Intolleranza e campagne di odio all'Università
il caso della Sapienza
Testata:
Data: 05/11/2004
Pagina: 2
Autore: Giulio Meotti
Titolo: Così alla sapienza cacciano Fini e aprono le porte alla propaganda palestinese
Accade alla Sapienza di Roma: si caccia il vicepresidente del Consiglio , si aprono le porte alla propaganda dell'odio antisraeliano.
Dal FOGLIO di oggi, 05-11-04, un articolo di Giulio Meotti:

Roma. Dopo l’ebreo e israeliano Shai Cohen a Pisa, gli squadristi rossi hanno impedito anche al vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini di parlare all’Università La Sapienza di Roma. Tra poco scadrà il mandato del rettore. Dai candidati Giuseppe D’Ascenzo, Gianni Orlandi e Renato Guarini vorremmo sapere come affronteranno il problema dell’agilità politica dell’ateneo. A Pisa, dopo quasi un mese dall’agguato, non è stato fissato un incontro per parlare finalmente con Cohen di "Israele, unica democrazia in medio oriente". Il consorzio Unimed, presieduto dal rettore della Sapienza D’Ascenzo, prosegue intanto la sua solerte opera di traduzione e diffusione di articoli antisraeliani. Al Chiosco, la rassegna stampa di Unimed, si sono "dimenticati" di tradurre l’intervista di Abu Mazen al giordano Al Rai, in cui il leader palestinese sostiene che l’Intifada è stato un gigantesco errore. Non un alito su Barry Rubin, che sul Jerusalem Post ha denunciato la tesi "due popoli un solo Stato" esaltata sul New York Times del 4 ottobre dal consulente legale dell’Olp, Michael Tarazi. Non un dito sulla tastiera del Chiosco a favore del coraggioso settimanale iracheno, Al Ahali, che chiama Chirac "il principale
aiuto delle dittature del terzo mondo". Però, alla faccia di quello che Cohen voleva spiegare agli studenti pisani, Unimed traduce Dahar, perché bisogna "rivedere la convinzione che Israele sia un paese democratico". Non un distico di vergogna o di condanna è stato posto accanto all’anatema di Al Quds Al Arabi: "Noi potremmo invitare Hamas a dire di più, ad agire, a colpire, a causare dolore, perché le colonne di martiri si estendono da Rafah all’estremo sud". Copia e incolla da imbonitori sull’uccisione dello sceicco Yassin, che "non è altro che l’inizio del conto alla rovescia per la fine dello Stato ebraico come entità razzista". Secondo il Jordan Times la sua morte è un atto
"chiaramente radicato nell’ideologia sionista". Critiche sono state rivolte anche ai leader arabi moderati: "Alla Umma preferiamo porgere in anticipo le nostre condoglianze per le sue leadership fatte di morti viventi". Già che c’è, Unimed traduce anche El Watan: "I palestinesi hanno commemorato sabato il giorno della Nakba, simbolo della vasta operazione di pulizia etnica intrapresa contro di loro nel 1948". E per chi non avesse capito, i palestinesi sono "il capro espiatorio del male fatto agli ebrei dagli europei durante la Seconda guerra mondiale. Questi hanno quindi deciso di rimediare alle sofferenze causate concedendo ai primi un nuovo paese, anche se doveva essere svuotato dai suoi abitanti". Al Ahram va oltre, perché "i musulmani americani hanno l’impressione di rivivere oggi la lotta che negli anni 50 e 60 questi sostennero per i loro diritti civili". Le presidenziali americane sono state raccontate traducendo articoli simili da Al Ahram: "Kerry è più saggio, più intelligente e più capace di correggere politiche errate, cosa che Bush e la banda sionista di destra che domina adesso la Casa Bianca sono stati incapaci di fare. Persone come Cheney, Rumsfeld e Ashcroft hanno insudiciato l’immagine americana". Quando si concede spazio alla saggezza, spunta al massimo un George Soros, che sul Pais chiede se "le maniere e l’atteggiamento sbruffone, alla texana, di Bush lo mettono nelle condizioni per continuare a essere il comandante in capo degli Stati Uniti". Quella di Unimed è una traduzione inarrestabile, persino della propaganda del sudanese Al Ayam sul Darfour: "Quando le Nazioni Unite cominciano a rivolgerci accuse, quando parlano di morte e di pulizia in ogni parte del mondo, allora la scena è pronta per un intervento diretto". O delle menzogne proferite sui curdi da un ministro siriano su Al Jazeera: "Quel che è successo nei territori abitati dai curdi è legato alle minacce americane rivolte alla Siria".
Israele resta però l’incubo pandemico. Per il marocchino L’Opinion "Israele procede a una pulizia etnica in Palestina", mentre per Al Ahram "la questione è colpire Bush per la sua politica nei confronti della Palestina, dell’Iraq e per le sue violazioni dei loro diritti civili". Non poteva mancare, attraverso Le Matin, un martirologio suicida: "Ciò che lo stesso Sharon presenta come atti terroristici sono in realtà una forma di resistenza legittima all’occupazione militare dei territori". E così via fino al peggio di Le Monde: "Una società come quella israeliana, che produce gruppi clandestini di coloni capaci di imbottire di tritolo una macchina accanto a una scuola di ragazzine palestinesi
a Gerusalemme". Ma l’articolo più bello tradotto dal Chiosco resta questo di Al Quds Al Arabi. Si deve "impegnare ogni energia per sostenere la resistenza all’interno della Palestina, potenziare la sua capacità di fronteggiare le
operazioni e i massacri terroristici perpetrati dagli israeliani contro questo popolo". Bisogna passare "da un sostegno formale all’Intifada a un livello di partecipazione più efficace: boicottare in modo completo gli israeliani fermando ogni normalizzazione". In cima alle priorità deve esserci l’"espulsione delle forze straniere dai nostri territori. Bisogna diffondere la cultura della resistenza, far montare l’escalation, allargare il suo raggio d’azione". Tireranno in ballo "l’autonomia universitaria", come ha fatto un docente di Harvard, Paul Hanson, che chiama Israele "Stato paria", useranno due università israeliane e un paio di articoli di Haaretz come foglia di fico, stendendo su questa superficie abbagliante il tessuto di seta marezzata del dialogo. E se Unimed traduce, la Rai si premura di diffondere: il Chiosco della disinformazione è trasmesso ogni venerdì su Rainews24. Si replica il sabato e due volte la domenica, per finire con la versione araba di Raimed. Come le Danaidi, attingono acqua da un vaso senza fondo, quello dello sconcerto.
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