Tutto come prima a Telekabul, dirigono Curzi,Santoro,Gruber ecc.ecc.
Ma cosa fa la commissione di vigilanza ?
Testata:
Data: 11/09/2004
Pagina: 1
Autore: Milena Gabanelli
Titolo: L'ONU in Palestina
Giovanni Cappellotto ha seguito per IC la trasmissione Report su Rai3 in onda il 10-09-04 alle ore21, con un servizio sull’Onu, Israele e la Palestina.

Falsità incredibili: la strage di Jenin, con una ricostruzione faziosa di quello che (non) è successo, per una strage che tale non è mai stata.

Israele è condannato da ogni deliberazione dell’onu, il terrorismo è il frutto avvelenato della politica israeliana, è la risposta di chi non ha altra alternativa.

Israele supera ogni regola ed ogni convenzione.

Israele giustifica la tortura.

Giovani israeliani si divertono sulla spiaggia di Gaza sotto gli occhi dei poveri palestinesi.

A Tulkarem il muro di cemento divide la città, spezza i giardini, divide le famiglie. La barriera è condannata dalle Nazioni Unite e cresce sulla terra palestinese.

Il Piano di Sharon è togliere l’acqua e la terra ai palestinesi.

Israele non rispetta alcuna risoluzione dell’Onu. Israele distrugge il quartier generale di Arafat, che cita il papa e che protesta per lo sfregio alla statua della Madonna e paragona gli israeliani ai talebani di Kabul, quando hanno distrutto i buddha a Bamian.

Nessuno che chieda conto ad Arafat della corruzione della sua organizzazione, degli omicidi pubblici dei pretesi collaboratori, della mancanza di diritti civili ed umani dei palestinesi che vivono sotto la sua autorità, delle elezioni democratiche che non esistono. Nessuno che chieda ad Arafat dei libri di testo che incitano all’odio, dei fumetti antisemiti e della cancellazione "dell’entità sionista".

Non si dice mai che Gerusalemme è la capitale dello Stato di Israele.

Sembra che Israele sia uno Stato nato e cresciuto in dispregio della legalità internazionale, che di questa legalità non si interessi perché gli israeliani si sentono (e lo sono nei fatti) degli intoccabili.

Mi chiedo quale sia la logica di questo servizio e di come possa contribuire a capire i termini di una questione complessa.
Ma questa è la logica di Rai3, l'ex TeleKabul,che invece di fare informazione fa ideologia. Nulla di nuovo, il "padrone" Berlusconi è così padrone che non è cambiata nemmero una riga. Lo scandalo è che la propaganda di Rai3 sia pagata con i soldi del contribuente. Centro sinistra, centro destra, qualcuno ci indichi per favore la differenza.

Questo è il testo del servizio andato in onda su report del 10 settembre 2004, nell’ambito di un più ampio servizio sull’Onu. Il testo è disponibile su http://www.report.rai.it/2liv.asp?s=202.



Ecco il testo della trasmissione:

E ritorniamo all’Onu. Oggi le missioni in corso sono 29, le risoluzioni 1558. Solo sulla questione israelo-palestinese sono 73, nessuna è mai stata applicata. L’11 settembre ha seminato dubbi sulla forza della legge internazionale, e indebolito i principi stessi a cui l’Onu si ispira. Se le risoluzioni erano deboli prima, adesso sono carta straccia.

ROBERT BAR DAN - Colonnello dell’esercito israeliano
Non si può combattere il terrorismo con i sistemi convenzionali che abbiamo conosciuto fino adesso e siccome le Nazioni Unite e la maggioranza del mondo non ha ancora capito esattamente come si combatte, non ha imparato ancora come si combatte il terrorismo io credo che Israele deve ignorare queste soluzioni, suggerimenti o decisioni delle Nazioni Unite

SHIRIN EBADI - premio Nobel per la pace
A me sembra che l’11 settembre la lotta al terrorismo sia diventato un pretesto per infrangere i diritti umani.

ROBERT BAR DAN - Colonnello dei servizi di sicurezza israeliani
Anche questo muro non è una cosa perfetta, comunque questo muro ha già dimostrato fino a oggi che riesce a ridurre in percentuale molto alta i tentativi dei vari attentatori.

