Più correttezza su Israele, ma è sbagliato dar credito alla Siria
una dittatura terrorista
Testata:
Data: 04/02/2005
Pagina: 6
Autore: la redazione
Titolo: Notizie da Israele e il Medio Oriente
Considerando il linguaggio che City ha usato fino a poco tempo fa e considerato anche il comportamento degli altri giornali, c'è da notare un certo miglioramento nel quotidiano gratuito di Roma.
A pag. 6 del numero di martedi 1/2/05, infatti il nostro non si lascia sfuggire la notizia della bimba palestinese uccisa con un articoletto sostanzialmente corretto (poiché riporta entrambe le fonti e nel titolo non fa riferimento alla sola versione palestinese) dal titolo: "Bimba palestinese uccisa vicino a scuola"

Una bambina palestinese di 10 anni, Noran Deed, è stata uccisa ieri a Rafah da un proiettile alla testa mentre stava andando a scuola. I palestinesi accusano i soldati israeliani di una postazione vicina. Israele tuttavia ha smentito che nella zona fossero in corso delle operazioni militari. (Ap)


A pag. 5 del numero del, 3/2/05, un articolo dal titolo "Sharon e Abu Mazen alla corte di Mubarak Vertice in Egitto per rilanciare la road map"


GERUSALEMME - L'ultima volta si sono incontrati in Giordania, nel 2003, e allora fu varata la "road map" di pace che tuttavia finì presto congelata dalla spirale di violenza. Martedì prossimo a Sharm el-Sheik, ospiti del presidente egiziano Hosni Mubarak, il premier israeliano Ariel Sharon e il nuovo presidente palestinese Abu Mazen avranno una seconda possibilità.
La notizia del summit, su cui non incomberà più la presenza di Yasser Arafat e che si terrà a quasi un mese esatto dalle elezioni palestinesi del 9 gennaio che hanno sancito una successione moderata al raìs morto, è stata data ieri. Al vertice parteciperà anche il re di Giordania Abdullah Egitto e Giordania, infatti, sono gli unici due Paesi arabi ad avere firmato un trattato di pace con Israele (nel 1979 e nel 1994) e hanno spesso agito come mediatori nella questione mediorientale.
Sharon e Mazen si siederanno l'uno di fronte all'altro per rilanciare la "road map" sostenuta dagli Stati Uniti, ma con modalità diverse: il premier israeliano, infatti, vuole ottenere l'impegno per la dissoluzione dei gruppi terroristici, mentre il presidente palestinese intende evitare una resa dei conti interna che potrebbe portare alla guerra civile e punta sul coinvolgimento politico per disinnescare organizzazioni come Hamas. In cambio, chiede la liberazione di migliaia di detenuti palestinesi, la fine delle operazioni militari e il ritiro dei soldati di Tel Aviv dalle zone oggi occupate. In mezzo, c'è il raggiungimento di un cessate-il- fuoco duraturo. E proprio ieri i rappresentanti di due delle fazioni estremiste palestinesi più forti, Hamas e la Jihad islamica, si trovavano al Cairo per negoziare le modalità della tregua. Il giorno prima del summit, invece, a Gerusalemme e Ramallah passerà passerà il Segretario di Stato Usa Condoleeza Rice. Non bisogna farsi illusioni, tuttavia, sulle speranze di questo nuovo vertice, visto che le due parti rimangono divise su alcuni punti fondamentali, nonostante le aperture e le dimostrazioni di buona volontà delle ultime settimane: lo status di Gerusalemme e la questione dei profughi palestinesi. Inoltre, Sharon si prepara a dare seguito al suo piano di ritiro unilaterale dalla Striscia di Gaza, puntando però a consolidare alcuni insediamenti nella Cisgiordania che sorgono sul territorio di quello che dovrebbe diventare il futuro stato palestinese. (Reuters)
Mentre l'articolo su Israele del 4/2 è abbastanza corretto, ce n'è uno che rasenta davvero il ridicolo, poiché dà credito alle parole della dittatura siriana attraverso la messa in dubbio della fondatezza delle accuse americane ("presunta sponsorizzazione")
A pag. 4 il seguente articolino dal titolo "Iran e Siria replicano alle accuse americane":

Iran e Siria hanno respinto le accuse lanciate dal presidente Usa George W. Bush sulla loro presunta sponsorizzazione del terrorismo. "La libertà non si esporta con bombe, morte e distruzione", ha detto il governo siriano, invitando gli Stati Uniti a privilegiare il dialogo alla violenza. (Ap)

Verrebbe da dire: "senti da che pulpito vien la predica!"

Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il loro parere alla redazione di City. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.

cityroma@rcs.it