Riprende il dialogo tra Israele e Anp
una cronaca corretta
Testata: Corriere della Sera
Data: 27/01/2005
Pagina: 16
Autore: Giuliano Gallo
Titolo: Israele e i palestinesi, primo incontro
Il CORRIERE DELLA SERA di giovedì 27 gennaio 2005 pubblica una corretta cronaca di Giuliano Gallo sulla ripresa del dialogo tra israeliani e palestinesi e sull'evolversi della situazione sul terreno.
Ecco l'articolo:

— E all'improvviso tutto ricomincia a muoversi, dopo due settimane di silenzio ufficiale. Il consigliere speciale di Ariel Sharon, Dov Weisglass, e il suo consigliere politico, Shalom Turgeman, incontrano una delegazione palestinese di alto profilo, per preparare l'atteso faccia a faccia fra il premier israeliano e Abu Mazen.
Si vedranno fra due settimane, è l'annuncio finale. Ma prima le due delegazioni dovranno incontrarsi ancora, per discutere soprattutto di sicurezza. Passano poche ore, ed ecco un altro tassello fondamentale che va al suo posto: Israele sospenderà gli attacchi mirati contro i leader del terrorismo palestinese, annuncia una fonte anonima dell'ufficio del primo ministro. Ma solo « dove l'Anp garantirà calma e sicurezza » . La conferma indiretta la dà poche ore dopo il vice premier Ehud Olmert: « Se c'è un reale cambiamento negli sforzi dei palestinesi, dobbiamo comportarci di conseguenza » , E' una strada in salita, quella che israeliani e palestinesi hanno iniziato di nuovo a percorrere, ed entrambe le parti ne sono perfettamente consapevoli: Sharon deve vincere le formidabili resistenze dei coloni più oltranzisti ( un gruppo dei quali ieri ha aggredito agenti della polizia palestinese a Tufah, nel sud della Striscia di Gaza), Abu Mazen deve invece cercare un accordo possibile con le ali più estremiste, Hamas e la Jihad. Ma soprattutto deve dimostrare a Sharon che sta facendo sul serio. Per questo ha scelto di bruciare i tempi, per quanto gli è possibile, anche a costo di qualche scivolone diplomatico.
Così, subito dopo aver annunciato che il dispiegamento delle forze di polizia palestinesi verrà completato entro 24 ore, Abu Mazen ha fatto filtrare dal suo entourage una notizia clamorosa: Israele intende lasciare il controllo di quattro importanti città della Cisgiordania entro 10 giorni. Sono Ramallah, sede del quartier generale dell'Anp e luogo dove riposa la salma di Yasser Ara fat, Gerico, Tulkarem e Qalqilya.
Ma da parte israeliana è arrivata subito una smentita, anche se possibilista: la questione non è ancora stata discussa, anche perché il ministro della Difesa Shaul Mofaz in questo momento è all'estero. Era stato proprio lui però, nei giorni scorsi, a parlare di un ripiegamento israeliano dalle città della Cisgiordania. Che sarà possibile, aveva detto, non appena le forze palestinesi saranno in grado di assumerne il controllo. E Abu Mazen sta cercando di dimostrare che i suoi uomini possono farlo in tempi rapidissimi.
Nel frattempo il nuovo leader palestinese sembra aver sdoganato Hamas, anche se le condizioni poste dal gruppo estremista islamico non saranno certamente accolte con entusiasmo da Israele. In cambio di una tregua temporanea e del suo ingresso in una Autorità palestinese tutta da costruire, Hamas chiede infatti che la capitale del nuovo Stato sia il settore arabo di Gerusalemme est. E soprattutto chiede che la sua rappresentanza all'interno della nuova Autorità palestinese sia del 30 per cento, uguale a quella di Al Fatah. Ma Al Fatah, principale puntello politico all'azione di Abu Mazen, ha già detto di non gradire una ripartizione del potere così onerosa.
Sabato comunque Abu Mazen sarà al Cairo, per la sua prima visita dopo l'elezione a presidente. Vedrà naturalmente Hosni Mubarak, da sempre impegnato nel difficile ruolo di mediatore fra l'Autorità palestinese e le frange estremiste come Hamas e la Jihad.
Se la diplomazia riesce a compiere passi fino a ieri insperati, c'è però ancora nei territori chi non intende deporre le armi: ieri è stata una giornata costellata di attacchi, di razzi Kassam sparati contro le pattuglie israeliane, di rudi operazioni militari dell'esercito di Israele. A rimetterci la vita una bambina di 5 anni, morta nei pressi di Deir al Balah, nel centro della striscia di Gaza. Si chiamava Bhama Abu Shmas, e sulla sua morte esistono due versioni divergenti: secondo i responsabili della sicurezza palestinese sarebbe stata uccisa dai colpi sparati da una pattuglia di soldati israeliani, mentre secondo i portavoce dell'esercito sarebbe stata colpita dai frammenti di un razzo Kassam sparato proprio contro la pattuglia.
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla direzione del Corriere della Sera. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.
lettere@corriere.it