Speriamo di avere fortuna: Israele tende ancora la mano ai suoi nemici
otterrà la pace? Una riflessione di Deborah Fait
Testata:
Data: 17/02/2005
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: Speriamo di avere fortuna: Israele tende ancora la mano ai suoi nemici
Sono andata a visitare il Giardino dell'Eden dei bambini di Sderot e ne sono uscita sconvolta, piena di ammirazione e di rabbia.
La mia ammirazione va a chi lo ha realizzato, alla delicatezza, all'attenzione, alla sensibilita' che sono serviti per creare questo piccolo pezzo di mondo senza paure e senza incubi.
All'esterno un grande giardino, tanti alberi da frutto dai cui rami pendono cestini di paglia pieni di fiori, tutto intorno fontanelle zampillanti, grandi gabbie di coniglietti con panchine e seggiolini per i bambini, vialetti di pietre bianche, luci colorate che diffondono colori strani e misteriosi tra i tronchi degli alberi dove sembra di veder spuntare folletti sorridenti.
Il rumore rasserenante dell'acqua sui ciottoli.
All'interno grandi ambienti pieni di luci soffuse, vasche di sabbia , spostando la sabbia colle mani si disegnano strisce di luci diverse , rosse, verdi, gialle sistemate magicamente sotto le vasche.
Da questa stanza si entra in un ambiente il cui pavimento e' fatto di materassi ad acqua dove i bambini si tuffano, si sdraiano e parlano dopo aver fatto la jacuzzi e i massaggi rilassanti in stanze da bagno calde e profumate .
Un sogno , un sogno artificiale per coccolarli, per consolarli delle paure che vivono nel loro ambiente naturale quando piovono i missili e quando sentono il rumore delle bombe vicino a casa. Un sogno che e' servito a rasserenare bambini che sentivano di autobus che esplodevano e che la notte bagnavano il letto per la paura o che non mangiavano fino a quando il papa', i fratelli, le sorelle soldato non tornavano a casa .
Israele tutto, paese nato dall'amore e dal sogno, poteva essere un Giardino dell'Eden.
I primi sionisti hanno lavorato, dissodato, sudato sangue sulla sabbia, sulle pietre e nelle paludi sperando di creare un paradiso ma il sogno e' stato brutalmente distrutto dalla violenza e dall'odio.
"Lavorate con noi " aveva invocato Ben Gurion.
Invece hanno sparato contro di noi.
La loro parola d'ordine e' sempre stata "ammazza un ebreo e andrai in paradiso"
Israele e' stato attaccato dagli arabi e demonizzato dagli occidentali, messo con le spalle al muro, accusato di nefandezze mai commesse, di aver rubato terre di altri.
Terre comprate, terre deserte e desolate , terre conquistate ma mai rubate eppure in occidente era questa la menzogna cui tutti hanno bovinamente creduto.
Dopo quasi 60 anni di dolore Israele coraggiosamente e ancora una volta rinuncia a territori in cambio della pace desiderata e decide di trasportare i suoi cittadini via dalle case dove vivono da quattro generazioni.
Sempre il solito leitmotiv che vale solo per Israele, unico paese al mondo che deve dare terra in cambio di pace e non pace in cambio di pace.
Israele non e' in colpa, tutto quello che e' successo dal 48 in poi, tutta la tragedia, l'hanno voluta e l'hanno imposta gli arabi col loro odio e l'ossessione di distruggere una democrazia nascente nel bel mezzo di un mondo teocratico di fanatici simpatizzanti del nazismo.
Non e' stato Israele a rifiutare il piano di spartizione dell'ONU, non e' stato Israele a iniziare le guerre. Non e' Israele che ha scritto nella sua dichiarazione di Indipendenza che gli arabi palestinesi debbano essere gettati a mare e annientati.
Non e' Israele a linciare i palestinesi, ne' e' Israele che fa saltare autobus nei territori palestinesi.
Israele ha sempre teso la mano, sdegnosamente rifiutata dal nemico, Israele ha sempre concesso territori, inutilmente, Israele ha sempre liberato prigionieri , usati poi per il terrorismo.
Israele ha firmato trattati di tregua e persino di pace, sempre disattesi.
Mentre Israele sperava nella pace gli altri organizzavano una lunga e atroce guerra.
Eppure, incredibilmente e immoralmente, e' Israele che deve continuare a fare concessioni, Il governo liberera' 900 detenuti palestinesi e ritirera' le proprie truppe da cinque città della Cisgiordania (Gerico, Tulkarem, Betlemme, Qalquilya e Ramallah).
