Teorie del complotto sulla strage di Taba
per Arafat, Fratelli Musulmani e media egiziani la colpa sarebbe di Israele
Testata:
Data: 12/10/2004
Pagina: 6
Autore: Hamza Boccolini - un giornalista
Titolo: Per Arafat la strage di Taba è colpa del Mossad - E i media egiziani gridano al complotto:
Da pagina 6 di LIBERO di oggi, 12-10-04, riportiamo l'articolo di Hamza Boccolini "Per Arafat la strage di Taba è colpa del Mossad"
Che tutti i mali del mondo siano causati dagli ebrei, è divenuto ormai un luogo comune nel mondo arabo. Ma che anche le stragi dove perdono la vita decine e decine di cittadini dello stato ebraico possano essere pianificati dal Mossad sembra essere un’idea alquanto ardita anche per i più accaniti nemici dello Stato d’Israele.
Eppure proprio questo hanno sostenuto i militanti islamici del movimento egiziano dei Fratelli Musulmani in un comunicato ripreso ieri dalla stampa mediorientale. "Ci sono i servizi segreti israeliani dietro la strage di Taba", ha annunciato la più grande rete musulmana mondiale che conta sezioni anche in Europa. In particolare il giornale Al Quds Al Arab ha dato ampio spazio a questa versione dei fatti accreditandone l’ipotesi. "E’ il premier israeliano Ariel Sharon il primo a trarre giovamento da questo attentato" sostengono gli islamici egiziani, si tratta di una strage che serve per coprire quanto accaduto di recente a Gaza dove sono stati uccisi più di cento palestinesi tra cui donne e bambini". I fratelli musulmani attaccano anche le ipotesi diffuse dallo Stato ebraico relative alle responsabilità di Al Qaeda nella vicenda. "Sono state messe in giro false ipotesi senza uno straccio di prova", denuncia l’organizzazione. Eppure, nonostante la rivista militare di al Qaeda, Al Battar, abbia benedetto la strage nella quale hanno perso la vita 28 israeliani in Egitto, il più importante partito islamico al mondo si ostina ad accusare proprio gli ebrei di questo efferato crimine. A mettere ordine nella vicenda ci ha pensato poco dopo il gruppo Jama’a Al-Islamya, di cui ha fatto parte lo stesso Ayman al Zawahiri, che negli anni settanta ha eseguito diversi attentati in Egitto e che si è limitato solo a criticare le modalità e i tempi dell’attentato. Eppure la tesi del complotto giudaico proprio non riesce a perdere colpi, e sempre ieri il sito informativo Islammemo.com annunciava da fonti "ben informate" che una delle auto usate per gli attentati avrebbe avuto la targa israeliana.
Infine a chiudere la giornata ci ha pensato il presidente palestinese Yasser arafat il quale da Ramallah ha accusato il mossala di negligenza e di non aver voluto evitare la strage. "quello di Taba è un grande crimine" ha affermato alla Tv araba al Arabiya "ma era necessario che il mossad avvisasse i servizi egiziani ed i suoi cittadini dell’imminente pericolo che stavano correndo. Solo tre giorni prima il capo dei servizi israeliani aveva preannunciato che un attentato potesse colpire proprio quella zona.
A pagina 5 anche il CORRIERE DELLA SERA di oggi dedica un articolo alle teorie "complottiste" del mondo arabo sulla strage di Taba. Ecco l'articolo: « E i media egiziani gridano al complotto: "Opera degli israeliani" »
TABA — Il dibattito sulla strage di Taba è andato in onda ieri in seconda serata su Fadaea el Masteria,il principale network televisivo egiziano.
Cinque ospiti seduti intorno a un tavolo, un moderatore che ha dovuto lavorare parecchio, visto che le opinioni degli esperti di sicurezza e politologi egiziani erano differenti su molti aspetti. Solo una tesi ha trovato unanime consenso. L'autobomba che ha sventrato l'hotel Hilton e ucciso 33 persone, se la sono messa loro, gli israeliani. Quando è stato introdotta la questione, dal tavolo si sono levati cenni di assenso. E da quel momento tutto è filato liscio. C'è stata qualche sfumatura di pensiero sugli obiettivi di questo auto-attentato da parte del Paese che ha avuto di gran lunga il numero più alto di vittime, e che i governi di quasi tutto il mondo e i media internazionali indicano come il bersaglio dei terroristi che hanno colpito a Taba. «Vogliono dimostrare l'instabilità dell'Egitto», «No, avevano bisogno di accreditarsi come vittime perché l'Onu li tiene d'occhio». C'è stato anche un esperto di sicurezza che ha avanzato il dubbio: «Ma poi, siamo sicuri che siano morti così tanti israeliani? Sono venuti con le loro ambulanze e hanno portato via tutto, ma cosa c'era dentro?». Le ambulanze che tornano in Israele vuote sono la cartina di tornasole della popolarità in Egitto della teoria della cospirazione.
Sempre dal Cairo è partita la leggenda metropolitana dell'11 settembre come prodotto di un complotto israeliano (qualcuno si ricorda la storia dell'invito agli ebrei a lasciare New York nei giorni precedenti l'attacco alle Torri gemelle?). Cospirazioni dappertutto. I turisti israeliani che passano il fine settimana e fanno il bagno a Taba o nelle altre località della penisola del Sinai? Regalano caramelle all'Aids ai bambini egiziani, sicuro. Lo dicono in tanti nei bar, lo dicono perché lo hanno letto sui giornali. Il secondo quotidiano egiziano ha commentato la strage con un editoriale il cui titolo corrispondeva perfettamente al testo: «L'ombra del Mossad».
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