Antisemitismo nella televisione iraniana
in un nuovo serial gli israeliani rubano organi ai bambini palestinesi
Testata:
Data: 24/12/2004
Pagina: 6
Autore: Tatiana Boutourline
Titolo: Nella nuova soap di Teheran gli israeliani rubano organi ai palestinesi
A pagina 6 dell'inserto IL FOGLIO di venerdì 24 dicembre 2004 pubblica un articolo di Tatiana Boutourline su un serial televisivo antisemita prodotto dalla televisione iraniana.C'è qualche commentatore di politica estera che sia turbato ? si direbbe di no dall'assenza di tale notizia sui giornali italiani. E non ci riferiamo solo alla sinistra, da sempre sorda al rinascere dell'antisemitismo. Tacciono anche i cosidetti "giornali indipendenti". Ai lettori la non ardua risposta.
Ecco il testo:

Roma. Ogni lunedì sera, sul canale iraniano Sahar 1, va in onda lo sceneggiato "Gli occhi blu di Zahra", storia avvincente di arroganza, sopraffazione, politica e traffico d’organi, in cui vittime inermi e lucidi carnefici legano i propri destini sullo sfondo della Cisgiordania. La serie è appena partita. "La maggior parte delle major cinematografiche sono sotto l’influenza sionista, noi siamo all’inizio del cammino – racconta Ali Derakhshni, sceneggiatore, regista e ideatore della serie, con un passato al ministero dell’Istruzione – La nostra è un’idea meravigliosa sui bambini. C’è Zahra, una piccola con gli occhi azzurri e un padre sionista che vuole rubarli per il proprio figlio". La metafora è intellegibile: Zahra è il nome della figlia del Profeta e l’israeliano mefistofelico è la perfetta sintesi immaginifica della tragedia palestinese, rivista e corretta da Teheran. Per impersonare la crudeltà e l’astuzia sionista ci voleva un cattivo all’altezza delle aspettative. Si chiama Yizhak Cohen, candidato alla poltrona di premier israeliano, comandante in capo nella West Bank e esperto di trapianti. Questa sua specializzazione è confermata già dalla prime inquadrature: Yizhak illustra in una conferenza all’università i progressi della scienza israeliana in tema di trapianti. Intanto sul telespettatore è già calato un velo d’inquietudine, perché nelle sequenze iniziali la telecamera si sofferma su scene impressionanti di espianti, arti, fegati, cuori pulsanti e su una bambina bendata che giace su un letto, privata degli occhi. Il brivido d’inquietudine corso lungo la schiena dello spettatore trova un inoppugnabile riscontro poco dopo: israeliani, sotto le mentite spoglie di medici e funzionari dell’Onu, si recano in una scuola palestinese. Lupi travestiti da agnelli, gli sgherri di Yizhak dicono di voler esaminare gli occhi dei bambini per prevenire eventuali disturbi. Un’infermiera dubbiosa lascia fare, ma naturalmente le intenzioni sono tutt’altro che filantropiche e lo screening ha lo scopo d’individuare
i bambini con gli organi più appetibili. L’infermiera preoccupata li incalza: "Che programma è mai questo? Che visite sono, perché tutte queste foto, ditemi cosa sta accadendo!". Un medico saccente
la zittisce e lo spettatore capisce che per i bambini ormai non c’è più scampo. L’infermiera affettuosa parla con tono solenne ai piccoli: "Tutta questa terra di Palestina, la nostra terra, dei nostri padri, ce la stanno portando via i sionisti con la forza. Abbiamo lottato per la patria e continueremo! Abbiamo sacrificato martiri e continueremo a sacrificare tutto fino alla liberazione". Bisogna aspettare il secondo episodio per avere un quadro completo dell’orrore. Dietro il mortifero commercio non c’è soltanto
la mano di Yizhak: la lista dei colpevoli è lunga e ramificata, coinvolge medici, trafficanti e militari e arriva in alto, a macchiare il presidente israeliano in persona. Affetto da una malattia misteriosa il presidente è tenuto in vita grazie agli organi prelevati dai corpi dei bambini palestinesi. A dimostrazione della ferrea volontà di salvare il leader seguono scene cruente di rapimenti. Intanto sullo schermo corrono le immagini di Yizhak ripreso durante un dicorso della sua campagna elettorale. "Siamo la migliore tra le razze del mondo. La nostra terra dovrebbe estendersi dal Nilo al Tigri all’Eufrate". Dopo aver incantato la platea, Yizhak ha un incontro con i suoi. Guarda alcune foto e si ferma all’improvviso sul bel volto di Zahra. "Zahra Abd al Rahman Muhammad – spiega un dottore – Ha sette anni, gruppo sanguigno O+, condizione fisica complessiva discreta, vive nel campo rifugiati centrale". Yizhak annuisce. "Perfetta. Portatela, preparate tutto – dice – E’ lei! Mi ricorda gli occhi di mia moglie". Il candidato premier sta per realizzare il suo sogno. Intanto nel palazzo del presidente c’è
qualcun altro che gioisce. L’uomo malato, rivivificato grazie al saccheggio dei corpi dei bambini di Cisgiordania, si è ripreso. Yizhak arriva a raccogliere gli onori. Tutti sanno che è merito suo. Ora Yizhak può pensare a se stesso. Sale la musica, accelera il ritmo. "Adesso siamo pronti a muoverci verso il campo dei rifugiati", gli dice un generale mentre si rivedono in controcampo i bellissimi occhi di Zahra. A questo punto il telespettatore ha quasi tutti i pezzi del puzzle, ma siamo soltanto al secondo episodio. In chiusura c’è un repentino cambio di scena: in una scuola palestinese si parla dell’imam Khomeini "pianto e riverito da tutti i musulmani", strenuo difensore dei bambini palestinesi. Che sia l’inizio di un nuovo filo narrativo? I telespettatori iraniani lo scopriranno il prossimo lunedì. La versione in farsi della serie è già stata doppiata in arabo.
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