SHIRIN EBADI - premio Nobel per la pace
Israele deve stare attento. Se vuole vivere in pace deve rispettare i diritti dei palestinesi attraverso la giustizia e non costruendo un muro

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Lo scorso 9 Luglio la Corte internazionale di giustizia dell’Aia ha giudicato il muro illegale. Per l’Alta Corte non è una barriera giustificata dalla sicurezza ma un nuovo confine che permette a Israele di annettersi il territorio del futuro Stato palestinese.

Immagini di repertorio

Nel 1947 la risoluzione 181 dell’Onu decretò la nascita dello Stato ebraico in terra palestinese. Gli Stati Arabi insorsero. L’esercito israeliano rispose invadendo 418 villaggi palestinesi. Li rase al suolo. I profughi furono 800 mila.

57 anni dopo, Asqelon è una moderna città israeliana costruita su uno di quei villaggi, Majdal. In questo parco archeologico, dove nei giorni di festa le famiglie vengono a fare il barbecue, sorgeva una parte di Majdal. Le famiglie palestinesi di Majdal si misero in viaggio, a piedi, e giunsero qui, a Gaza. Vivono tutte nel quartiere dove oggi Hamas ha il suo centro di comando.

DONNA 1
Gli israeliani pensavano che mandandoci via ci saremmo scordati del passato, che solo i vecchi volessero tornare alla loro terra e invece no, anche i giovani vogliono tornare. Ci chiamano terroristi, ma loro che uccidono e tagliano sistematicamente i nostri alberi di ulivo, loro come li dovremmo chiamare?

DONNA 2
Ricordo che a Majdal ci cacciarono sparandoci addosso, lasciammo per terra gli uomini, i vecchi, i bambini.

DONNA 3
Anni fa l’Onu ci dava tantissimo cibo, ma non perché ci volevano bene, per farci dimenticare Majdal. Ora ci danno via via sempre di meno, siamo diventati un peso per loro.

RAGAZZO 1
Una notte vennero i soldati, mi legarono le mani dietro la schiena e mi bendarono. Mi picchiarono per tre ore nell’auto blindo e poi finì in carcere. Mi trattarono come gli Americani trattano gli Irakeni. Con disonore. Il carcere di Alma Chab è in un deserto. D’inverno era ghiacciato e ci tenevano nudi. In estate si moriva di caldo e ci gettavano i lacrimogeni nelle celle.

RAGAZZA
Siamo migliaia di laureati senza lavoro e io quest’anno non posso nemmeno pagarmi la rata dell’università. Quindi meglio decidere noi come morire piuttosto che essere ammazzati da loro

AUTORE
Questa è la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu datata 19 maggio 2004. Dice: "Israele deve assolutamente rispettare la Convenzione di Ginevra per quel che riguarda la protezione dei diritti e della sicurezza dei civili in tempo di guerra e poi condanna l’uccisione di civili palestinesi e la distruzione sistematica delle case a Gaza e nei territori occupati.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
A Gaza ci sono un milione e mezzo di palestinesi. Ma una parte del territorio è occupato dai coloni israeliani, 7 mila persone in tutto. Gush Qatif è la colonia che nel piano di ritiro predisposto da Sharon dovrebbe abbandonare questa terra per restituirla ai palestinesi. I ragazzi di Gush Qatif se ne andranno davvero?

RAGAZZA 1
Sharon ha sbagliato, noi siamo venuti qui per vivere insieme agli arabi anche se io alla pace non ci credo, comunque ognuno potrebbe vivere a casa sua. Sharon si è proprio impazzito.

UOMO 1
L’unica cosa che mi interessa è tenermi la mia Gush Qatif. Penso a guadagnare quel che serve ai miei nove figli voglio la mia terra. Quelli che pensano a darci qualche soldo per farci andare via non mi interessano.

AUTORE
Tutti terroristi per te?

RAGAZZA 2
Non tutti, ma tutti hanno l’intenzione di diventarlo e non puoi fidarti di loro.

