L'Iran nega la Shoah, il più importante predicatore saudita proibisce il dialogo con gli ebrei che appoggiano Israele
posizioni purtroppo non isolate nell'islam
Testata:
Data: 26/01/2005
Pagina: 1
Autore: la redazione - Cecilia Zecchinelli
Titolo: Olocausto: Iran: Teheran Times, solo un esagerazione. Semplici campi di concentramento come in tutte le guerre -
Un lancio ANSA:
(ANSA) - TEHERAN, 26 GEN - Lo sterminio degli ebrei da parte
dei nazisti e' ''un'esagerazione'' e gli anniversari celebrati
per il ''cosiddetto Olocausto'' servono ''solo a promuovere la
politica repressiva dei sionisti'' contro i palestinesi. Lo
scrive oggi il quotidiano iraniano 'Tehran Times', in un duro
attacco contro il 60.o anniversario della liberazione di
Auschwitz, in cui si sostiene che i campi di concentramento
nazisti erano ''semplicemente come ogni altro campo di
detenzione in altre guerre''.
''Dopo la fine della seconda guerra mondiale - si legge
nell'editoriale, intitolato 'Le menzogne dell'industria
dell'Olocausto' - gli Alleati e i leader sionisti cominciarono a
formulare strane idee sulle uccisioni degli ebrei nei campi
nazisti, che una persona moderna puo' accettare a fatica.
Evocando immagini di camere a gas si cerca di diffondere l'idea
che gli ebrei sono stati sottoposti a un'indescrivibile
tortura''.
''In realta' - afferma ancora il giornale iraniano - gli
storici revisionisti hanno provato in due decenni di studi che
se Hitler avesse applicato un programma sistematico per
eliminare gli ebrei, ci sarebbe voluto piu' tempo dei sei anni
che e' durata la guerra. Essi hanno anche provato che una tale
azione di pulizia etnica attraverso l'uso del gas Zyklon-B, come
i sionisti sostengono, era impossibile a quel tempo''.
Secondo il Tehran Times, non c'e' dubbio che i campi di
concentramento nazisti ''imposero varie difficolta' ai
prigionieri'', ma ''semplicemente come ogni altro campo di
detenzione in altre guerre''. E per di piu', gli ebrei erano
solo uno dei ''diversi popoli e gruppi etnici'' rinchiusi in
tali campi.
''I sionisti - afferma il quotidiano - stanno cercando di
riportare alla vita un argomento che ha perso credito agli occhi
dell'opinione pubblica mondiale, usando la stampa, la radio, la
televisione, Internet e, soprattutto, l'industria
cinematografica di Hollywood, poiche' la maggior parte dei
protagonisti significativi di questo influente settore sono
ebrei''. (ANSA).
Da pagina 16 del CORRIERE DELLA SERA riportiamo l'articolo "« Dialogo solo senza Israele » Ma i musulmani si dividono" di Cecilia Zecchinelli:
È ancora una volta Sheikh Yusuf Al Qaradawi a scuotere il mondo islamico, e non solo. Il più famoso telepredicatore musulmano, di origine egiziana ma cittadino del Qatar dove è diventato una delle star di Al Jazira, ha lanciato una nuova fatwa : nel suo programma in prime time « La Sharia e la Vita » ha condannando ogni « dialogo interreligioso con gli ebrei che sostengono Israele » . Vicino ai Fratelli Musulmani ( sotto Nasser fu incarcerato più volte), lo sheikh 79enne è considerato relativamente moderato dal punto di vista sociale. In alcuni casi ha perfino appoggiato cause umanitarie, come la liberazione degli ostaggi civili in Iraq ( comprese le due Simone). Ma ha sempre suscitato enormi polemiche per le sue posizioni politiche tutt'altro che moderate: dalla difesa dei kamikaze in Palestina e delle azioni contro gli americani in Iraq ( una sua fatwa sull'omicidio di civili Usa fu poi smentita), fino alla necessità di instaurare uno Stato islamico, in linea appunto con il pensiero dei Fratelli.
Questa volta, per la prima volta, Qaradawi scende però in campo sul dialogo interreligioso. Proprio lui che nel 2001 fu invitato a Roma dalla Comunità di Sant'Egidio per un vertice cristiano- musulmano ( la sua giovane moglie, giornalista di Al Jazira , ha partecipato a un simile incontro milanese in settembre) ha ricordato come nella storia il dialogo con gli ebrei sia stato sì possibile, ma come oggi « l'uccisione di musulmani innocenti da parte di Israele impedisca per il Corano il confronto con chi lo sostiene » .
« Siamo d'accordo con lui, non si può dialogare con gli ebrei che sostengono la politica di Israele » , ha dichiarato ieri all'agenzia Aki Hamza Piccardo, segretario dell'Ucoii, la più importante organizzazione musulmana in Italia. « Il problema è di tipo politico » , ha aggiunto.
Smentito però da altri esponenti islamici italiani: « È doveroso per noi dialogare con gli ebrei per isolare gli integralisti: rispetto la competenza dello sceicco Al Qaradawi ma non sono d'accordo » , ha detto Yahya Pallavicini, imam della moschea milanese Al Wahid, sottolineando la necessità di distinguere « questioni politiche internazionali da temi spirituali » . E l'imam Feras Jabareen, della comunità islamica di Siena, spiega che invece le moschee vanno aperte agli ebrei, come ha già fatto in passato: « Il dialogo interreligioso è un dovere per noi musulmani.
Non posso distinguere tra chi appoggia Israele e chi no, se non dialogo con tutti che dialogo è? » . Comprensibili e preoccupate le reazioni di Amos Luzzatto, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane: « È una fatwa inquietante, non capisco se parli in nome di una religione o di un partito » , dice, respingendo la confusione tra politica e religione alla base della sentenza del tele sheikh .
« Riccardo Pacifici, portavoce della comunità ebraica di Roma, si dice « non stupito delle parole di Qaradawi, ma nemmeno preoccupato: fortunatamente tra i musulmani in Italia e in Europa non tutti la pensano così » .
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