"Mister Palestina" è morto
ma la sua ferocia resta impressa nella carne e nel cuore di tanti esseri umani
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Data: 11/11/2004
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: "Mister Palestina" è morto
Un maleficio, un ombra nera che ha avvolto il Medio oriente per 40 anni.
Arafat infine e' morto, le telenovela creata a Parigi dalla vedova affranta si e' conclusa e il mondo si prepara a rendere omaggio al piu' grande terrorista del ventesimo secolo e al maggior corruttore di giovani generazioni dopo Adolf Hitler.
Omaggiate! Omaggiate!
L'amore dell'Europa per quest'uomo e' sempre stato direttamente proporzionale all'odio per Israele, il Paese che Arafat, durante tutta la sua vita, ha tentato di distruggere.
Il raiss e' morto ma la sua ferocia resta impressa nella carne e nel cuore di tanti esseri umani, la sua ferocia ha creato dolore e tormento e disperazione.
Non dimenticheremo e non perdoneremo.
Il mondo dunque si appresta ipocritamente a piangere questo personaggio crudele, fanatico e malvagio; stanno arrivando messaggi di cordoglio da tutti i capi di stato, anche il Papa, la cui tonaca candida portera' sempre la macchia indelebile per averlo ricevuto piu' e piu' volte in Vaticano, ha mandato le condoglianze.
Chirac, suo schiavetto da sempre, ha parlato della fine di un uomo coraggioso e prevedo necrologi pieni di falsita' e grondanti lacrime dagli articoli che i giornalisti in tutto il mondo scriveranno.
Siccome quello che io scrivo non e' pagato da nessuno mi considero affrancata da ogni tipo di ipocrisia e vorrei quindi ricordare Mr. Palestina per una particolarita' del suo carattere che sara' sicuramente taciuta: la sua amoralita'.
Ferocia, crudelta', cinismo fanno sempre parte della figura di un dittatore ma Arafat era molto di piu', lui era un amorale e questa peculiarita' del suo essere la si e' potuta notare non tanto dagli assassinii da lui ordinati , ma dai suoi sorrisi, dai bacini che mandava in giro, dai bambini che sporcava colle sue labbrone pregandoli fra lacrime di commozione di diventare martitri, cioe' di morire per ammazzare ebrei.
La sua amoralita' la si poteva toccare con mano ogni volta che, dopo aver ordinato in arabo la morte di civili innocenti, in inglese piangeva la loro fine gridando che lui voleva solo la pace, la pace dei coraggiosi. Ogni volta che sentivo queste parole un brivido di disgusto mi correva lungo la schiena, una mano invisibile mi stringeva lo stomaco.
Ha instillato l'odio in generazioni di bambini, li ha mandati a morte convincendoli a correre dove si sparava con la forza dell'odio che lui sapeva imprimere nei loro cuori, dando loro addirittura una paghetta, un tanto a sasso, le bombe molotov erano pagate di piu', per farli sentire importanti, eroi, parte essenziale della jihad.
Li ha circuiti e corrotti con programmi televisivi, con programmi scolastici impedendo loro di studiare e di sperare in un futuro dignitoso.
Ha espresso la sua amoralita' derubando i palestinesi di somme enormi, pagate dai contribuenti di tutto il mondo, centinaia di migliaia di dollari fatti sparire nelle sue casse e nei suoi conti in banca facendo di lui il sesto uomo piu' ricco e dei palestinesi il popolo piu' misero e miserabile del mondo.
La sua amoralita' e il suo cinismo hanno costretto i palestinesi a restare fossilizzati nei campi profughi, ha impedito la creazione di uno stato palestinese per non perdere il potere assoluto.
E' stato spietato, approfittatore e vigliacco poiche' la guerra la faceva fare agli altri, bambini compresi, mentre lui se ne stava al sicuro nei suoi quartieri generali.
Ha consolidato il terrorismo islamico, ha rispolverato il terrorismo suicida, ha copiato da Khomeini il sacrificio di bambini.
Oggi nei territori si sono viste poche lacrime e spero che i palestinesi finalmente incomincino ad aprire gli occhi e a capire chi per 40 anni li ha violentati e derubati portandoli alla rovina completa.
Arafat il fallito, non solo non e' riuscito a fare la Palestina ma ha lasciato i palestinesi nella miseria piu' nera e disumana, li ha derisi permettendo a sua moglie di girare per Gaza con una fimmante BMW e a servirsi di aereo personale per i suoi spostamenti mentre il popolo non aveva che gli occhi per piangere, li ha umiliati facendoli mantenere per decenni dalla comunita' internazionale, ha permesso che le citta' e villaggi si riducessero a bicocche con le fogne a cielo aperto.
Un fallito che non ha creato altro che disperazione intorno a se'.

Con che coraggio lo chiamano leader? Un leader e' colui che fa il bene del popolo non colui che lo distrugge.
La sua morte fa sperare in bene, fa sperare che quell'ombra nera e fosca che ci ha ricoperti per 40 anni si dissolva lentamente ma inesorabilmente.
Nessun onore alla salma, non era un nemico, era un assassino, non e' nemmeno morto da martire come sempre sbraitava di voler morire ma mandando gli altri a farlo, e' morto in un ospedale mentre sulla sua testa si intrecciavano intrighi degni del peggior tiranno.
Noi piangiamo i nostri morti, il mondo rimpiangera' i soldi che gli ha regalato, la vedova sguazzera' tra i miliardi, i palestinesi forse incominceranno a risalire dal baratro in cui li aveva fatti precipitare.
Il Medio Oriente tirera' un sospiro di sollievo e si apprestera' a vivere una nuova era.
Nessun onore delle armi, solo disprezzo e il doloroso ricordo dei suoi crimini.