Paranoia antisraeliana in Arabia Saudita
una notizia che non farà notizia
Testata: L'Opinione
Data: 19/11/2004
Pagina: 5
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: "Retata" di merci israeliane
Da L'OPINIONE di oggi, 19-11-04, riportiamo un articolo di Dimitri Buffa, «"Retata" di merci israeliane ».

"Abbiamo sventato un traffico di beni e manifatture israeliane in Arabia
Saudita e negli altri paesi arabo-islamici del Golfo Persico".
Il tono usato da parte del Consiglio delle camere di commercio e industria
(Cscci) di quella nazione che si può considerare una sorta di Vaticano
mussulmano sembra quello di un mattinale di polizia: come se fosse stata
sequestrata una tonnellata di eroina o giù di lì. Invece si tratta di
giubbotti anti proiettile, telefoni cellulari, componenti elettroniche,
porte rinforzate a prova di attentati, carburante e altri beni utili.
Peraltro richiesti in quantità dagli stessi residenti di Mecca e dintorni.
Ma ieri "the Kingdom" si è venduto la notizia di questa retata contro dodici
industrie che hanno tentato di infrangere il pluridecennale embargo arabo
contro Israele quasi come se si fosse trattato della cattura di Bin Laden.
Chissà se gli articolisti dei maggiori quotidiani sauditi e l"agenzia di
stampa Arab news che ieri davano notizia con evidenza trionfalistica del
blitz ancora si ricordano del famoso, meglio famigerato, piano saudita di
pace in Medio Oriente che prevedeva il riconoscimento diplomatico da parte
di tutti i paesi della Lega Araba dello stato d¹Israele. Eppure su quella
boutade sono stati scritti fiumi di inchiostro. Spesso non simpatico. Oggi
invece, di fronte a una notizia grottesca data con raro sprezzo del ridicolo
e condita dalle minacce agli imprenditori locali di revoca delle licenze di
commercio se non faranno più attenzione in futuro quando avranno a che fare
con partner stranieri, c'è da giurarci che nessuno scriverà un rigo.
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