Un’intervista inquietante: rivela il prezzo politico pagato per la liberazione delle "due Simone"
analisi di Giorgio Israel
Testata:
Data: 04/10/2004
Pagina: 1
Autore: Giorgio Israel
Titolo: Un’intervista inquietante
Sono fondamentalmente tre le risposte che un governo può prendere in considerazione di fronte alla presa di ostaggi:
1)Il rifiuto di ogni trattativa, nello stile del governo di inglese, sia pure non escludendo forme di dialogo attraverso canali offerti dai rapitori;
2)Concessioni sotto la forma del pagamento di un riscatto;
3)Concessioni di carattere politico e/o ideologico.
Fino ad oggi si è lasciato credere che la liberazione delle "due Simone" fosse avvenuta secondo la modalità 2) e cioè attraverso il pagamento di un congruo riscatto.
Un’intervista al Corriere della Sera del Ministro Frattini smentisce invece questa ipotesi e configura un tipo d’intervento che, rispetto alle posizioni fin qui mantenute dal governo italiano, segna una svolta radicale verso il modello francese e spagnolo al contempo.
Dice il Ministro Frattini che il governo italiano ha preferito la via della mobilitazione del mondo arabo all’intervento militare e al pagamento del riscatto. Il problema è: quale mondo arabo? Il Ministro Frattini ha accennato, fra l’altro, "agli incontri che in Italia qualcuno mi ha rimproverato con personalità islamiche non particolarmente moderate, e che io definisco piuttosto conservatrici". Si tratta notoriamente dello sceicco Al Qaradawi, incontrato anche dal Ministro degli esteri francese, che ha emesso una fatwa secondo cui non si debbono uccidere ostaggi francesi ma è invece lecito decapitare ostaggi anglo-americani e israeliani (anzi, ebrei). Riesce difficile capire come si possa dire che simili dichiarazioni non meritino neppure di essere definite "non particolarmente moderate", ma soltanto "conservatrici"…
Aggiunge il Ministro che "Al Sadr, malgrado le azioni efferate (sic) delle sue milizie, non è un volgare terrorista ma piuttosto un personaggio in cerca di legittimazione politica". Per cui egli non va spinto ad altra violenza ma "coinvolto" – con il che il Ministro non fa che enunciare la linea francese per la conferenza sull’Irak. E conclude osservando che "parlando con i radicali non terroristi si ottiene l’isolamento dei terroristi".
Ma chi sarebbero questi famosi radicali non terroristi? Gente come lo sceicco Al Qaradawi? In tal caso, più che l’isolamento dei terroristi si ottiene un salvacondotto dai terroristi, lasciando che americani, inglesi ed ebrei siano individuati come unici obbiettivi dei tagliatori di teste. E perché mai "radicali non terroristi" dovrebbero essere così sprovveduti da rompere il fronte islamico radicale, in cambio di quattro chiacchiere coi Ministri Barnier e Frattini? Che cosa dovrebbe mai allettarli al passo di avvicinarsi a un governo che si dichiara alleato degli anglo-americani? In tutta evidenza, l’unica cosa che potrebbe allettarli è che sia quel governo ad avvicinarsi a loro.
Pagare uno o più milioni di dollari, si poteva ancora capire. Ma se il prezzo è questo – ovvero una piroetta politica e ideologica di 180 gradi – allora si tratta di un prezzo enormemente alto, troppo alto da pagare in cambio di una solidarietà nazionale che oltretutto non vale nulla, perché è già in frantumi. E, piuttosto, è stata soltanto l’occasione per offrire una rivincita alla sinistra radicale: difatti, a questo punto, la richiesta di ritiro delle truppe è il logico corollario di una linea come questa.
Da oggi, anche in Italia c’è chi si sente più solo.