RAGAZZO 1
I terroristi pensano che dovremmo andarcene ma guardate quanto è bello qui. Io sono stato soldato a Gush Qatif, pilota di tank. Noi dobbiamo decidere, non Sharon che ora decide sopra di noi. Venga lui qui in persona a parlarci. Chiedete a tutti: se ce ne andassimo finirebbe tutto in mano ai terroristi. Ci sono arabi che verrebbero via con noi perché non vogliono finire sotto Hamas e Jihad. Ovunque ci sono ebrei ci sono problemi: allora rimandiamoli tutti indietro, tutti noi ebrei torniamo da dove siamo venuti, dall’Italia, dalla Germania, dall’Europa, ridiamola tutta agli arabi questa terra.

ZAQARIA DORAHIM BBALLUSHA – generale palestinese
Se Israele avesse rispettato tutte le risoluzioni dell’Onu, Hamas non esisterebbe. E poi anche questa Onu: ci aiuta a parole ma dovrebbe fare fatti politici.

AUTORE
Eppure l’Onu vi ha ricoperto di risoluzioni positive per i palestinesi.

ZAQARIA DORAHIM BALLUSHA – generale palestinese
Non dateci risoluzioni, dateci uno stato democratico. Credete che un po’ di cibo e vestiti sia una soluzione?

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
L’Unrwa, l’agenzia dell’Onu per i profughi palestinesi, è qui da 55 anni, ha 25 mila addetti e si occupa di portare istruzione e cibo ai campi profughi….farina, zucchero, lenticchie rosse e latte in polvere. Dicono che non possono fare di più, il mandato del Consiglio di sicurezza non può oltrepassare l’emergenza.

AUTORE
Questo libro israeliano dice che l’Unrwa è connesso al terrorismo palestinese

SHAHANI MISHASHA – portavoce Unrwa Onu
Degli 11500 addetti dell’Unrwa a West Bank e Gaza mai nessuno è stato incriminato dai tribunali israeliani per connessioni col terrorismo.

AUTORE
Il documento dice che voi esagerate il numero di rifugiati.

SHAHANI MISHASHA – portavoce Unrwa Onu
Noi possiamo provare uno per uno che i nostri 4,1 milioni di rifugiati sono registrati dai nostri assistenti sociali che lavorano con le famiglie. Anzi, i palestinesi dicono che sono troppo pochi, perché secondo loro i rifugiati sono 7 milioni.

Immagini di arrivo a Jenin

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
19 aprile 2002: il Consiglio di sicurezza dell’Onu decide all’unanimità l’invio urgente di una commissione di indagine a Jenin. Il 1 maggio 2002, solo 10 giorni dopo, il Consiglio di sicurezza sotto il veto americano torna indietro e scioglie la commissione. Su quel che accadde due anni fa a Jenin non avremo forse mai una verità definitiva

OMAR STETI - medico
Nell’aprile del 2002 gli israeliani vennero qui con 500 carri armati, molti elicotteri, e 11 mila soldati. 485 case furono completamente distrutte.

AUTORE
Quanti morti ci sono stati?

OMAR STETI - medico
Qui 56 persone, più 225 combattenti e molte altre persone in altre zone. Non diedero il permesso ai medici di portare assistenza. Io sono medico e stavo all’ospedale, venne un militare a dirci: "nessuno puo uscire di qua, se vedo qualcuno che esce, un’infermiera, un medico, gli sparo e lo ammazzo".

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Il capo delle brigate Al Aqsa si nasconde qui a Jenin, il suo nome è Zaqaria Zubeidi, è uno degli organizzatori del movimento di protesta che accusa di corruzione alcuni ministri e generali di Arafat

ZAQARIA ZUBEIDI – brigate Martiri di Al Aqsa
Dopo le distruzioni del 2002 è partita la ricostruzione con i soldi degli emirati arabi. L’agenzia dei rifugiati dell’Onu, l’Unrwa, gestisce tutta l’operazione ma dal piano di ricostruzione ha escluso alcune famiglie che avevano perduto la casa perché famiglie sospette agli occhi degli israeliani. Purtroppo, l’agenzia dell’Onu subisce pressioni da parte israeliana e americana e quindi dubitiamo della sua volontà di ricostruire le case per tutti.

