Romano non delude chi si attendeva da lui disinformazione e pregiudizi
distribuiti a piene mani nella sua rubrica delle lettere sul Corriere della Sera
Testata:
Data: 11/01/2005
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Autore: Giorgio Israel
Titolo: Romano non delude chi si attendeva da lui disinformazione e pregiudizi
Lo sapevamo che con l’avvento di Sergio Romano alle "Lettere al Corriere" ci saremmo divertiti. E, infatti, il nostro non ci delude affatto.
Oggi, 11-01-05, nella risposta ad un lettore che gli chiede della conversione al cattolicesimo del Rabbino capo di Roma Zolli, nel 1945, così conclude, da par suo:
"Quello che maggiormente mi colpisce in questa vicenda, come in quella del battesimo dei bambini ebrei, è la tenacia con cui la Chiesa cattolica e l’ebraismo si contendono le loro anime: un segno di antichi odi, ma anche, paradossalmente, di segreti e inconfessati amori".
Ma lo sa, Romano – lui che scrive loro lettere d’amore – che gli ebrei non praticano il proselitismo? Magari sbagliano, però gli ebrei non soltanto non vanno a caccia di anime altrui, ma anzi fanno resistenza quando qualcuno vuole convertirsi. Perciò, di quale "tenace contesa" di anime parla? Qui di cacciatore ce n’è sempre stato uno solo.
Come diceva Totò: ma ci faccia il piacere...
Ma anche ieri il nostro ha colpito, e duro. Parlando delle università americane ha ricordato il programma Fulbright per conferire borse di studio a stranieri, fondato – si noti – nel 1946. E così ha proseguito:
"Accanto a questo programma è emerso col tempo un fenomeno per molti aspetti più importante: lo straordinario esodo accademico dalle università europee verso le università americane di parecchie decine di migliaia di docenti. Provocato da ragioni prevalentemente politiche sino all’inizio della Seconda guerra mondiale, il fenomeno è diventato sociale e culturale negli anni successivi. Interi comparti delle ricerca e della scienza europee si sono spostati al di là dell’Atlantico. Pochi altri avvenimenti hanno avuto conseguenze così profonde e durature. L’esodo ha straordinariamente arricchito le università americane e drammaticamente impoverito le università europee".
Quel che da questo ineffabile testo ricava l’ignaro è che l’esodo ha avuto inizio accanto al programma Fulbright e "col tempo" – dunque, penserà, dal 1946 in poi. Però si desume che avesse avuto inizio qualche anno prima, dall’inizio della Seconda Guerra mondiale, quindi dal 1939, ma per ragioni "prevalentemente politiche". Poi divenne un fenomeno sociale e culturale... insomma quel fenomeno illustrato da Alberto Sordi ("Un americano a Roma") e Renato Carosone ("Tu vuo’ fà l’americano").
Mai si è visto un esempio di disinformazione più patente. Il fenomeno cui allude Romano è iniziato nel 1934, con l’avvento di Hitler al potere e poi si è intensificato negli anni successivi fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale... Le ragioni politiche erano le legge razziali naziste e poi anche quelle fasciste italiane, nel 1938, e gli scienziati emigrati erano in grandissima parte ebrei, i cacciatori di anime. Il fenomeno fu talmente intenso che il governo americano dovette far fronte al rischio di reazioni xenofobe e antisemite. Altro che generiche "ragioni politiche"... E cosa ci si vuol dire? Che Einstein è emigrato negli USA perché era "in dissenso" con Hitler? E Fermi, che era fascista, se ne andò in dissenso, o perché la moglie era ebrea?
A Sergio Romano la parola ebreo scotta, salvo quando deve parlare dei cacciatori di anime o scrivere una lettera a uno (sventurato) amico ebreo.
Un’altra volta, come diceva Totò: ma ci faccia il piacere...

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