Il denominatore comune del terrorismo
il direttore di Al Arabiya accusa gli intellettuali arabi che giustificano il terrorismo
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Data: 20/10/2004
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Autore: Federico Steinhaus
Titolo: Il denominatore comune del terrorismo
Il Middle East Media Research Institute traduce un articolo scritto dal direttore generale del canale televisivo Al-Arabiya, Abd Al-Rahman Al-Rashed, per il quotidiano Al-Sharq Al-Awsat e pubblicato lo scorso 9 ottobre.


Non si può comprendere la natura dell’ attacco a Taba, in Egitto, senza inserirlo in un contesto più ampio….L’ attentato di Taba era stato preceduto poche ore prima da una esplosione nella capitale francese. Questa esplosione ha colpito l’ ambasciata dell’ Indonesia, la nazione islamica con la più numerosa popolazione…Due bombe sono esplose in Pakistan – e nella prima un estremista ha fatto saltare in aria una moschea gremita di Sciiti raccolti in preghiera, e pochi giorni dopo un altro estremista ha attaccato un gruppo di Sunniti come risposta….Nel centro della capitale algerina il gruppo militante Salafista (Al-Jama’a Al-Salafiyya Li-Al-Da’wah Wa-Al-Qital) ha condotto un attacco.Nel corso del combattimento, durato due ore, furono uccise due persone e ferite altre otto. Aggiungete a tutto ciò la lunga lista delle vetture guidate da attentatori suicidi, che hanno ucciso centinaia di iracheni…
Trovandoci nel mezzo di questa distruzione di massa possiamo comprendere la natura del problema solo esaminandolo dalla medesima prospettiva…Il problema si può riassumere in una sola parola- estremismo. Senza confrontarci con il modo di pensare degli estremisti, che è in aumento in termini di circolazione e di violenza, non possiamo considerare un miglioramento nella situazione della sicurezza…
Fino a che gli intellettuali Arabi e Musulmani non si convinceranno della realtà di questo problema, che è innanzi tutto e sopra tutto l’ esistenza dell’ estremismo, e della necessità di combatterlo, sia che si travesta in termini di nazionalismo o di religione, non cesseranno questa carneficina questa distruzione e questa paura.
E’ inconcepibile per noi giustificare un attentato terroristico denunciandone un altro. Essi sono interconnessi ideologicamente, se non per l’ affiliazione degli esecutori. Una soluzione che si preoccupi solamente della sicurezza non potrà mai debellare e fermare il terrorismo. Ciò getta luce una volta di più sugli intellettuali Arabi, che non solo tacciono ma addirittura giustificano il terrore, ed in realtà forniscono al terrorismo ciò di cui ha il massimo bisogno, la propaganda e la legittimazione. Per questo motivo sono in difficoltà quando un tale incidente ha luogo nella loro stessa patria e si precipitano a fare distinzioni e chiarificazioni.
Il pericolo dell’ estremismo minaccia quansi tutte le società arabe ed islamiche. Non vi è differenza fra gli attacchi suicidi a Kabul, Al-Anbar, Islamabad, Riyadh, Algeri, Parigi, Damasco, Tripoli o Taba. Tutti incarnano una realtà: che i loro esecutori hanno opinioni estremiste".