AUTORE
7 maggio 2002, l’Assemblea generale dell’Onu approva a maggioranza una risoluzione che condanna Israele per i fatti commessi a Jenin: la distruzione del campo profughi. La risoluzione è stata votata a grande maggioranza solo 4 i contrari: Israele, le isole Marshall, gli Stati di Micronesia e gli Stati Uniti.

GIULIANO MER – regista israeliano
Il campo profughi è molto piccolo, controllato dal più potente esercito del mondo con le apparecchiature più sofisticate del mondo. Circondati da elicotteri apache e carri armati, l’unica cosa che possono fare contro a questa enorme macchina è farsi saltare in aria. Dei 23 kamikaze che si sono fatti esplodere a Jenin io ne conoscevo 6: nessuno era religioso, nessuno cercava vergini nel cielo, ciò che li spinge è che preferiscono morire piuttosto che vivere come morti. Io credo che se i palestinesi avessero il Vietnam dietro di loro si comporterebbero come i Vietcong ma invece hanno intorno solo cemento, cemento muri muri, muri, muri, muri e muri una piccola quantità di esplosivo, chiodi, e si fanno saltare in aria, questo è quello che gli è rimasto.

AUTORE
Crede che Israele possa e debba fare lotta al terrorismo superando i limiti imposti dalla Convenzione di Ginevra?

ROBERT BAR DAN - Colonnello dell’esercito israeliano
Abbiamo una informazione di intelligence che qualche sabotatore ha messo una bomba in un supermercato ma non sappiamo quale supermercato. L’orologio funziona, cioè l’orologio ha ancora tre ore prima di scoppiare ma non sappiamo dove si trova. Come fare, cosa fare? Naturalmente che in questo caso non si può applicare le leggi delle Nazioni Unite, cioè io ho in mano una persona che sa a che ora deve esplodere questa bomba e in che supermercato e che farà fuori cento persone. Naturalmente non posso portarlo al Tribunale di Ginevra e mettermi in ginocchio e chiedergli: fammi un piacere dimmi dov’è questa bomba e quando esplode.

AUTORE
Lei ritiene legittimo usare maniere dure ma da qui alla tortura siamo a un passo colonnello.

ROBERT BAR DAN - Colonnello dei servizi di sicurezza israeliani
Non vorrei usare la parola tortura ma dall’altro lato se io sono sicuro che quella persona arrestata ha delle informazioni e se io vengo a sapere quelle informazioni e con quelle informazioni posso salvare vite umane io direi di fare tutto il possibile per estrarre quelle informazioni.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Verso Tulkarem incontro il muro di Galkilija. Prima del check-point ancora muri, cemento armato, filo spinato ovunque. I soldati sono giovanissimi, di fronte alla casa di Jamal è stata costruita una rete, più lontano dietro la collina c’è il muro.

JAMAL
Il mio terreno è a 100 metri da qua ma devo fare 10 chilometri per raggiungerlo aggirando il muro e posso andarci solo con il permesso israeliano e solo a piedi o con l’asino.

AZIZ MOHAMMED TANJI
Sul percorso di quella rete ci sono telecamere con sensori molto sofisticati, se qualcuno si avvicina c’è un meccanismo che fa sparare un colpo d’arma da fuoco. Non ci sono militari.

Immagini del muro di Tulkarem

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Questa è la casa di Abdel Ahmad, sul tetto soldati israeliani come in trincea, a terra quel che resta del suo giardino

ABDEL AHMAD
Questo era il mio pozzo e gli israeliani l’hanno coperto di cemento armato

DONNA DAL BALCONE
Come va amore mio?

DONNA DALLA STRADA
Bene,bene

DONNA DAL BALCONE
Salutami i ragazzi

DONNA DALLA STRADA
Ci sentiamo nei prossimi giorni

AZIZ MOHAMMED TANJI
Qui il muro non separa palestinesi da israeliani ma palestinesi da palestinesi, Sharon dal 1967 ha un piano: vuole un Israele più grande e quindi vuole la terra e l’acqua.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Questa è una risoluzione dell’assemblea generale dell’Onu, è la numero 58 del 17 dicembre 2003, dice che Israele deve assolutamente fermare la costruzione del muro.

