La ricerca della pace e il rischio del terrorismo
una cronaca corretta sul settimanale cattolico, dopo il vertice di Sharm el Sheik
Testata: Famiglia Cristiana
Data: 21/02/2005
Pagina: 14
Autore: Guglielmo Sasinini
Titolo: Sharon e Mazen uniti contro l’estremismo
A pagina 14 di FAMIGLIA CRISTIANA del 20 febbraio è pubblicato un articolo, nella sezione "Sette giorni", intitolato "Sharon e Mazen uniti contro l’estremismo" a firma Guglielmo Sasinini.
L’articolo, che riportiamo integralmente, non contiene toni propagandistici e informa i lettori, in modo corretto, sugli avvenimenti accaduti dopo lo storico incontro che ha visto il primo ministro Sharon e il leader palestinese Abu Mazen scambiarsi una stretta di mano a suggello di un impegno, da parte palestinese, per la cessazione della violenza e, da parte israeliana, per il ritiro degli insediamenti da Gaza e da parte della Cisgiordania.
Questi primi importanti passi saranno seguiti, se i gruppi estremisti verranno tenuti a freno e dunque la sicurezza per Israele sarà garantita, da una ripresa degli accordi di pace nell’ambito della Road Map.
Sharon lo vuole fortemente. In una intervista al quotidiano egiziano Al-Ahram ha detto:
" Farò tutto il possibile per arrivare ad una soluzione politica. Prima non avevamo un interlocutore. Posso fare rinunce dolorose per raggiungere una pace reale, che duri generazioni ma non sono pronto a fare rinunce per quanto riguarda la sicurezza dei cittadini israeliani. Mi sembra che Abu Mazen abbia voglia di arrivare alla stabilità e alla sicurezza".
Ed è quello che tutti si augurano.Dopo il vertice di Sharm El Sheik, in cui Arien Sharon e Abu Mazen hanno annunciato la fine delle violenze da entrambe le parti, gli estremisti di Hamas hanno risposto lanciando oltre quaranta razzi contro le colonie ebraiche a Gaza. La sfida dei terroristi nei confronti del loro leader ha sortito un unico effetto: Abu Mazen ha immediatamente rimosso dai loro incarichi i responsabili della sicurezza di Gaza.
Il presidente palestinese è stato categorico: "I capi della sicurezza si devono assumere le loro responsabilità nel prevenire e reprimere ogni violazione agli accordi che tutelano gli interessi nazionali". Nessuna indulgenza, quindi, né ambiguità, come ai tempi di Arafat: Abu Mazen non vuole perdere l’ultima occasione di arrivare alla pace e all’autodeterminazione, è persino pronto a riprendere il dialogo con Hamas e la Jihad islamica per cercare di convincerli a aderire alla tregua, ma non è disposto a cedere al ricatto della violenza.
Una politica coraggiosa, quella del nuovo presidente palestinese, tanto che Sharon ha rinunciato a replicare militarmente agli attacchi terroristici, ha liberato centinaia di detenuti palestinesi, ha restituito al controllo dell’ANP cinque città della Cisgiordania e ha consentito il ritorno in Israele di migliaia di lavoratori palestinesi.
Per il momenti la ripresa degli accordi pace sembrano resistere, anche se gli estremisti di entrambi gli schieramenti non perdono occasione per minacciare di morte Ariel Sharon e Abu Mazen.
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