le nazioni, le leggi cambiano a secondo dei tempi ma i fondamenti sono identici » . Come si vede il marcio non è nel Corano o nell'islam in quanto tali, bensì nell'ideologia integralista ed estremista.
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