Antisemitismo in Venezuela, con il pretesto di Israele
a Caracas blitz in una scuola ebraica
Testata: Il Foglio
Data: 02/12/2004
Pagina: 3
Autore: un giornalista
Titolo: Odio e mitra davanti ai bimbi (ebrei) nel Venezuela di Chàvez
A pagina 3 IL FOGLIO di giovedì 2-12-04 pubblica un articolo su un episodio di antisemitismo da parte delle autorità dello Stato in Venezuela.
Ecco il testo:

Caracas. La mattina "maledetta" per i bambini ebrei di Caracas comincia alle sette di lunedì 29 novembre: venti agenti del Corpo di investigazioni criminali fanno irruzione nella scuola del centro di cultura "Hebraica", quartiere Los Chorros. Alcuni incappucciati, altri con i mitra spianati perquisiscono tutte le aule e i locali dell’edificio, abitualmente frequentati da 1.500 bimbi
della scuola materna ed elementari. Gli alunni, al momento del blitz, stanno arrivando alla spicciolata insieme con i genitori per seguire le lezioni, come ogni giorno. Stavolta, però, è diverso. Gli agenti sono ovunque, con un preciso scopo "investigativo": cercare un indizio che leghi, con un sottile filo rosso, l’assassinio del giudice Danilo Anderson agli ebrei di Caracas. Non hanno trovato nulla, niente di niente. Ma chi era e che cosa stava facendo Danilo
Anderson? Era il procuratore che stava coordinando le indagini sul tentato colpo di Stato anti Chávez dell’aprile 2002: l’opposizione lo considerava un uomo del presidente. Il 19 novembre è stato trovato carbonizzato, nella sua automobile, vittima di un attentato nel quartiere di Charaguamos, zona est della capitale. Secondo gli investigatori, stando alle prime indiscrezioni – forse fatte filtrare ad hoc per "giustificare" la brutale perquisizione nella scuola ebraica – l’autobomba sarebbe stata confezionata con un "metodo israeliano". La Confederación de asociaciones Israelitas, in un comunicato ufficiale, ha espresso la propria indignazione per il modo con cui gli agenti hanno fatto irruzione al Centro, ribadendo, come già avevano fatto nei giorni
precedenti (e come ha fatto anche l’opposizione), "profonda repulsione e condanna" per l’assassinio di Anderson. Teodoro Petkoff, direttore del quotidiano pomeridiano "TalCual", un passato di lotta politica nel partito comunista venezuelano, teme per le libertà che, dice al Foglio, "potrebbero essere a rischio". Sul sito del suo giornale ha lanciato un sondaggio per far giudicare ai lettori il blitz di lunedì e i metodi adottati dalla polizia. Tre le alternative possibili indica: comportamento poco chiaro da parte del governo e delle forze dell’ordine; manipolazione dei media nell’affrontare i fatti; inchieste svolte in modo serio. L’85 per cento ha scelto la prima opzione, cioè dubita del comportamento di Chávez. Marisa Bafile, collaboratrice della rivista
di geopolitica "Limes" e vicedirettore del giornale "La Voce d’Italia" (quotidiano della comunità italiana in Venezuela), analizzando i fatti delle ultime settimane, mette in guardia dal rischio di "sfascio del paese": "L’assassinio del giudice Anderson ha segnato – spiega al Foglio – un prima e un dopo. La vicenda ha scosso tutti, indistintamente, e la gente chiede chiarezza. L’episodio della scuola ebraica non ha fatto che aggiungere un’ulteriore preoccupazione: modi utilizzati fanno temere che si rompa, con l’inasprimento della criminalità, anche l’argine del rispetto dei diritti e delle libertà da parte dello Stato. La rozzezza con cui gli agenti hanno condotto i controlli non si può giustificare e i venezuelani si sentono risucchiati in una spirale di odio. Nessuno sa dare una risposta ai loro interrogativi: chi uccide chi, e perché". Nelle stesse ore in cui la polizia perquisiva la scuola dei bambini ebrei di Caracas il presidente Hugo Chávez, a Teheran, incontrava la guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei. Insieme hanno svelato i colpevoli dei mali del mondo: gli Stati Uniti e la Cia.
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