In luglio avra' inizio l'esodo da Gaza.
In cambio ai palestinesi si chiede semplicemente di non ammazzarci, di non venire a farsi esplodere in mezzo ai nostri figli. Gli si chiede quindi di non fare le bestie feroci. Che sforzo!
E' vero che dalla morte di Arafat le cose sono cambiate radicalmente, sembra un altro mondo, ringraziamoli, Abu Mazen promette varie cose anche se non ha la forza di portarle a termine, ringraziamo pure lui. Dopo il summit di Sharm sono stati fatti dei passi avanti verso una vera e propria tregua, niente kamikaze, bonta' loro, ma chi deve fare concessioni dolorose e' sempre Israele a causa del mito infame che la Palestina e' dei palestinesi.
Questo e' il mito sbandierato ai quattro venti da arabi e filoarabi, da pacifinti filoterroristi, la verita' e' che la Palestina non e' mai esistita e che gli stessi arabi palestinesi l'hanno sempre rifiutata.
Non uno stato palestinese ma la distruzione dello Stato Ebraico, questo il loro sogno, solo morte e distruzione.
Questo hanno sempre voluto, loro, i nazisti del medio oriente.
Il mito pero' e' stato fatto diventare realta', la propaganda e' diventata storia e intellettualoidi vari stanno persino tentando di romanticizzare i kamikaze facendoli passare per poveri disperati innamorati del loro paese occupato.
Io continuero' a scrivere per sfatare questa grandissima menzogna! Scrivero' fino a quando avro' forza perche' i kamikaze , i terroristi palestinesi sono degli assassini maledetti che hanno usato il loro fanatismo , magistralmente nutrito dalla propaganda dei media palestinesi e dai sermoni pieni di odio degli imam nelle moschee, per ammazzare ebrei nell'illusione e nella speranza di gettarci a mare e prendersi il nostro paese.
Odio e nient'altro che odio, questo e' l'ideale degli assassini che qualcuno tenta di trasformare in romantici combattenti per la liberta'.
Purtroppo e' anche l'ideale di tanti europei che considerano Israele un abuso e che hanno trasformato il loro odio atavico contro gli ebrei in odio contro Israele, molto piu' moderno, ipocrita e di conseguenza tollerato, sempre accettato , spesso lodato.
L'Europa non cambia, l'Europa non chiede la reciprocita' ai palestinesi, tutto e' loro dovuto, forza Israele, dai tutto quello che chiedono, tutto quello che vogliono.
Hai vinto la guerra dichiarata da Arafat? e chi se ne frega! Hai vinto tutte le guerre di questi 60 anni? e chi se ne frega! Devi dare ed essere contento che ti permettiamo di esistere, ebreo tra gli stati!
L'Europa e' in gabbia, una gabbia di ipocrisia molto pericolosa. Una gabbia color arcobaleno che la sta portando verso una schiavitu' fatta di finta tolleranza, di finta bonta', di finto amore per la pace e chi si ribella a tutta questa ipocrisia viene definito fascista senza tanti complimenti.
Giorni fa in Spagna giocava la squadra del Maccabi contro la Winterthur di Barcellona. Una partita di basket, sport non politica, eppure gli spalti erano ricoperti di bandiere palestinesi sventolanti e in campo e' arrivato un energumeno con una bandiera enorme prontamente allontanato.
Una vergogna di cui nessuno ha parlato!
In Francia il signor Chirac ha ancora una volta rifiutato di riconoscere hezbollah come organizzazione terrorista. In Francia l'odio contro Israele e' arrivato a livelli preoccupanti.
In Inghilterra sta crescendo a vista d'occhio. In Germania il partito neonazista avanza a grandi passi.
La Russia vende missili alla Siria.
Solana ha paura di accusare la Siria di aver voluto la morte di Rafik Hariri.
Si, tutto Israele poteva essere un Giardino dell'Eden, il Paese del latte e del miele, senza paura, senza morti, senza sangue e terrore.
I Nazisti del Mondo non hanno voluto, il loro capo Arafat non ha permesso.
Solo adesso, grazie alla sua morte e al coraggio di Sharon e dei nostri fratelli che accetteranno di lasciare le loro case e le loro terre avremo forse un barlume di speranza e di fortuna.
Non e' giusto, e' terribilmente triste e tragico ma e' necessario.
E speriamo questa volta di avere fortuna.