Immagini del muro a Tulkarem

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
E durante la notte passa questa camionetta, spazza il terreno perché nessuno osi lasciare la sua impronta su questa fascia di terra.

AUTORE
Risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu del 24 settembre 2002: "Chiediamo che Israele cessi immediatamente gli interventi dentro e fuori Ramallah, incluse la distruzione di case palestinesi di infrastrutture della sicurezza.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
La Muqata, il quartier generale di Arafat, le rovine dei palazzi e un cimitero di auto è tutto quel che rimane dell’intervento dell’esercito israeliano del settembre 2002.

YASSER ARAFAT – presidente Autorità nazionale palestinese
La prima cosa è fermare quel muro perché è illegittimo. Anche il quartetto ha detto che non deve esistere per sempre, e le Nazioni Unite hanno fatto una risoluzione contraria. Il Papa ha detto: niente muri ma ponti di pace. Questo muro si prende il 58 per cento della nostra terra e distrugge la nostra agricoltura, le infrastrutture, trasforma le nostre città ghetto in carceri e il Tribunale dell’Aja lo ha condannato.

AUTORE
Vorrei sapere cosa pensa del piano di Sharon e se crede che Sharon lo applicherà alla fine?

YASSER ARAFAT – presidente Autorità nazionale palestinese
Quando gli israeliani decisero di uscire dal Libano lo fecero in tre giorni, e quando dicono che vogliono ritirarsi da una piccola parte di Gaza vogliono un anno di tempo: non è un ritiro vero, è un ritiro virtuale, dovrebbero ritirarsi contemporaneamente dalla Cisgiordania ma soprattutto dalla città di Betlemme che sono tornati a occupare. Oltre questo commettono crimini contro i luoghi santi, cristiani e mussulmani e ci impediscono di pregare: come si può accettare questo nel mondo? Il mondo ha condannato con forza i talebani che in Afghanistan distrussero la statua di Buddha. Il mondo può accettare quello che è stato fatto contro la statua della Madonna a Betlemme? Questo è accettabile?

Immagini Gerusalemme

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Gli Israeliani accusano i Palestinesi e Arafat di non far nulla contro il terrorismo dei kamikaze. I Palestinesi accusano Sharon e Bush di bloccare le decisioni dell’ dell’Onu che prevedono la restituzione dei territori occupati. Anche sul futuro di Gerusalemme non c’è accordo. L’Onu la vorrebbe città internazionale ma Israele non la pensa così.

COLONNELLO BAR DAN – colonnello dell’esercito israeliano
Gerusalemme è un posto sacro per tutte e tre le religioni monoteistiche, i cristiani hanno la chiesa del santo sepolcro, i musulmani hanno delle moschee, gli ebrei hanno il loro unico posto al mondo che è il muro del pianto, le altre religioni hanno altri posti sacri, altri posti santi, gli ebrei hanno solo il muro del pianto e credo che, anzi sono sicuro che gli ebrei dovrebbero avere un primato su Gerusalemme.

Immagini camera car verso Abu Dis accanto a Gerusalemme

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Siamo a un paio di chilometri da Gerusalemme. Questa, secondo il Governo israeliano, dovrà essere la futura capitale dello Stato palestinese: è il villaggio di Abu Dis. Qui i Palestinesi potranno costruire il loro Parlamento: il villaggio è dietro questo muro.

EDWARD MORTIMER – portavoce di Kofi Annan
Sicuramente il muro è costruito sul territorio palestinese e l’Onu crede che gli Israeliani non abbiamo il diritto di fare questo, sebbene comprendiamo che vogliano proteggersi dal terrorismo. Ma se vuoi costruire un muro devi farlo sul tuo territorio. L’Onu non è un organismo indipendente, consiste nei suoi stessi membri, e io non vedo nessun membro disposto ad agire per impedire agli Israeliani di costruire questo muro. Francamente non ritengo nemmeno possibile che lo faccia il Consiglio di sicurezza perché gli Stati Uniti che sostengono Israele hanno il diritto di veto. In questo senso possiamo certamente dire che gli Israeliani sono degli intoccabili
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