Se l'Anp non è democratica è colpa di Israele: lo dichiara Michel Sabbah
e Maurizio Gasparri finge di non capire e lo loda
Testata: ANSA
Data: 10/11/2004
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: Arafat, patriarca Gerusalemme: Israele consenta nuove elezioni per avere nuovo leader che continui processo do pace
Un lancio di ANSA sulle dichiarazione del patriarca latino di Gerusalemme, Michel Sabbah, che cerca di adossare su Israele la responsabilità della mancanza di democrazia dell'Anp.
In realtà è il controllo politico sulle candidature e la disponibilità dei dirigenti palestinesi a rimandare le elezioni quando temono una sconfitta a determinare la mancanza di democrazia nei e trritori. L'alibi della presenza militare israeliana è appunto un alibi. ANSA, non mostra il minimo senso critico verso le dichiarazioni di Sabbah. Il commento del ministro Gasparri sembra improntato al tentativo di conferire alle parole di Sabbah, di per sé chiarissime una moderazione che è loro del tutto estranea.

Ecco il pezzo:

(ANSA) - GERUSALEMME, 10 NOV - Israele consenta libere
elezioni per il dopo Arafat, in modo da permettere al popolo
palestinese di scegliere un nuovo leader: e' l'auspicio del
patriarca cattolico di Gerusalemme, mons. Michel Sabbah, che
oggi ha incontrato a Gerusalemme, nella sede del Patriarcato
Latino, il ministro delle comunicazioni, Maurizio Gasparri.
''Che cosa puo' succedere in questo momento che diventa
storico con la morte del presidente Arafat? Io vedo due
possibilita''', ha detto il patriarca. ''La prima e' che si
svolgano elezioni normali e questo dipende da Israele, che
permettera' che ci siano circostanze favorevoli, togliendo le
barriere militari e consentendo liberta' di movimento. In questo
modo si eleggera' un nuovo leader che mandera' avanti tutto il
processo della societa' palestinese come della pace, se Israele
vuole continuare questo processo di pace''.
L'altra possibilita', ha detto ancora il patriarca, ''e' non
permettere le elezioni, e questo spero che non si verifichi.
C'e' il rischio, in questo caso, di una lotta per il potere e di
anarchia: e questo comporterebbe momenti molto brutti e
difficili per tutta la regione. E' piu' saggio, dunque,
consentire le elezioni per avere un nuovo leader del popolo
palestinese che lo guidi e sia interlocutore per la pace''. ''E' molto chiara - ha
commentato Gasparri - la posizione del patriarcato cattolico,
convinto della necessita' che il dopo Arafat si accompagni una
scelta democratica, che puo' essere un elemento di maggiore
stabilita' in un contesto difficile. Il patriarca e' preoccupato
per tutta la situazione dei territori, perche' ritiene che il
focolaio palestinese possa accendere tutta l'area. Ma ha anche
sottolineato che Israele ha bisogno di amici che dicano la
verita': il ritiro da Gaza e' un passo in avanti, ma secondo il
patriarca e' necessario che Israele accetti una volta per tutte
che ci debba essere uno stato palestinese, idea ancora da
consolidare nell'ambiente politico israeliano''.
Da parte sua, il ministro ha ribadito ''l'impegno del governo
italiano a rimanere interlocutore del mondo arabo, tradizione
consolidata da tempo, ma anche a comprendere le ragioni di
Israele di fronte a un terrorismo che sta diventando un problema
anche nostro. Vedere Sharon a provare il ritiro da Gaza anche
pagando un prezzo politico, a rischio di attivare una dialettica
con i gruppi piu' radicali, mi sembra positivo. Per il futuro,
bisogna attendere anche i ricambi generazionali - ha concluso
Gasparri - perche' i percorsi storici sono lunghi''. (ANSA).
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