Hamas e Israele fonti altrettanto attendibili?
l' iniqua equidistanza dell'agenzia di stampa
Testata: ANSA
Data: 30/11/2004
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: MO: Hamas disposto a tregua, se Israele smette attacchi, dice portavoce in Cisgiordania
Lunedì 29-11-04 ANSA riportava la notizia della tregua offerta a Israele dal portavoce di Hamas in Cisgiordania, Hassan Yussef. Secondo l'agenzia di stampa "Lo scorso anno una 'hudna' (tregua) e' durata per alcune settimane dopo il vertice di Aqaba in Giordania, sul Mar Rosso, che lancio' la Road map, il processo di pace sotto gli auspici di Stati Uniti, Russia, Unione europea e Onu. Ambedue le parti si accusano reciprocamente di aver rotto la tregua".
Colpisce che a un organizzazione terroristica e a uno stato democratico impegnato a difendere i suoi cittadini venga dato un credito equivalente.
Inoltre occorre sottolineare che Hamas non accettò mai formalmente una tregua; sospese, è vero, per un certo periodo gli attacchi ai civili israeliani nei confini pre 67, ma sfruttò la tregua di fatto a sua volta concessa da Israele per riorganizzarsi e pianificare nuovi attacchi. Non rinunciò inoltre a colpire militari e coloni (che sono civili). Lo scopo del gruppo era di ottenere, ricalcando la tattica di Hezbollah, un potere di deterrenza su Israele: colpire i militari e gli insediamenti evitando la reazione israeliana con la minaccia di stragi oltre la linea verde.
Una prospettiva evidentemente inaccettabile per Israele.
Il titolo del lancio "Hamas disposto a tregua, se Israele smette attacchi, dice portavoce in Cisgiordania", accetta la tesi menzognera dell'organizzazione terroristica, che pretende di "rispondere" agli attacchi israeliani.
Non viene spiegato inoltre che la richiesta del riconoscimento del diritto al ritorno dei profughi equivale alla richiesta dell' autodistruzione di Israele per via demografica.
Ecco il testo ANSA:

(ANSA) - RAMALLAH (CISGIORDANIA), 29 NOV - Il movimento fondamentalista islamico palestinese Hamas e' pronto ad una tregua con Israele, se saranno sospesi gli attacchi nei Territori occupati. Lo afferma il portavoce di Hamas in Cisgiordania, Hassan Yusef, in un'intervista oggi all'Ansa, a Ramallah.
Se Israele si impegna a fermare gli attacchi contro i nostri civili, li fermeremo anche noi'', ha detto Yusef. ''Ma dovete domandare ad Israele se e' pronto... il mondo deve chiedere a loro di fermare l'aggressione, non a noi vittime'', ha aggiunto il leader, che e' appena uscito da un carcere israeliano dove ha scontato una condanna a 28 mesi. Hassan Yusef e' portavoce dell'ala moderata di Hamas, quella cisgiordana, che non sempre ha posizioni univoche con quella piu' radicale di Gaza. Lo scorso anno una 'hudna' (tregua) e' durata per alcune settimane dopo il vertice di Aqaba in Giordania, sul Mar Rosso, che lancio' la Road map, il processo di pace sotto gli auspici di Stati Uniti, Russia, Unione europea e Onu. Ambedue le parti si accusano reciprocamente di aver rotto la tregua.
Secondo Yusef, il movimento e' pronto ad accettare di vivere in pace entro i confini del 1967, la 'green line', precedenti la guerra e l'occupazione dei Territori. Ma ci sono delle condizioni: lo smantellamento delle colonie, il rilascio dei prigionieri palestinesi, il riconoscimento del diritto al ritorno dei profughi. ''Pensate che Israele accettera' ? No'', ha detto Yusef. Se le parole di Yusef non sono dettate solo da esigenze elettorali - Hamas vuole partecipare alle elezioni amministrative del prossimo anno - e se venissero confermate, sarebbe una svolta nel movimento che si e' sempre rifiutato di riconoscere l'esistenza di uno stato israeliano e ha rivendicato numerosi attentati degli ultimi anni. Yusef si e' detto anche possibilista sul voto al candidato di al Fatah, Mahmud Abbas (Abu Mazen) ''Hamas non ha ancora deciso se votarlo o meno'', ha spiegato. Fino ad oggi, la posizione del movimento era di boicottare le elezioni presidenziali.
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